Milano, scacco al re?
Olimpia, ora ferma il bomber Shved «Abbiamo un piano» ●Stasera c’è il Khimki del capocannoniere (28.3 di media), ma l’AX ha già stoppato Llull e Spanoulis...
Oscurato il divino Sergio Llull, obnubilata la sublime scienza di Vassilis Spanoulis, Milano aspetta stasera al Forum, col sorriso e il coltello dietro la schiena, un’altra stella di questa Eurolega, Alexey Shved, il principe del Khimki, prima tappa di un trittico casalingo (Efes e poi Cska) che potrebbe catapultare l’Olimpia su vette mai esplorate. Intanto, nelle recenti scorribande, balza all’occhio proprio questo, l’aver disinnescato i fenomeni altrui. Senza il vero Llull, il Real Madrid l’ha spuntata soffrendo nel corpo a corpo di una settimana fa, mentre il sacco del Pireo è stato costruito anche sulla capacità di mettere alle corde Spanoulis. Tracce non casuali di una difesa, quella milanese, tarata su parametri ben differenti rispetto al passato, essendo la quarta di Eurolega, con 79 punti subiti di media. Certo, parlare di tendenza è prematuro dopo tre giornate, ma sono segnali che nemmeno vanno minimizzati.
FENOMENO E allora sotto con la pratica Shved, il terzo indizio per costruire una prova, spia vivida e rivelatrice della consistenza di una contraerea, trattandosi probabilmente del miglior tiratore che si aggira per l’Europa. L’uomo, e Milano lo sa bene, dei tiri possibili ma, soprattutto, impossibili. «Shved non è solo il miglior realizzatore di Eurolega - spiega Pianigiani -, ma ha anche tirato 45 volte da tre, cioè 15 volte a partita di media con il 47%, il che è irreale pensando a quanto le difese si concentrino su di lui e la qualità di quelle affrontate, vedi Olympiacos e Fenerbahce. Oltre a segnare però crea spazi e opportunità per gli altri ed è quello che le difese normalmente vogliono evitare. Lui i suoi punti li segnerà, l’obiettivo è abbassare le sue percentuali e al tempo stesso togliere pericolosità agli altri. Bisogna inoltre avere la solidità mentale di resistere anche ai due o tre tiri extra che segnerà proprio come fece anche qui a Milano l’anno scorso». Siluri fulminanti, appena superata la metà campo, che prostrarono una tenace Olimpia. Ora invece, dopo tre partite, il principe russo viaggia col pazzesco ritmo di 28.3 punti di media a cui aggiunge i 6.3 assist, utili a sminare la sua nomea di mangia palloni, per la verità non del tutto immeritata.
ANALISI «Come per Llull e Spanoulis, davanti a giocatori particolari prepariamo sempre qualcosa di particolare, partendo dal concetto che tutti presentano punti deboli. O meglio, in casi come questi, trattandosi di fenomeni, cose che svolgono meno bene» spiega Mario Fioretti, l’uomo che nello staff di Pianigiani si occupa di analizzare il profilo degli avversari. Come fermare dunque il sommo Shved? «La sua incidenza nel tiro da tre - continua Fioretti - e la capacità di produrre tiri in tempi rapidi e da distanze ragguardevoli sono le caratteristiche principali su cui lavorare, ovvero bisogna spingerlo nelle situazioni in cui fa più fatica a svilupparle. Inoltre giocatori come Shved, così coinvolti in attacco, in genere sono meno incisivi in difesa. Attaccarlo sui due lati del campo è una chiave importante che coinvolge i nostri giocatori e che li intriga. Insomma, l’idea è che qualcosa su di lui si possa provare a fare. Su Spanoulis, per esempio, sapevamo di potergli concedere l’attacco su linee centrali, nello spazio tra tiro da tre e area, ed è andata bene». Spigolature da cui poi nasce il piano partita, ovvero un complesso processo di analisi che vede coinvolto, oltre a Fioretti e il vice Massimo Cancellieri, tutto lo staff: «Focalizzandoci sugli avversari e sulle nostre caratteristiche - spiega ancora Fioretti - io e i miei colleghi elaboriamo una proposta congiunta da proporre al capo allenatore che la elabora con quello che ha in testa: a volte la proposta viene rivoluzionata, altre invece diventa la traccia di lavoro. Il prodotto finito è un piano A, forte e molto dettagliato, in cui i giocatori devono calarsi, e un piano B per le evenienze. L’importante è avere ben in testa cosa fare».
LA CHIAVE
Il play russo tira col 47% da tre e si è preso finora 15 triple di media
Pianigiani: «Oltre a segnare, crea spazi e opportunità per gli altri. Va limitato»