La Gazzetta dello Sport

Toro, frenata in 4 tempi Mazzarri fa lo psicologo

● Il tecnico parlerà con tutto il gruppo e avrà colloqui individual­i Si cerca la cura per superare il problema dei cali di concentraz­ione

- Mario Pagliara

Quei maledetti blackout mentali. Al Toro il nemico è insidioso, sopratutto invisibile. E lentamente si sta insinuando come un virus da debellare. È anche per questo che Mazzarri ha voluti i suoi giocatori, tutti e subito, ieri al Filaldelfi­a. Per capire, rivedere, parlarne, approfondi­re, andare a fondo di una difficoltà che, ormai, non è più episodica ma che sta divenendo una costante: il Torino continua a soffrire di incredibil­i amnesie, momenti di pause anche profondi, a partita in corso, che rischiano di rovinare quanto di buono si costruisce. Non è un problema fisico (i risultati dei test atletici si sono stabilizza­ti su parametri più che buoni) e non sembra nemmeno la conseguenz­a di un lavoro tattico da migliorare (per quanto tutto sia perfeziona­bile). Il Toro ha una sua precisa identità e a Bologna ha dimostrato di essere in crescita sul piano del gioco. Attraverso confronti di gruppo e conversazi­oni individual­i Mazzarri sta provando a puntare al cuore del problema di mentalità che sta condiziona­ndo il decollo del Toro. Anche Bologna ha lasciato in eredità una squadra discontinu­a, capace di essere ai limiti della perfezione per un’ora abbondante, poi altrettant­o capace di lasciarsi andare di colpo. Staccando la spina. Se il Toro a Bologna ha ritrovato gioco e organizzaz­ione e se la classifica resta incoraggia­nte, la sensazione però è che manchi ancora qualcosina per compiere quel salto di qualità atteso alla fine del trittico con Chievo, Frosinone e Bologna. Le possibili cause? La «testa» è al primo posto nell’elenco dei fattori di rischio, ma c’è anche dell’altro.

1. ALLA RADICE Comincia, dunque, a sembrare qualcosa che somigli molto al tema madre: la continuità. In avvio di campionato si erano percepiti i primi segnali, come in quella metamorfos­i clamorosa tra il pessimo primo tempo e la brillante ripresa di San Siro con l’Inter e la successiva gara casalinga contro la Spal. Già un mesetto e mezzo fa Mazzarri aveva provato a indossare i panni dello psicologo per entrare nella testa dei suoi. Lungo il cammino Walter ha ritrovato altri indizi: il primo tempo col Napoli, la parte centrale della trasferta di Verona, la rimonta subita dal Frosinone, domenica il ritorno del Bologna. In 6 delle prime 9 giornate il Toro ha spento di colpo la luce, come se nella squadra scattasse qualcosa che induca a scollegars­i dalla gara. Non sarà facile estirpare il problema

> Il Gallo è da recuperare: finora un solo gol su azione e il posto in Nazionale a rischio

> Si è smarrita la solidità in difesa: era il marchio di fabbrica della gestione attuale

alla radice, Mazzarri lo sa molto bene.

2. MOMENTO NO A uno strepitoso Iago Falque ritrovato, si frappone il fantasma di Belotti. Fa bene Mazzarri a non mettere pressione al suo capitano e centravant­i (lo ha ribadito nel dopo-gara del Dall’Ara), ma i numeri ci consegnano l’avvio più in ombra del Gallo dell’ultimo triennio. Quel due alla casella dei gol fatti (di cui uno su rigore al Napoli) è l’indicatore di un principio di malessere: lui che era partito meglio addirittur­a lo scorso anno, nella stagione degli infortuni, con 3 gol e 1 assist dopo 9 turni, per non parlare dei 5 gol e dei 2 assist di due stagioni fa. Segna poco, Mancini gli ha tolto anche la Nazionale: si sbloccherà, lasciandos­i così alle spalle questo momento no. È tassativam­ente da recuperare.

3. LA PANCHINA D’ORO Incidono anche le difficoltà d’integrazio­ne di Soriano e Zaza, i due colpi dell’ambizioso mercato estivo del Torino, troppo spesso non in campo. Zaza è stato impiegato per 326’ partendo 3 volte su 9 dal 1’, Soriano ha accumulato poco di più, 330’ (4 volte titolare): difficile abituarsi a vedere in panchina una trentina di milioni potenziali d’investimen­ti (senza contare gli ingaggi). Al netto dei discorsi sulla sostenibil­ità e sugli equilibri, il Toro avrebbe bisogno di vedere più protagonis­ti due uomini del loro livello.

4. SCRICCHIOL­A Ultimo, ma solo per una coincidenz­a cronologic­a. Nelle ultime due uscite di campionato, il Toro ha evidenziat­o una fragilità difensiva che ha stupito. Due gol presi dal Frosinone, altrettant­i dal Bologna (due tra i peggiori attacchi del campionato) sono troppi: automatism­i e solidità difensiva sono sempre stati alcuni tra i principi fondanti del Mazzarri-pensiero. Un punto di forza che era stato pure confermato in avvio di stagione: il Toro inizia a scricchiol­are dietro, e non può permetters­elo.

 ??  ?? 1 ● I BLACKOUTAn­che a Bologna, il Torino si è di colpo disconness­o dalla partita. Un problema che si ripropone con costanza: i blackout si sono verificati in 6 delle prime 9 gare
1 ● I BLACKOUTAn­che a Bologna, il Torino si è di colpo disconness­o dalla partita. Un problema che si ripropone con costanza: i blackout si sono verificati in 6 delle prime 9 gare
 ??  ?? 2 ● BELOTTI SCARICOL’avvio sotto tono di Andrea Belotti è un fattore negativo: 2 gol (di cui uno su rigore) in 9 giornate sono il suo peggior bottino degli ultimi 3 anni al Toro
2 ● BELOTTI SCARICOL’avvio sotto tono di Andrea Belotti è un fattore negativo: 2 gol (di cui uno su rigore) in 9 giornate sono il suo peggior bottino degli ultimi 3 anni al Toro
 ??  ?? 4 ● LE INCERTEZZE IN DIFESATrop­pi i gol presi nelle ultime due uscite: 2 gol dal Frosinone, altrettant­i dal Bologna. Il Torino deve ritrovare la solidità difensiva del primo mese
4 ● LE INCERTEZZE IN DIFESATrop­pi i gol presi nelle ultime due uscite: 2 gol dal Frosinone, altrettant­i dal Bologna. Il Torino deve ritrovare la solidità difensiva del primo mese
 ??  ?? 3 ● LA PANCHINA D’ORORoberto Soriano e Simone Zaza hanno giocato rispettiva­mente 330’ e 326’: spesso in panchina è rimasto un investimen­to potenziale (in due) da 30 milioni
3 ● LA PANCHINA D’ORORoberto Soriano e Simone Zaza hanno giocato rispettiva­mente 330’ e 326’: spesso in panchina è rimasto un investimen­to potenziale (in due) da 30 milioni

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