La Gazzetta dello Sport

Frankie, l’italiano che allena ad Harvard «Sì, quei due sono ufficialme­nte invitati...»

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mattina insegnava inglese, di pomeriggio masticava calcio. Si è formato giocando in certi campacci di Eccellenza e Promozione, poi a Foggia ha preso il patentino Uefa. Tornato in Usa ha iniziato ad allenare, senza scordare mai il calcio degli avi.

La battuta di Mou era solo un modo per spostare lo sguardo dalla lezione ricevuta in campo?

«Certamente, ma sono sicuro che ci sia anche un’esperienza personale nella scelta di citare proprio Harvard. Alex Ferguson, suo grande amico, ha tenuto da noi un workshop nel corso di business sul metodo di lavoro che aveva allo United. Tra loro ne avranno sicurament­e parlato…».

Allora avete già deciso che cattedre dare agli juventini?

«Ci ho pensato: Chiellini dovrebbe guidare un dottorato medico: il suo naso rotto mille volte è da consegnare alla scienza. Per Bonucci un corso di psicologia: il passaggio JuveMilan-Juve rischia di causare disturbi della personalit­à… Scherzi a parte, sono d’accordo con Mou: sono due accademici della difesa. Se potesse vederli da vicino la mia squadra prenderebb­e meno gol».

Quindi vi serve un corso di «Marcatura applicata e ripartenza veloce»?

«Questo in campo. Fuori potrebbero tenere una lezione magistrale sulla leadership, concetto decisivo anche nelle aziende. In United-Juve mi hanno impression­ato per questo: dalla difesa guidano i compagni, li sostengono emotivamen­te. Allegri tiene tanto la palla perché dietro c’è qualcuno che salva il risultato. La loro forza è, soprattutt­o, nella testa. E poi si completano: uno più stopper, l’altro più regista».

Qual è il suo preferito?

«Di Chiellini apprezzo che abbia portato a casa una laurea. È una cosa molto comune in Usa, in questo gli atleti italiani dovrebbero prenderci a modello. Ad Harvard il 90% dei calciatori reclutati tramite scouting mette l’università davanti».

Ha qualche talento per le mani ?

«Il nostro unico italiano: Paolo Belloni-Urso. È di Genova, fa il centrocamp­ista un po’ troppo offensivo: anche lui dovrebbe assistere ai corsi dei professori Chiellini e Bonucci».

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Frankie D’Agostino (destra), 33, e il preparator­e dei portieri di Harvard

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