Samp e Sassuolo no gol Ma è uno 0-0 che piace
●Partita combattuta, palo di Berardi: il pareggio è giusto La squadra di Giampaolo resta così da sola al quinto posto
Si vedono 0-0 più brutti, di solito. E la sensazione che resta guardando Giampaolo e De Zerbi abbracciati a fine partita è quella di aver appena visto due squadre che pur tirando nello specchio della porta una volta sola (la Samp con Barreto, il Sassuolo con Berardi: palo) hanno cercato di rispettare il loro calcio. Senza riuscirci fino in fondo più per meriti dell’avversaria che demeriti propri: così ne è uscito il risultato forse più imprevedibile per la sfida fra due tecnici uniti dalla ricerca del bello non impossibile, che avevano appena scomodato i complimenti di Guardiola e Sarri.
IMMAGINI Imprevedibile ma non deludente: quella sensazione - visto che la ripresa è stata più una battaglia di posizione vissuta sul filo dei duelli a tutto campo - è stata confortata soprattutto dal primo tempo. Ritmo, aggressione, ribaltamenti di fronte: un gioco forse meno pulito e fluido del solito, ma intenso, consapevole, mai rassegnato. Alla fine la differenza l’ha fatta la fase difensiva, e questa non è una novità per la Samp: squadra più compatta rispetto all’anno scorso, che ha rafforzato il primato di meno battuta del campionato vista la protezione assicurata dal gran lavoro fatto metri più avanti. Il Sassuolo invece ha dato un’immagine nuova a livello di tenuta, riducendo notevolmente i rischi della giocata in costruzione o disimpegno: squadra magari più chiusa del solito, ma capace grazie al superlavoro della coppia Magnanelli-Bourabia di pressare alto con una continuità che non è appassita, anzi, neppure nel finale. Quel che serviva per non pagare la scelta obbligata, senza Boateng e con un centravanti «vero» (Babacar), di dover cambiare in parte identità tattica. De Zerbi, senza Rogerio, aveva scelto la difesa a tre, che Giampaolo ha affrontato chiedendo a Defrel e Quagliarella ampiezza e a Ramirez un elastico continuo per andare a giocare in faccia a Magnani. Indicazione opposta dall’altra parte: Berardi e Djuricic più stretti alle spalle di Babacar per ingolfare la terra di mezzo, quella preferita dalla Samp per le sue operazioni, e bloccare i suoi laterali lasciando libero il percorso per gli esterni Lirola e Di Francesco.
POCHE CHANCE Proprio da uno strappo di quest’ultimo è nata l’occasione più pulita per il Sassuolo: Difra junior ha bruciato senza possibilità di recupero Bereszynski e dirottando verso il centro ha chiamato il tiro del convergente Lirola, respinto da Berardi, che però si è ritrovato il pallone sul sinistro e ha scosso il palo alla destra di Audero. La Samp, con Ramirez più voglioso che ispirato, spesso si è trovata come chiusa in un imbuto, orfana dell’ultima giocata. Non a caso l’occasione migliore l’ha avuta quando Murru è riuscito a scappare a sinistra e ha disegnato un cambio campo su cui Defrel, solo, ha cincischiato sulla decisione prima di scegliere un interno sinistro innocuo. Per il resto le idee, e dunque le chance, migliori sono state progettate da Quagliarella, che non ha mai tirato in porta (!) e non segna da sei partite, ma lavora per gli altri: Ramirez e Barreto nel primo tempo, Saponara nella ripresa. Avesse avuto lui quelle occasioni, forse parleremmo di un altro risultato.