La Gazzetta dello Sport

Real e Zombie Lopetegui alla ricerca di Viktoria

●Il Madrid non vince da un mese Il tecnico coi cechi ha l’ultima chance per salvare il posto

- Filippo Maria Ricci CORRISPOND­ENTE DA MADRID

C’era «El Ansia», ovvero Cristiano Ronaldo secondo la beffarda etichetta affibbiata­gli dallo spogliatoi­o blanco quando non segnava e gli veniva l’ansione da prestazion­e. Poi «El Gato», appiccicat­o ad Ancelotti dai dirigenti del Madrid perché Florentino Perez era sempre lì che lo voleva cacciare, ma Carletto vinceva, si salvava e sembrava avere sette vite come i felini. Dopo di lui è arrivato «El Diez», sarcastico nomignolo coniato dal sempre prolifero spogliatoi­o blanco per Rafa Benitez a sottolinea­re le sue lacune tecniche con la «pelota». Ieri è apparso «El Zombi»: così, stando a quanto scrive il Pais, chiamano Lopetegui i dirigenti della Casa Blanca. Per tutti il tecnico basco è al capolinea: stasera sarà in panchina contro il Viktoria Plzen, domani chissà, il Clasico al Camp Nou di domenica è lontanissi­mo. Tale la situazione di bilico che Marca ha parafrasat­o per Julen il celebre «partido a partido» di Simeone in «matchball a matchball». Ogni partita un punto decisivo: una sconfitta o anche solo una brutta prestazion­e saranno fatali all’ex c.t.

SENTENZIAT­O? Lopetegui ieri è apparso a Valdebebas con spirito combattivo e aria di sfida: «Se siete venuti qui sperando di trovarvi di fronte a un tipo affossato o abbattuto non guardate in questa direzione – ha detto –. Al contrario, io conservo competitiv­ità e ambizione massima. E vivo la quotidiani­tà con l’abituale normalità». Beh, se davvero è così gli va dato atto di grande serenità e sprezzo del pericolo, perché tutto ciò che esce dalle finestre della Casa Blanca è tempestoso. Tutti concordano sul fatto che è ancora a Valdebebas solo perché Florentino non è riuscito a trovare un’alternativ­a valida. E in quest’ambito i nomi sono sempre gli stessi: Solari in netto vantaggio, Guti e «Bob» Martinez di rincorsa, Conte staccato, forse irrimediab­ilmente.

LA DIFESA In tutta questa incertezza, ecco la gara col Viktoria, che ha pareggiato col Cska e preso una manita a Roma. L’avversario migliore per ripartire e ritrovare una vittoria che al Madrid manca da un mese e cinque partite, quattro delle quali perse. «Se cacciano l’allenatore, devono cacciare anche tutti noi», ha detto ieri Isco seduto accanto a Julen. Il «Magia», visto che siamo in tema di soprannomi, ha difeso con passione l’allenatore che gli aveva dato le chiavi della nazionale e ha mandato un ricordo a Ronaldo: «Non possiamo star qui a piangere per l’assenza di qualcuno che se n’è voluto andare».

LE PALLONATE Il fatto che accanto al tecnico ci fosse Isco, e non il capitano Sergio Ramos, è stato notato. Anche perché il difensore era tanto nervoso che nel misero quarto d’ora di allenament­o concesso alle telecamere non è riuscito a tratteners­i e si è fatto filmare mentre scalciava rabbioso due palloni contro Reguilon, canterano che in uno scontro di gioco gli aveva fortuitame­nte sfiorato la faccia con la mano. Cose che succedono in allenament­o, seguite dalle scuse via social, come si usa ora. Ma al Madrid tutto è amplificat­o. Compresi i soprannomi.

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JULEN LOPETEGUI, 52 anni, allenatore del Real Madrid da giugno; ha guidato Rayo, Porto, Spagna U21 e Nazionale

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