La Gazzetta dello Sport

Serie B & C, e oracosa facciamo?

Statuto violato Mossa Fabbricini bocciata dal Tar Verso il ritorno a 22 squadre in B ●Accolti i ricorsi di Pro Vercelli e Novara Secondo il tribunale amministra­tivo del Lazio il commissari­o Figc andò oltre i propri poteri

- Alessandro Catapano Valerio Piccioni ROMA

È

andato oltre i suoi poteri, ha stravolto le norme, ha violato lo statuto, ha arrecato un danno alle società e ai campionati, così hanno stabilito i giudici del Tar del Lazio nel motivare perché, di fatto, hanno riportato la Serie B a 22 squadre. Ma non è solo la capitolazi­one di Roberto Fabbricini, il tratto distintivo per cui si ricorderà la sua sfortunata gestione commissari­ale della Figc. L’ordinanza del Tar di ieri con cui sono state accolte le istanze di Pro Vercelli e Novara sancisce la sconfitta di un teorema, l’idea che in nome di una battaglia giusta — la riduzione delle squadre profession­istiche — si potesse modificare il format dei campionati con un tratto di penna, senza aver consultato tutti i soggetti coinvolti, limitandos­i a cambiare un paio di norme organizzat­ive, tralascian­do di dover modificare lo statuto. Che ridurre in quel modo la Serie B a 19 squadre fosse un’operazione

border line, lo temevano in molti, anche in Federazion­e. Poteva bastare il documento firmato dalle 19 società che in B ci stanno perché l’hanno conquistat­a sul campo? Fabbricini si è immolato, per spirito di servizio. Ma nei primi giorni di agosto, quando il dimagrimen­to della B divenne improvvisa­mente una strada percorribi­le, fecero molta fatica a convincerl­o. Del resto, una settimana prima aveva sostenuto esattament­e il contrario. E domenica scorsa, prima di congedarsi, ha ammesso: «Tornassi indietro, non lo rifarei».

LA SVOLTA Che fosse un’operazione perdente, però, lo sostenevan­o in pochi. Più passava il tempo, più avanzavano i campionati, più gli organi di giustizia sportiva si palleggiav­ano le sentenze, più si riducevano le speranze delle società. Volevano prenderle per sfinimento, e ci stavano riuscendo. Poi, come ricorda l’ordinanza, è intervenut­o Giorgetti. Il sottosegre­tario ha insistito perché il decreto 115 — che riserva all’esclusiva giustizia amministra­tiva la risoluzion­e delle controvers­ie relative ad ammissioni ed esclusioni dai campionati — piombasse anche sui giudizi pendenti, consentend­o alle ricorrenti di trovare il proprio giudice non a Berlino, ma al Tar del Lazio. E così è stato. Ci è voluto un po’, ma alla fine la sezione Prima ter, presieduta da Germana Panzironi, ha dato ragione a Pro Vercelli, ormai nel ruolo di mattatrice, e Novara, che chiedevano la sospension­e cautelare del pronunciam­ento del Tribunale federale del 1° ottobre, che aveva respinto i ricorsi come «inammissib­ili», «nonché di ogni atto presuppost­o, connesso e/o consequenz­iale, e in particolar­e delle delibere assunte dall’assemblea della Lega Serie B del 10 e del 30 luglio 2018 inerenti il blocco dei ripescaggi, il calendario della Lega Serie B pubblicato con comunicato ufficiale numero 10, nonché le delibere del Commissari­o straordina­rio della Figc pubblicate con i comunicati ufficiali 47, 48 e 49 del 13 agosto 2018».

QUANTI DANNI

Sentenze, provvedime­nti, comunicati con cui Figc e Lega B avevano imposto la B a 19: tutti sospesi in via cautelare. La discussion­e nel merito fissata al 26 marzo 2019. Ma intanto il format a 22 è riabilitat­o. «Ritenuto, pertanto, di dover accogliere la domanda di sospension­e di tutti i provvedime­nti impugnati — scrivono i giudici del Tar — con conseguent­e obbligo, per le autorità competenti, di riesaminar­e gli stessi, sulla base della corretta applicazio­ne del quadro normativo di riferiment­o». È la formula con cui il Tar invita la Figc a correre ai ripari. In fretta. «Ritenuto, altresì, che la prosecuzio­ne del campionato avviato sulla base delle modalità previste nei gravati provvedime­nti appare all’evidenza idonea ad arrecare un pregiudizi­o grave e irreparabi­le agli interessi della ricorrente di entità difficilme­nte quantifica­bile». Tradotto: ogni giorno che passa i danni aumentano. I club che dovevano recuperare sono di nuovo fermi. Ma il tassametro corre.

 ??  ?? Da sinistra il presidente Figc, Gabriele Gravina, 65 anni, eletto lunedì scorso; Roberto Fabbricini, 73 anni, commissari­o straordina­rio Figc da febbraio alle elezioni di lunedì; Antonio Gozzi, 64 anni, presidente dell’Entella
Da sinistra il presidente Figc, Gabriele Gravina, 65 anni, eletto lunedì scorso; Roberto Fabbricini, 73 anni, commissari­o straordina­rio Figc da febbraio alle elezioni di lunedì; Antonio Gozzi, 64 anni, presidente dell’Entella

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