L’IDOLO DEI RAGAZZI CHE NON MUORE PER JOSÉ
POGBA RITROVA LA JUVE. L’UOMO NATO A POCHI CHILOMETRI DA EURODISNEY, OGGI È UNA STAR: RICCO E REALIZZATO. DESCHAMPS LO HA CAPITO E HA VINTO UN MONDIALE. CON MOURINHO, INVECE, C'È POCO FEELING: JOSÈ E' UN GENERALE E VUOLE GUERRIERI CHE MUOIANO PER LUI, PAU
È il 2009, il Mirror tuona: lo United paga 175mila sterline in contanti e una casa a un francese 16enne! Era Pogba, ripagato 110 milioni 7 anni dopo vi è vera. Pogba sostiene una tesi semplice e non facilmente confutabile: se vengo considerato il giocatore più importante (più caro, più pagato, più citato, più seguito) della squadra, perché non me la cuci attorno schierandomi nel ruolo dove posso incidere di più? A precisa domanda Paul risponde di considerarsi un numero 8, mezzala sinistra di un 4-3-3, la posizione in cui giocava alla Juve con i naturali aggiustamenti dovuti ai periodi (Conte soprattutto, ma non solo) in cui il modulo era il 3-5-2. Di certo vorrebbe muoversi il più possibile vicino alla porta: se lo giudichiamo anche dal numero di gol che segna, è perché una mezzala così dotata in fase realizzativa è una rarità, come del resto tutto ciò che lo circonda. Deschamps l’ha capito, o meglio ha considerato concluso un certo percorso (sia al Mondiale precedente che all’Europeo di due anni prima l’aveva mandato in panchina alla seconda partita per farlo meditare su alcune mancanze nella prima), e nel 42-3-1 del Mondiale gli ha messo accanto Kanté: il che vale come un’autorizzazione a salire in avanti passando 4-1-4-1 quando gliene viene l’ispirazione. Il gol del 3-1 della finale mondiale è un magnifico esempio di potenzialità sfruttate. Innescato da un passaggio all’indietro di Griezmann, Pogba colpisce dal limite dell’area di collo destro pieno ma il pallone, ribattuto da un croato, gli torna davanti all’altro piede: senza scomporsi, pennella allora al volo un morbido interno sinistro che lascia Subasic di sale. Un gol bellissimo, oltre che importantissimo. Una dimostrazione di onnipotenza tecnica espressa nel momento più delicato.
LE IDEE Lo scorso 6 ottobre a Old Trafford, nella partita col Newcastle che non poteva sbagliare pena il possibile esonero, Mourinho all’intervallo si è trovato sotto 2-0. Secondo un retroscena comune a numerosi giornali inglesi, Mou avreb- chiesto ad alcuni giocatori se avessero delle idee per migliorare la situazione, e Pogba gli avrebbe detto senza troppi fronzoli di avvicinarlo alla porta immettendo Fellaini in copertura al posto di McTominay: che sia stato effettivamente lui a suggerire il cambio o no, ciò che conta è che così ridisegnato lo United ha risalito la corrente vincendo 3-2 al 90’. Mossa definitiva? Macché. Sabato a Stamford Bridge il centrocampista più offensivo del 4-3-3 era Mata, e Pogba aveva nuovamente la catena visto che l’altro argine, Matic, rispetto ai bei tempi ha perso un po’ di dinamismo. Brutto giocare quando Kanté sta dall’altra parte...
TRA EURODISNEY E INSTAGRAM Se è vero che la nascita è il momento che più di ogni altro influenza l’esistenza, non tutti evidentemente considerano che Paul Pogba è nato a Disneyland: Lagny-sur-Marne, a pochi chilometri dal luna park più grande d’Europa, in linea d’aria l’attrazione più vicina è il padiglione dei pirati dei Caraibi. Pogba ha 25 anni, uno in meno di EuroDisney, ma da bimbo cresciuto osservando le fiumane di turisti dirette verso il divertimento sembra aver deciso che nulla potrà toccare il suo status di campione ricco e realizzato. Dopo il pari col Chelsea, nel quale c’era comunque un suo sbaglio, ha postato sul solito Instagram due foto del suo nuovo taglio di capelli, beccandosi in cambio raffiche di insulti dai tifosi, stanchi di tanto effimero. Pensate che la cosa l’abbia turbato?
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i trofei vinti in carriera: 9 con la Juve, 2 con lo United (Europa League e Coppa di Lega), 2 con la Francia (Mondiale nel 2018, Mondiale Under 23 nel 2013)