Quasi derby Lazio killer
Biancocelesti straripanti Marsiglia steso 3-1
● Immobile e Caicedo fanno impazzire i francesi Inzaghi non sbaglia nulla: Garcia e Strootman k.o.
Il Velodrome che fischia fa un bell’effetto. I «woofer» li ha messi a disposizione la Lazio: ha giocato, mostrato un volto definito e solido, tolto il fiato al Marsiglia, colpito a ripetizione raccogliendo tre gol che sarebbero potuti essere cinque. Una mezza esecuzione. Rudi Garcia, che non aveva mai perso un derby contro la Lazio, s’è messo a braccia conserte, ha allungato la mascella in segno di rassegnata accettazione perché i suoi hanno subìto troppo, reagito tanto, ma sempre con più bava alla bocca che freddezza tranne che da fermi, quando Dimitri Payet ha disegnato un 1-2 scavato nella roccia ammutolito poi dall’eurogol di Marusic. Il solco finale ci sta tutto: Simone ha incartato Rudi.
LAZIO AL... CUBO Simone Inzaghi che (senza Luis Alberto) decide di armare per bene la terra di mezzo: da destra a sinistra si va da Caceres a Lulic passando per Parolo, Lucas Leiva e Milinkovic. Dietro, la scelta in controtendenza rispetto alle due partite precedenti: dentro Strakosha e fuori Proto, quello che dovrebbe essere il portiere di Coppa. Lo shock di Francoforte (1-4) avrà pesato? Davanti, l’ecuadoriano Felipe Caicedo spalleggia Immobile, alla centesima presenza in maglia-Lazio e con Silvio Piola (in fatto di gol: 74 a 75) nel mirino. E Rudi Garcia? Non ha l’esterno Thauvin e fa rivedere due volti conosciuti (Rami dietro e Strootman in mezzo), uno inseguito per anni dalla serie A (Luiz Gustavo) e davanti fa satellitare gli esterni (Payet ed Ocampos) attorno al greco Mitroglou. Il bilancino lo fa Sanson: tenta di aumentare la corposità offensiva, rincula per riaddensare il centrocampo, va dentro il campo per scappare a Milinkovic e Lulic. Ma a fare i movimenti giusti è la Lazio: nella prima mezz’ora è attenta e straripante, quasi al cubo, nel senso che segna e poi si avvicina di tanto così al 2-0 e al 3-0. Nessuno dentro al Velodrome (con le curve vuote, squalificate) potrebbe dire che l’OM – a parte due scarabocchi – fa morire di paura.
LUCIDI E CORROSIVI Perché la squadra di Simone Inzaghi percuote da subito i marsigliesi: toglie loro il fiato armandosi di idee chiare fino al vantaggio. Minuto dieci, angolo perfetto di Leiva, arriva l’imponente difensore brasiliano Wallace come un carrarmato, Rami ha tempismo e consistenza di un millepiedi, Mandanda si dimentica di uscire. Uno a zero Lazio, il brasiliano esulta lisciandosi i capelli e Simone Inzaghi salta di gioia fuori dall’area tecnica, un po’ come quando (per la disperazione) Caceres arriva tardi su lancione tagliato di Immobile. Raddoppio mancato ma la Lazio impera ed è corrosiva. A tal punto che Ciro, poi, scheggia il palo dopo un’altra azione da applausi. Morale, il Marsiglia è più ferocia e frenesia che reale pianificazione: saltano anche i nervi a qualcuno e la Lazio comanda nella lucidità, nella pressione e nel saper sempre cosa fare. Arrivando al tiro verso la porta ben cinque volte e provocando i fischi del Velo-
drome dopo un Lato A a senso unico.
CONNESSA E IN FORMA E non pensiate, poi, che la ripresa abbia avuto un altro timbro. L’OM si è buttata confusamente in avanti, ha sbagliato (clamoroso l’errore di Sanson) illudendosi di poter riacciuffare un pari mai in gioco. Perché dentro a questa creatura che Simone sta perfezionando, c’è tenuta atletica brillante e la consapevolezza di uomini che anche nei momenti di panico sanno stare con la testa ben in asse, connessa. È successo quando uno alla volta hanno dovuto lasciare il campo Lucas Leiva e poi Felipe Caicedo, per problemi muscolari: Inzaghi ha apparecchiato contromosse chiudendo varchi, armando ripartenze e vedendo i suoi produrre qualità in velocità.
RE CIRO Il 2-0 è nato tutto da un contropiede farcito di soli tre passaggi: Milinkovic-Immobile-Caicedo, con taglio annesso e muratura del vantaggio laziale. Il 3-1 è stato un eurogol di Marusic quando il mondo marsigliese pensava ancora di poter raddrizzare una serata troppo pasticciata. Chi ne esce sovrano senza entrare nel tabellino dei marcatori è Immobile: nonostante avesse in testa l’idea di superare (in 100 gare con la Lazio) i gol di Piola, ha sì sfiorato la rete due volte ma prima di tutto ha lavorato per gli altri. Musica. Mentre i francesi fischiano.
LA PARTITA
I biancocelesti chiudono i varchi e ripartono: qualità in velocità
Immobile sfiora la rete due volte e prima di tutto ha lavorato per gli altri