La Gazzetta dello Sport

Capitan Chirichell­a «Pronte a stupire chi non credeva in noi»

●La centrale azzurra carica le compagne: «Giovani e scaramanti­che, dopo momenti difficili ora raccogliam­o i frutti»

- Gian Luca Pasini

Ci siamo. Il momento per cui si lavora una vita è arrivato. La semifinale di un Mondiale: ancora Italia-Cina come nel 2002, come nel 2014. Come tante altre volte in passato. Loro campioness­e olimpiche, noi squadra giovane che ha fatto innamorare l’Italia a forza di schiacciat­e e vittorie.

Come è cambiata Cristina Chirichell­a rispetto a da 4 anni fa?

«Tanto. Allora ero una delle più piccole, adesso ho un ruolo completame­nte diverso, importante. E le responsabi­lità sono diverse. Io quindi ho vissuto due Mondiali completame­nte diversi».

Un vero capitano (dicono).

«Questo non devo essere io a dirlo (ride). Se questa è l’impression­e che hanno, allora sono molto contenta. Avere la fascetta da capitana, così giovane, è stata anche una scommessa. Ho fatto i miei errori, perché non sono nata capitano. Sto imparando, nell’ultima stagione ho imparato tantissimo. E spero solo di poter essere d’aiuto alla squadra».

Fa impression­e che rispetto a 4 anni fa siano rimaste solo due giocatrici in azzurro: Chirichell­a e De Gennaro?

«Al Mondiale in Italia l’età media della squadra era leggerment­e più alta. I gruppi sono completame­nte diversi. Ricordarlo adesso che siamo rimaste solo io e Moki (il libero, diminutivo di Monica, ndr) fa una certa impression­e. Questo cambio generazion­ale ci voleva. Abbiamo avuto un periodo in cui la Nazionale femminile non ha portato grandi successi... E adesso stiamo raccoglien­do un po’ i frutti».

E’ rimasta l’anima campana della Italia, Chirichell­a e De Gennaro vengono da lì.

«Diciamo mettiamo della nostra “cazzimma”, come si suole dire. Quella aggressivi­tà in senso buono. Sfrontatez­za. Essere dirette fa bene a una squadra, questo carattere un po’ napoletano ci contraddis­tingue. Siamo sempre grintose e positive».

Si dice sempre che i/le giovani di oggi non sono all’altezza, non hanno obiettivi e invece...

«Invece abbiamo fatto rimangiare a tutti quelli che non credevano in noi. Quando siamo partite, in Italia non tutti ci vedevano come una squadra forte. Adesso li abbiamo fatti un po’ ricredere».

Voi ve la sentivate un po’, vero?

«Tutti quelli che sono partiti per il Mondiale ci credevano: abbiamo lavorato tanto per tanti mesi. Ci credevamo prima e ci crediamo adesso».

Come state fisicament­e e di morale?

«Fisicament­e stiamo bene e psicologic­amente siamo contentiss­ime di essere arrivate in semifinale a questo Mondiale, certamente non ci accontenti­amo. Ce la giocheremo fino alla fine. Alle Final Four ci sono le 4 migliori squadre del mondo (rispetto alle semifinali olimpiche di Rio, tre si sono confermate l’unica novità è l’Italia, che ha preso il posto degli Stati Uniti,

ndr). Ce la metteremo tutta per poter portare a casa un risultato».

Quali scorie ha lasciato la sconfitta contro la Serbia?

«Come sempre quando si va in campo si pensa di poter vincere. O si cerca di farlo. Non esiste che non ti impegni perché sei già qualificat­a. Probabilme­nte il livello di attenzione rispetto a una partita dove sei dentro o fuori, sarebbe stato più alto. E’ stat una gara in cui abbiamo anche studiato un po’ la Serbia. Alla fine ci è servita perché - nonostante tutto - siamo riuscite a stare lì lì nel punteggio. Abbiamo sfiorato il quinto set».

Come vi preparate, si riesce a guardare oltre?

«Una gara alla volta, come sempre: adesso c’è la Cina. Il nostro orizzonte è solo quello».

State sui social?

«Dipende: certo, vogliamo che in Italia le persone ci seguano. Mettiamo gli orari delle partite, vogliamo che sappiano di noi. Anche quello che facciamo nel tempo libero, tipo quando andiamo in giro per non stare sempre ferme. Ci serve tenere anche la testa un po’ occupata con qualcosa che non sia soltanto la pallavolo. Perché l’adrenalina che abbiamo in circolo resta tanta, anche quando non si gioca. Anzi, più non si gioca e più la tensione sale: così magari se siamo in giro a visitare qualcosa mettiamo una foto. In modo molto sereno e tranquillo. Senza chissà che cosa. Anche se io in questo ultimo periodo ho preferito essere “invisibile”. In generale sono abbastanza presente, ma in questi giorni ho preferito fare così».

Il livello di superstizi­one è ai massimi?

«Diciamo che cresce con quello delle partite. Ma non chiedete nulla né a me né alle mie compagne. Siamo delle tombe... Non diremo nulla. Ci serve per stare un po’ più tranquille...». Il momento lo richiede. Allora tutti con le dita incrociate davanti alla tv. Questa Italia se lo merita davvero.

«NON TUTTI CI VEDEVANO COME UNA SQUADRA FORTE»

«CI ABBIAMO SEMPRE CREDUTO, C’È TANTO LAVORO DIETRO»

«SIAMO TUTTE SOCIAL, MA IN QUESTO PERIODO SONO SPARITA»

CRISTINA CHIRICHELL­A

24 ANNI

LA CHIAVE

«Vogliamo portare a casa un risultato, in testa c’è solo la sfida con la Cina»

«Io e De Gennaro, le reduci dall’ultimo Mondiale. Questo cambio ci voleva»

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Cristina Chirichell­a, 0.74 muri/set al Mondiale GALBIATI

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