La Bertizzolo corre veloce Miglior giovane WorldTour
●«Ora devo migliorare la crono per puntare sulle corse a tappe»
Il mondo di Sofia ruota ad altissima velocità. Vicentina, classe 1997, Sofia Bertizzolo è un talento in rampa di lancio. Uno status che quest’anno ha certificato in vari modi: conquistando un mese fa il Giro delle Marche in Rosa, meritando la convocazione per il Mondiale di Innsbruck (finito al 63° posto), ma soprattutto festeggiando domenica in Cina, al Gala dell’Uci che chiude la stagione, un’altra maglia azzurra, quella di migliore under 23 del WorldTour. Per capire l’importanza di questa classifica, che Sofia ha dominato da marzo dopo la Ronde van Drenthe e ha blindato aritmeticamente il 2 settembre con il 18° posto al Boels Ladies Tour, basti pensare che in precedenza le vincitrici sono state la polacca Kasia Niewiadoma e la danese Cecilie Uttrup Ludwig, ora tra le big del circuito. «Dopo le prime gare ho visto che mi muovevo bene tra le under 23 – spiega Sofia, che ha staccato di 18 punti la tedesca Lippert –. Ho acquisito maturità e certezze, al punto da pormi la maglia come obiettivo. Il momento più bello è stato però la conquista della classifica dei giovani al Giro Rosa e il traguardo in lacrime sullo Zoncolan».
NOVITÀ Le soddisfazioni sono arrivate nella terza stagione da élite con la maglia dell’Astana, ma la carriera di Sofia si sta preparando a una svolta. Nel 2019 lascerà la formazione celeste con dna italiano per approdare al Team Virtu (insieme alla campionessa europea Marta Bastianelli), squadra danese maschile e femminile diretta da Bjarne Riis, vincitore del Tour 1996 (anche se retroattivamente ammise l’uso di doping, ndr) ed ex manager alla Saxo Bank. «L’Astana mi ha da- to tutto quello che serviva per la mia crescita – racconta Sofia –, nell’ultimo anno ho trovato anche i consigli preziosi di Letizia Paternoster (anche lei lascerà l’Astana per la neonata Trek, ndr), nonostante fosse al debutto. Al Trofeo Binda di Cittiglio, sotto al diluvio, mi ha tranquillizzato: “Fai finta che non piova, nelle curve segui me”. Mi ha aiutato anche nell’affrontare le crono: “Calma, non agitarti”. Ma il ciclismo femminile in Italia è ancora indietro. Cercavo un ambiente internazionale e professionale, uno staff che mi seguisse a tempo pieno, una squadra che potesse aiutarmi nelle gare più adatte a me. Con l’avvento di formazioni come la Mitchelton-Scott, la Movistar e ora la Trek, il nostro mondo pare che si stia avvicinando sempre più a quello maschile per livello di organizzazione».
FUTURO Già reginetta tra le juniores, dove è stata campionessa europea e argento Mondiale a Ponferrada, la vicentina rappresenta il futuro del movimento azzurro che su pista raccoglie sorrisi, ma che nelle corse a tappe arranca. «L’obiettivo del 2019 è difendere la maglia e lavorare sulla crono, proprio per migliorare nelle corse a tappe e centrare quella vittoria nel WorldTour che ancora manca» osserva. I successi intanto, per lei che ama la comunicazione e racconta i retroscena delle sue gare sui social, sono arrivati in università: «I primi esami a Scienze Politiche sono andati bene, in Storia Contemporanea ho preso un bel 30. Alle ultime gare mi hanno fatto compagnia i libri di sociologia». Sofia pedala forte su qualsiasi strada.