La Gazzetta dello Sport

Diavolo smarrito Il Betis fa festa e lo supera in testa

●>ossoneri senza grinta, Sanabria e Lo Celso firmano il successo spagnolo. Cutrone, gol inutile

- Fabio Bianchi MILANO @fabiowhite­s

Le scorie, i timori improvvisi e lo scollament­o. Il Milan sembra essersi infilato di colpo in una selva oscura di incertezze. E si è smarrito. Dopo il derby, il Betis. Dopo tre vittorie di fila, due sconfitte. Ci può anche stare, il problema è come sono maturate. Atteggiame­nto troppo timido contro l’Inter, impotenza per lunghi tratti contro gli spagnoli. Togliete tutto a Gattuso, ma non la grinta. Il Milan non sembra figlio del suo carattere. C’era il gioco però, il palleggio facile, le trame scorrevoli. Sparite in un lampo anche quelle. Di fronte a una squadra con un tasso tecnico elevato, il Diavolo si è rimpiccoli­to, faticava a tessere un’azione degna. Forse, è stata la peggior gara della stagione. Condita ancora una volta, come nel derby, da gravi amnesie difensive sul primo gol. Il Milan ne ha presi in 10 gare su 11 stagionali, altro brutto segnale. Stava persino riuscendo a portare a casa un pareggio immeritato, se il mediocre arbitro Nijhuis avesse concesso nel finale quel rigore per l’intervento di Bartra su Castillejo. In Europa nulla è perduto, anche se il gioco si fa duro: Betis e Olympiacos attendono il Milan a casa loro. Ora, sarebbe ingeneroso mettere in discussion­e solo Gattuso. Inter e Betis hanno una qualità tecnica superiore, bisogna dirlo. E la panchina piange. Poi, certo, ci vuole un cambio di rotta nel tour de force che seguirà (il Diavolo giocherà ogni 3-4 giorni fino alla Juve), e allora si potranno tirare le somme.

LA CHIAVE Le incertezze del Milan si son viste fin dall’avvio. Partenza troppo lenta e niente pressing. Contro il Betis, tecnicamen­te molto più dotato a centrocamp­o, con due signori un tempo timbrati come potenziali fenomeni, Canales e Lo Celso (per tacere di William Carvalho), una specie di suicidio non metterla sul ritmo. In poco tempo il Diavolo, anche scollegato tra i reparti, è rimasto preda della ragnatela spagnola. Il famoso palleggio rossonero balbettava: difficoltà nelle uscite e nelle manovre offensive con Biglia impreciso, Bakayoko totalmente spaesato, Castillejo e Borini per niente incisivi. Conclusion­e: Higuain al solito isolato, sempre più nervoso e che faceva ben poco per aiutare la squadra. Per fortuna il gioco del Betis non prevedeva le conclusion­i in porta. Strano per essere le squadra che in Europa League aveva tirato di più (dietro proprio al Milan). Almeno fino alla mezzora, quando al primo vero affondo il Diavolo si è inginocchi­ato al colpo ravvicinat­o di Sanabria, grazie agli errori di Zapata, Reina e Romagnoli. Milan in ginocchio ma graziato dall’arbitro perché subito dopo gli spagnoli avrebbero raddoppiat­o: il fuorigioco di Sergio Leon non c’era. Mica è finita qui: Reina è dovuto uscire dall’area per stoppare Lo Celso. L’unico acuto del Diavolo è stato l’affondo di Higuain che si è presentato in area ma invece di tirare ha voluto dribblare il portiere favorendo il recupero di Mandi. Insomma, un mezzo disastro. Primo round senza tiri in porta, come con l’Inter. Gattuso ha sostituito l’imbarazzan­te Bakayoko e Borini per Suso e Cutrone disponendo­si con un 4-4-2 modificato in corsa con un centrocamp­o a 3 e Suso dietro le punte. Non è cambiato molto, anzi. Lo Celso, con un arcobaleno magnifico all’incrocio, sembrava aver chiuso ogni discorso. Ma il palo interno, bellissimo e casuale, di Castillejo ha un po’ risvegliat­o il Milan che ha trovato il gol con Cutrone, alla prima vera combinazio­ne.

COPERTA CORTA Mancavano poco più di 10 minuti alla fine, recupero incluso. Ecco, in questo periodo si è visto un Milan più determinat­o, veloce. Ma l’impression­e è che fosse una mera reazione di pancia, sullo slancio del possibile 2-2, consentita anche da un Betis che pensava già di aver raggiunto il traguardo. L’analisi di questa sfida, unita a quella del derby, è chiara: contro avversari più dotati, il Milan fa una gran fatica a esprimere il proprio gioco. Lo Celso, Canales e Carvalho hanno fatto quello che volevano, facilitati dall’assenza di pressing. Gattuso poi ha alternativ­e non all’altezza dei titolari, come hanno dimostrato le correzioni dell’intervallo. Suso non può permetters­i di riposare. E Higuain di restare fuori dal gioco.

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AFP Antonio Sanabria, 22 anni

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