Pescara da favola Gol, cuore, gioco: Pillon va in fuga Spezia incompiuto
●Nessuno aveva vinto al Picco: gli abruzzesi ci riescono con Mancuso e Monachello (doppietta)
Un bollo con la ceralacca per certificare una certezza: questo Pescara si può giocare la promozione in Serie A. Alla faccia della prudenza del modesto Bepi Pillon, l’imbattuta capolista è veramente tosta e in uno degli stadi più difficili del campionato, dove finora tutti avevano perso, è arrivata la quinta vittoria stagionale, che consente di mantenere la vetta solitaria e di guardare lontano con ottimismo. Le quattro big del torneo (Benevento, Crotone, Palermo e Verona) hanno trovato insomma una seria rivale. Un ruolo che stava inseguendo anche lo Spezia, che in caso di vittoria avrebbe agganciato la vetta (anche se solo, magari, fino a domenica sera). E invece la squadra di Marino ha incassato una brutta sconfitta, dopo aver creduto – senza presunzione – di potersela giocare alla pari. PESCARA DI LUSSO Diverse le cose che hanno colpito nel Pescara. La solidità della difesa in primis, visto che in avvio lo Spezia è partito forte, in una serata elettrica con lo stadio abbastanza caldo. La brillantezza degli attaccanti poi, pronti a mettersi in moto ogni volta che il centrocampo recuperava palla, fino ad arrivare alle finalizzazioni. Tre gol, tutti delle punte. Il primo di Mancuso, di testa, su angolo di Memushaj, bruciando Giani: e sono sei per il bomber. Poi i due di Monachello, che forse ha cominciato la stagione della consacrazione dopo tante promesse non mantenute: il primo dopo una bella iniziativa di Marras, con controllo sulla sinistra e furbo diagonale a beffare Lamanna quando tutti si aspettavano il cross; il secondo nella ripresa dopo un’azione da manuale avviata da Brugman con un lungo lancio per Marras, bravo nell’assist al centro a Monachello, freddo nella girata. Altra qualità del Pescara: saper colpire al momento giusto. Perché quando Fiorillo ha detto no con la punta delle dita al diagonale di Galabinov, è subito arrivato il 3-1. Perché tutto questo? Perché il cuore della squadra è un centrocampo sontuoso, con Brugman a insegnare calcio, Memushaj a fargli da fedele soldato e Machin a ricamare, candidandosi a prossimo gioiello in uscita della celebre bottega di Pescara. Uno o due tocchi e via, ecco decine di servizi per i tre proiettili d’attacco e un gioco decisamente divertente.
SPEZIA DA RIVEDERE Anche lo Spezia ha cercato la brillantezza, ma è parso invece macchinoso e poco produttivo, oltre che fragile nei primi tempi: ora è a 10 gol presi (su 12) nella prima parte delle gare. Galabinov, pur a mezzo servizio, ha avuto diverse
occasioni: nel primo tempo si è divorato il pareggio dopo un controllo in solitaria al limite, poi ha accorciato di testa riaprendo la gara. E nella ripresa avrebbe potuto anche pareggiarla se Fiorillo non avesse fatto un altro miracolo tra i pali. Non è stato un brutto Spezia, vicino al gol nei primi 45’ anche con De Col, bravo nell’inserimento ma non nella conclusione. L’estenuante possesso palla dei liguri non ha prodotto grandi cose, e in area è mancata un’alternativa a Galabinov (pericoloso anche di testa in avvio di ripresa) per cercare la via della rete. L’assenza di Okereke si è sentita, ma forse Marino si deve inventare qualcosa di diverso per evitare un’altra stagione anonima allo Spezia.
LA PARTITA
La forza del Pescara è il sontuoso centrocampo, con Machin che brilla
Per Marino sterile possesso palla, si è sentita l’assenza di Okereke