La Gazzetta dello Sport

James, Micov, Nedovic Show Olimpia al Pireo

●K.o. a Portland nel debutto coi Lakers, James contrappon­e l’amalgama coi nuovi compagni a quello dei cereali nel latte

- M.o.

«La chimica di squadra non è come i fiocchi d’avena». Beh, questa non l’avevamo mai sentita. E’ stata la frase con cui LeBron James ha descritto il suo debutto in maglia Lakers. Il concetto è semplice: i fiocchi nel latte si sciolgono in un attimo raggiungen­do una densità omogenea, mettere insieme nuovi giocatori in una squadra richiede tempo prima che si ottenga il mix ideale. Il tutto per spiegare il -9 con cui il Prescelto ha aperto la sua quarta vita cestistica, quella da King of L.A., un 128-119 a favore dei Blazers. James ha chiuso col solito score d’autore: 26 punti, 12 rimbalzi e 6 assist, ma i compagni non gli hanno dato una mano. I Lakers hanno infatti fallito i primi 15 tentativi dall’arco, concesso 14 rimbalzi offensivi che hanno portato a 21 punti per Portland. In generale, l’impression­e è stata proprio quella di un gruppo poco coeso, mentre dall’altra parte Lillard e McCollum, AFP con gran parte del roster invariato rispetto all’anno scorso, hanno avuto il vantaggio di ricomincia­re da dove avevano smesso (prematuram­ente) nella stagione 2017-18.

ALLEN La serata del Moda Center è stata pure incentrata sull’ultimo saluto al proprietar­io dei Blazers, Paul Allen, morto pochi giorni fa. La sua sedia a bordo campo è rimasta vuota, con solo una rosa che la occupava. Ma è chiaro che l’attenzione è stata catalizzat­a dalla prima di LeBron. Una sfida che ha peraltro già messo in luce quelli che potrebbero essere i problemi dei lagunari in questa stagione, ovvero la mancanza di tiratori da fuori. I Lakers hanno circondato il Prescelto di portatori di palla, controtend­enza rispetto ai compagni che aveva ai Cavs. Il 7/30 finale da tre rischia di essere una costante. Altra chiave negativa è la difficoltà nel fermare i lunghi avversari. Il quintetto basso di coach Luke Walton ha arrancato e il solo McGee non può bastare per arginare il problema. «Ci vorrà tanta pazienza – ha detto LeBron – da parte di tutti noi. Dobbiamo conoscerci, capire quali sono i punti di forza di ciascuno e quali invece quelli deboli in modo da migliorarl­i. E’ stato comunque un buon primo test, in un’arena dove in questo secolo i Blazers non hanno mai perso la prima partita dell’anno».

TRIPLA Intanto a Philadelph­ia stappano champagne. Non tanto per la larga vittoria su Chicago (127-108) quanto per la prima tripla in carriera di Markelle Fultz, prima scelta assoluta al draft 2017, che pareva aver totalmente smarrito il tiro da fuori. «Non ho mai avuto paura di tirare – ha poi detto Fultz – Ma ammetto che è stato un sollievo. Ho lavorato duramente in estate, ora mi sento a mio agio. Quando ho rilasciato la palla ero convinto che entrasse».

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LeBron James, 33 anni, alla prima in maglia Lakers

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