JUVE PER LA CONFERMA ROMA PER IL RILANCIO
Ritorna la Champions League
AJosè Mourinho, un tipo speciale anche per il grado di litigiosità, riuscirà difficile, volendo, duellare verbalmente con Massimiliano Allegri, che tanti anni fa, quando era ancora il giovane allenatore del Cagliari, lo definì «un attore», uno però che raramente si lascia attirare in corpo a corpo dialettici. Dato il suo alto tasso di pragmatismo, gli unici scontri diretti che lo interessano sono quelli giocati sul campo e di fatto la partita dell’Old Trafford lo è. Juve a quota 6, Manchester United a quota 4: inglesi nella bufera per molti versi, Juve risvegliata, dice Allegri, dal pareggio con il Genoa. Mourinho sempre criticato, Allegri pacificato: i campionati vinti gli fanno da scudo e lui è così tranquillo da non essersi scomposto neppure per l’infortunio del talismano Mandzukic. «Non avrebbe giocato comunque». La Juve è tutta sorrisi, nonostante i guai di Cristiano Ronaldo, che ieri si è ritrovato nella tana dei lupicronisti inglesi. I dubbi di formazione sono poca cosa: Allegri non bada alle chiacchiere e ancor meno ai numeri. Il suo 4-3-3 potrebbe trasformarsi in 3-5-2 con Barzagli finto terzino, oppure in 44-2. «I giocatori non sono gli omini del subbuteo, si muovono», ripete spesso Allegri. Contro un Manchester avvelenato i suoi dovranno muoversi parecchio e bene: a Old Trafford non si vedranno magari grandi svolazzi, ma non sarà neppure una semplice questione di muscoli.
La Juve è in Inghilterra ferita ma serena, la Roma naviga a vista. Si affida all’Europa per ritrovare l’identità di gioco perduta, polverizzata da cessioni e ambizioni sfumate. Il Cska Mosca che la sfida stasera all’Olimpico guida il gruppo a sorpresa davanti a Roma e Real Madrid, gli spagnoli in piena crisi se la vedranno al Bernabeu con il Viktoria Plzen surclassato dalla Roma. In un mondo normale, Real Madrid e Roma dovrebbero avviarsi tranquille alla qualificazione, ma con gli scricchiolii incessanti degli ultimi tempi è difficile liquidare la pratica senza incertezze.
La Juve ha perso il talismano Mandzukic, ma sta peggio il Barcellona, che domani ospiterà l’Inter senza poter contare sul talento incantatore di Messi. Il copione disegnato dal destino per la squadra di Spalletti è perfetto, e il calendario che pareva assassino regala invece un feeling ideale: la grande rincorsa è cominciata con il successo sul Tottenham, è proseguita per cinque tappe, ha raggiunto l’acme con un altro successo all’ultimo respiro nel derby. L’Inter rientrata in Champions si affaccia dove ha preso forma il mito del Triplete: per i tifosi nerazzurri, che già ieri mattina erano al settimo cielo, non potrebbe probabilmente esserci un’ottava tappa (e un eventuale ottavo cielo) più suggestiva.
Il Barça ha perso il pezzo migliore, il Napoli ha rischiato di dover fare a meno del suo genietto Insigne. Pericolo scampato e umore, anche qui, al top dopo il riavvicinamento alla Juve. Al Parco dei Principi ci sarà Neymar, ma il Napoli è pronto a giocare il suo ruolo di underdog. Che poi una squadra di sfavoriti con Ancelotti al timone non si è mai vista. Carletto sta trasformando il Napoli e sa come si fa, soprattutto in Europa. Con tutto il rispetto per Insigne e i suoi fratelli di calcio, l’uomo in più per la campagna d’Europa resta lui.