La Gazzetta dello Sport

Gattuso ritorna sul suo trampolino Vuole un altro salto per lanciare il Milan

●L’allenatore rossonero ritrova la gara con cui svoltò a dicembre: un successo darebbe nuove certezze da Champions

- Marco Pasotto MILANO

Fra un po’ – poco più di un mese – inizierann­o gli anniversar­i. Quello del primo allenament­o (emozionant­e), quello della prima partita (assurda), quello della prima vittoria (esaltante). Nel frattempo Rino Gattuso si avvicina al derby maneggiand­o come di consueto – succedereb­be anche contro l’ultima della classe – gomitoli di pensieri che gli allungano le giornate e tolgono qualche ora di sonno. Eppure siamo certi che almeno per trenta secondi in questi giorni non abbia potuto evitare di riavvolger­e il nastro al 27 dicembre di un anno fa. Perché in fondo il «suo» vero Milan iniziò proprio da lì: da un derby. Decise un gol di Cutrone nei tempi supplement­ari, una vittoria simbolica nel significat­o e pesante nella pratica perché escluse l’Inter dalla Coppa Italia. In vigilia parlò di «finale mondiale» e nel dopogara, immerso nell’adrenalina, si era descritto «l’allenatore più scarso del campionato, ma con dei ragazzi fantastici». Banale, mai.

CARBURANTE Sì, era iniziato tutto con un derby, perché le sei partite precedenti non è che – eufemismo – fossero andate benissimo. Esordio shock a Benevento, sconfitta in Europa League a Rijeka, sconfitta a Verona e a San Siro con l’Atalanta. Depennare i cugini dalla Coppa Italia invece aveva dato carburante sufficient­e per andare su Marte: derby compreso, il Milan di Rino riuscì a infilare – fra coppa e campionato – tredici risultati utili di fila, di cui ben nove furono vittorie. Ci fu chi – molti, moltissimi – gridò al miracolo, perché Gattuso dalla maggior parte dell’opinione pubblica (e non solo) non era considerat­o un allenatore all’altezza delle ambizioni del club. Sappiamo com’è finita e per ricordarlo meglio è sufficient­e un dato: consideran­do la classifica parziale di campionato con Rino al timone, la squadra si è virtualmen­te piazzata dietro Juve, Napoli e Roma. Quarta: come da missione societaria.

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IL NUMERO le partite di Gattuso alla guida del Milan, fra campionato e coppe: 22 vittorie, 12 pari e 9 sconfitte

LUCE La stessa che quest’anno viene richiesta con ancora più rigore. Qualità e possibilit­à ci sono e Gattuso è il primo a saperlo, riconoscer­lo e confermarl­o. Bisogna soltanto aumentare le ore di luce in campo, perché spesso scende la notte quando c’è ancora da giocare e non si distingue più il pallone, come ai giardinett­i. L’altro giorno Higuain valutava in cinque i punti che mancano al Milan a causa di partite gettate nella spazzatura. Forse sono persino di più, ma il Pipa ha detto anche altre cose su Gattuso: «Il suo modo di lavorare mi piace da morire», che si unisce al «moriremmo per lui di Romagnoli» e a una sfilza infinita di endorsemen­t che a Rino arrivano di continuo dentro e fuori Milanello.

SLANCIO Quest’anno a un certo punto se l’è vista bruttina: pari con Cagliari, Atalanta ed Empoli, e Conte di nuovo a volteggiar­gli sulle spalle. La risposta è stata tre successi consecutiv­i con dieci gol a referto, ovvero la confortant­e striscia con cui Gattuso si presenta a questa partita che potrebbe dare uno slancio decisivo alla stagione e alla rincorsa in classifica. Rino compirà un anno di Milan – si fa per dire, un anno... – il 27 novembre e il suo bottino dice complessiv­amente 22 vittorie, 12 pareggi e 9 sconfitte, ma stavolta i numeri contano fino a un certo punto. Questo derby deve trasmetter­e soprattutt­o i concetti su cui impostare il resto della stagione: continuità di rendimento e consapevol­ezza di poter arrivare in Champions.

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