La Gazzetta dello Sport

La guerra dei mondi Sarri e Mou al primo faccia a faccia

Il tecnico del Chelsea così diverso da quello dello United: «Lui più bravo, io devo progredire»

- Stefano Boldrini CORRISPOND­ENTE DA LONDRA

Ill bancario e il professore di educazione fisica. Londra e Manchester. La Premier, l’Italia, l’estetica, il pragmatism­o. Chelsea-Manchester United è oggi soprattutt­o SarriMouri­nho, al primo faccia a faccia: un evento storico. Una sfida diventata ufficiale solo all’ora di pranzo di ieri, quando il portoghese ha annunciato di aver chiesto e ottenuto dalla federazion­e un supplement­o di tempo per rispondere al deferiment­o scattato dopo gli insulti e il dito mignolo mostrato alle telecamere il 6 ottobre, al termine di United-Newcastle. La Football Associatio­n ha concesso 5 giorni in più, di conseguenz­a Mou oggi sarà in panchina allo Stamford Bridge.

STAMFORD TABU’ I tre precedenti nel suo vecchio stadio hanno regalato solo amarezze allo Special One: ha sempre perso. Il 23 ottobre 2016, i Blues di Conte vinsero 4-0. Il 13 marzo 2017, in FA Cup, lo United fu liquidato 1-0. Il 5 novembre 2017, un altro 1-0 per il Chelsea. Un eventuale successo sarebbe una ragione in più per liberare la gioia, ma il portoghese ha promesso un comportame­nto sobrio: «Non voglio mancare di rispetto ai miei ex tifosi».

RISPETTO Il concetto del rispetto ha ispirato la vigilia. Sarri ha speso parole importanti nei confronti di Mou: «Ha vinto tutto e dappertutt­o. E’ uno dei migliori allenatori al mondo. Sul piano dei risultati è il numero uno in assoluto. E’ più bravo di me. Spero un giorno di poter festeggiar­e anch’io qualche successo, ma finora non c’è confronto. Io ho vinto un campionato di B a Empoli e qualcosa nelle serie inferiori, ma adesso devo compiere un ulteriore salto». Mou, subito dopo il 3-2 sul Newcastle, ha detto di essere stato oggetto di una vera caccia all’uomo da parte dei media. Sarri lo ha difeso: «Mi è parso tutto eccessivo. Siamo solo all’ottava giornata, sono rimasto sorpreso dal trattament­o che gli è stato riservato. I valori sono chiari. Lo United è una grande squadra, ma il City è il più forte in assoluto». Il calcio di Sarri sta conquistan­do l’Inghilterr­a, ma l’allenatore tiene i piedi a terra: «Lo Special One resta lui. Io sono Happy One, felice di quello che sto vivendo. Sono partito dalle serie più basse e sono approdato in uno dei club più importanti del mondo».

LE CITTÀ Oltre la sfida SarriMou, Chelsea-United ci regala l’ennesimo confronto tra lo snobismo di Londra e la globalità di Manchester, che deve proprio al calcio la sua notorietà nel mondo. Big Ben, Buckingham Palace, London Eye e i ponti sul Tamigi sono lontani anni luce da Deansgate e i canali di Manchester. La rivincita dell’antica Mancunia, protagonis­ta due secoli fa della rivoluzion­e industrial­e, passa attraverso il calcio: non è caso l’Old Trafford è uno dei siti più visitati dai turisti e in pieno centro sorge i museo del football.

VALORI Chelsea e Manchester United sono separati da 7 punti: un successo dei Blues riportereb­be i Red Devils alle loro angosce, tracciando un divario incolmabil­e. Il Chelsea ha un’età media di 27,8 anni, 22 stranieri (l’81,5% della rosa) e un valore di mercato di 891,7 mln di euro. Lo United ha l’età media di 27,3, gli stranieri sono 19 (73,1%) e il parco giocatori è stimato in 835 mln. Lo United, dal 2005 nelle mani della famiglia statuniten­se Glazer, ha un valore complessiv­o di 4 miliardi di dollari. Il Chelsea dal 2003 è posseduto dal russo Roman Abramovich e il prezzo del club non arriva a 3 miliardi.

IL CALCIO Il modulo base, il 43-3, riavvicina i due pianeti, ma le interpreta­zioni sono diverse. Il «sarrismo» è più offensivo: il possesso palla è la strada maestra. Il «mourinhism­o» è più protettivo e qualcuno si chiede se la strategia dello United di oggi sia quella del bus parcheggia­to di fronte la porta. Sarri vorrebbe rubare qualcosa al collega: «Il Chelsea deve migliorare nella fase difensiva. Regaliamo troppe occasioni». Gli incroci in campo sono raffinati. Due portieri spagnoli (Kepa e De Gea). Un duello a centrocamp­o in salsa francese (Kanté e Pogba). Due registi di stile opposto (Jorginho e Matic). Due belgi (Hazard e Lukaku) a produrre gol. Hazard, capocannon­iere a 7, è l’uomo del destino: potrebbe essere lui a orientare la prima sfida Sarri-Mou.

José a Stamford >Bridge ha sempre perso ed è sotto tiro, ma l’italiano lo difende

>«Lo Special One resta lui, io sono l’Happy One, felice di quello che sto vivendo»

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