PERCHÉ OGGI CI SEMBRA GIUSTO GRIDARE: «FORZA MONZA»
La nuova sfida di Berlusconi
Il discorso motivazionale di Silvio Berlusconi nello spogliatoio del Monza - il video è reperibile su Gazzetta.it - ci ha fatto tenerezza, sentimento dovuto a un 82enne che non molla. Il nuovo proprietario del club brianzolo parlava a quei ragazzi con parole e toni degli anni Ottanta e Novanta, gli stessi che ai tempi d’oro usava nelle convention di Publitalia per gasare i venditori di pubblicità.
Il Cavaliere ha retto a fatica il passaggio dall’analogico al digitale: le tv si sono moltiplicate all’infinito e hanno ridotto il potenziale delle tre di sua proprietà. I social hanno reso irrespirabile l’aria, Berlusconi non è riuscito a intercettarli: troppa arroganza, maleducazione e inciviltà, la vigliaccheria dell’anonimato. In politica Salvini, ogni giorno di più, erode l’elettorato di Forza Italia e i retroscenisti dei giornali fanno la conta dei transfughi da FI alla Lega.
A Berlusconi resta il pallone, anche se non può più permettersi il Milan, perché oggi il calcio d’alto livello impone che i grandi club siano delle multinazionali. Così si è comprato il Monza, per un tuffo nell’operosa provincia lombarda. Ha detto di volere giocatori senza tatuaggi e con i capelli in ordine, e l’altra sera la Triestina ha riacciuffato il Monza grazie a un gol su rigore del capellone e barbuto Pablo Granoche, vecchio mestierante dei peggiori campi di frontiera, chiamato El Diablo, il Diavolo: la nemesi perfetta. Il Berlusconi del Brianteo fa simpatia e per una volta viene voglia di salire sul suo carro, da cui tanta gente è scesa o scende, inclusi non pochi milanisti irriconoscenti e dimentichi delle cinque Champions del Cavaliere. Forza Monza, allora, senza ironia alcuna.