Real e Zombie Lopetegui alla ricerca di Viktoria
●Il Madrid non vince da un mese Il tecnico coi cechi ha l’ultima chance per salvare il posto
C’era «El Ansia», ovvero Cristiano Ronaldo secondo la beffarda etichetta affibbiatagli dallo spogliatoio blanco quando non segnava e gli veniva l’ansione da prestazione. Poi «El Gato», appiccicato ad Ancelotti dai dirigenti del Madrid perché Florentino Perez era sempre lì che lo voleva cacciare, ma Carletto vinceva, si salvava e sembrava avere sette vite come i felini. Dopo di lui è arrivato «El Diez», sarcastico nomignolo coniato dal sempre prolifero spogliatoio blanco per Rafa Benitez a sottolineare le sue lacune tecniche con la «pelota». Ieri è apparso «El Zombi»: così, stando a quanto scrive il Pais, chiamano Lopetegui i dirigenti della Casa Blanca. Per tutti il tecnico basco è al capolinea: stasera sarà in panchina contro il Viktoria Plzen, domani chissà, il Clasico al Camp Nou di domenica è lontanissimo. Tale la situazione di bilico che Marca ha parafrasato per Julen il celebre «partido a partido» di Simeone in «matchball a matchball». Ogni partita un punto decisivo: una sconfitta o anche solo una brutta prestazione saranno fatali all’ex c.t.
SENTENZIATO? Lopetegui ieri è apparso a Valdebebas con spirito combattivo e aria di sfida: «Se siete venuti qui sperando di trovarvi di fronte a un tipo affossato o abbattuto non guardate in questa direzione – ha detto –. Al contrario, io conservo competitività e ambizione massima. E vivo la quotidianità con l’abituale normalità». Beh, se davvero è così gli va dato atto di grande serenità e sprezzo del pericolo, perché tutto ciò che esce dalle finestre della Casa Blanca è tempestoso. Tutti concordano sul fatto che è ancora a Valdebebas solo perché Florentino non è riuscito a trovare un’alternativa valida. E in quest’ambito i nomi sono sempre gli stessi: Solari in netto vantaggio, Guti e «Bob» Martinez di rincorsa, Conte staccato, forse irrimediabilmente.
LA DIFESA In tutta questa incertezza, ecco la gara col Viktoria, che ha pareggiato col Cska e preso una manita a Roma. L’avversario migliore per ripartire e ritrovare una vittoria che al Madrid manca da un mese e cinque partite, quattro delle quali perse. «Se cacciano l’allenatore, devono cacciare anche tutti noi», ha detto ieri Isco seduto accanto a Julen. Il «Magia», visto che siamo in tema di soprannomi, ha difeso con passione l’allenatore che gli aveva dato le chiavi della nazionale e ha mandato un ricordo a Ronaldo: «Non possiamo star qui a piangere per l’assenza di qualcuno che se n’è voluto andare».
LE PALLONATE Il fatto che accanto al tecnico ci fosse Isco, e non il capitano Sergio Ramos, è stato notato. Anche perché il difensore era tanto nervoso che nel misero quarto d’ora di allenamento concesso alle telecamere non è riuscito a trattenersi e si è fatto filmare mentre scalciava rabbioso due palloni contro Reguilon, canterano che in uno scontro di gioco gli aveva fortuitamente sfiorato la faccia con la mano. Cose che succedono in allenamento, seguite dalle scuse via social, come si usa ora. Ma al Madrid tutto è amplificato. Compresi i soprannomi.