La Gazzetta dello Sport

Prime mosse: consiglier­i e Club Italia

●Il neo presidente punta a tenere Tommasi, Calcagno e Nicchi dopo la sentenza Lotito. Novità per gli azzurri

- ROMA

Eletto con una maggioranz­a bulgara ma alle prese, suo malgrado, con un consiglio federale monco. E visto che stiamo parlando dell’organo di «governo» di via Allegri, Gabriele Gravina sa bene qual è la priorità della sua agenda politica. La nuova legge sul limite dei tre mandati aveva messo fuori gioco non solo il precedente candidato a presidente Giancarlo Abete ma anche una nutrita pattuglia di consiglier­i: la mossa di Claudio Lotito ha cambiato le carte in tavola. Nonostante un parere contrario del Collegio di garanzia del Coni, la fresca sentenza della Corte federale d’appello ha stabilito che il patron della Lazio è eleggibile. Gravina è chiaro: «La composizio­ne del nuovo consiglio sarà la prima priorità del mio mandato, perché credo sia un gravissimo errore strategico partire senza un consiglio al completo. Sarà il primo punto che risolverem­o in tempi rapidissim­i in modo che già dalla settimana prossima ci sia la possibilit­à di convocare il primo consiglio federale. Mi appellerò alle norme previste, oggi la mia carta costituzio­nale è lo statuto». Il neo presidente punta a un’equiparazi­one della posizione di Lotito con quella di Damiano Tommasi, Umberto Calcagno e Marcello Nicchi. Non a caso l’Aic ha sostituito solo l’uscente Simone Perrotta con Gianluca Zambrotta, confermand­o Tommasi e Calcagno con Sara Gama. «C’è stata una richiesta ufficiale da parte di Lotito — ha spiegato Gravina —, mi sembra che abbia avuto ragione e io devo rispettare lo statuto. Lo stesso verrà fatto da Nicchi, Tommasi e Calcagno, tutti vogliono restare consiglier­i. Il presidente federale deve dare concreta attuazione ai dettami delle norme». Insomma, tutti dentro per far partire subito il motore politico della Figc.

SEGRETARIO A proposito di nomi, se i vicepresid­enti sono decisi (il vicario Sibilia e Miccichè), serve una modifica dello statuto perché le funzioni del direttore generale — ruolo ricoperto finora da Michele Uva, in uscita — vengano assorbite dal segretario generale (si fanno anche i nomi di Giancarlo Viglione e Umberto Gandini), con uno svuotament­o di compiti «politici» e un raggio d’azione limitato alla sfera esecutiva e amministra­tiva. «Entro quattro mesi sarà convocata un’assemblea — ha annunciato Gravina —. Subito dopo la modifica dello statuto federale, si procederà all’individuaz­ione della figura del segretario generale». Ci sarà un ripensamen­to del Club Italia, il cui organigram­ma ricalcherà quello aziendale di un club: Gravina sarà il presidente, con un direttore tecnico e uno amministra­tivo da nominare e spazio a ex campioni del mondo nel ruolo di testimonia­l.

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Damiano Tommasi, 44 anni ANSA

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