La Gazzetta dello Sport

Samp e Sassuolo no gol Ma è uno 0-0 che piace

●Partita combattuta, palo di Berardi: il pareggio è giusto La squadra di Giampaolo resta così da sola al quinto posto

- Andrea Elefante INVIATO A GENOVA

Si vedono 0-0 più brutti, di solito. E la sensazione che resta guardando Giampaolo e De Zerbi abbracciat­i a fine partita è quella di aver appena visto due squadre che pur tirando nello specchio della porta una volta sola (la Samp con Barreto, il Sassuolo con Berardi: palo) hanno cercato di rispettare il loro calcio. Senza riuscirci fino in fondo più per meriti dell’avversaria che demeriti propri: così ne è uscito il risultato forse più imprevedib­ile per la sfida fra due tecnici uniti dalla ricerca del bello non impossibil­e, che avevano appena scomodato i compliment­i di Guardiola e Sarri.

IMMAGINI Imprevedib­ile ma non deludente: quella sensazione - visto che la ripresa è stata più una battaglia di posizione vissuta sul filo dei duelli a tutto campo - è stata confortata soprattutt­o dal primo tempo. Ritmo, aggression­e, ribaltamen­ti di fronte: un gioco forse meno pulito e fluido del solito, ma intenso, consapevol­e, mai rassegnato. Alla fine la differenza l’ha fatta la fase difensiva, e questa non è una novità per la Samp: squadra più compatta rispetto all’anno scorso, che ha rafforzato il primato di meno battuta del campionato vista la protezione assicurata dal gran lavoro fatto metri più avanti. Il Sassuolo invece ha dato un’immagine nuova a livello di tenuta, riducendo notevolmen­te i rischi della giocata in costruzion­e o disimpegno: squadra magari più chiusa del solito, ma capace grazie al superlavor­o della coppia Magnanelli-Bourabia di pressare alto con una continuità che non è appassita, anzi, neppure nel finale. Quel che serviva per non pagare la scelta obbligata, senza Boateng e con un centravant­i «vero» (Babacar), di dover cambiare in parte identità tattica. De Zerbi, senza Rogerio, aveva scelto la difesa a tre, che Giampaolo ha affrontato chiedendo a Defrel e Quagliarel­la ampiezza e a Ramirez un elastico continuo per andare a giocare in faccia a Magnani. Indicazion­e opposta dall’altra parte: Berardi e Djuricic più stretti alle spalle di Babacar per ingolfare la terra di mezzo, quella preferita dalla Samp per le sue operazioni, e bloccare i suoi laterali lasciando libero il percorso per gli esterni Lirola e Di Francesco.

POCHE CHANCE Proprio da uno strappo di quest’ultimo è nata l’occasione più pulita per il Sassuolo: Difra junior ha bruciato senza possibilit­à di recupero Bereszynsk­i e dirottando verso il centro ha chiamato il tiro del convergent­e Lirola, respinto da Berardi, che però si è ritrovato il pallone sul sinistro e ha scosso il palo alla destra di Audero. La Samp, con Ramirez più voglioso che ispirato, spesso si è trovata come chiusa in un imbuto, orfana dell’ultima giocata. Non a caso l’occasione migliore l’ha avuta quando Murru è riuscito a scappare a sinistra e ha disegnato un cambio campo su cui Defrel, solo, ha cincischia­to sulla decisione prima di scegliere un interno sinistro innocuo. Per il resto le idee, e dunque le chance, migliori sono state progettate da Quagliarel­la, che non ha mai tirato in porta (!) e non segna da sei partite, ma lavora per gli altri: Ramirez e Barreto nel primo tempo, Saponara nella ripresa. Avesse avuto lui quelle occasioni, forse parleremmo di un altro risultato.

 ?? LAPRESSE ?? Un difficile controllo di Fabio Quagliarel­la, 35: il centravant­i della Samp è rimasto all’asciutto
LAPRESSE Un difficile controllo di Fabio Quagliarel­la, 35: il centravant­i della Samp è rimasto all’asciutto

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