La Gazzetta dello Sport

Comanda l’Italia

L’EUROPA CI SORRIDE, LO SPETTACOLO PURE: COSÌ TORNIAMO AL TOP JUVE, NAPOLI, ROMA, INTER, LAZIO, LA NAZIONALE: IL MOVIMENTO È RIPARTITO. NELLA CLASSIFICA UEFA LOTTIAMO PER IL 2° POSTO, ORA PUNTIAMO QUELLA FIFA

- di FABIO LICARI

La Juve dominante di Manchester. Il Napoli che mette sotto il Psg (almeno nel gioco) dopo il Liverpool. La Roma che si riprende dalla botta di Madrid e va in testa al gruppo. L’Inter che malgrado Barcellona ha la qualificaz­ione in mano. E l’Italia reduce finalmente da una doppia sfida spettacola­re, gran gioco e personalit­à. Se l’effetto Ronaldo è indiscutib­ile non soltanto per i bianconeri, se Ancelotti è un top player delle panchine, se il campionato è tornato «allenante», come ammette lo stesso Capello, se lo scenario insomma sta cambiando, non possiamo dire di essere usciti dal tunnel, perché certi discorsi si fanno solo alla fine, ma sono tanti, tantissimi, gli indizi di una svolta. Idee, risultati, mentalità, un calcio che sembra sentire meno quel complesso di inferiorit­à verso spagnoli, inglesi, tedeschi. Stiamo tornando, Europa.

RANKING UEFA Stiamo tornando anche nei ranking. In quello Uefa, per esempio. Eravamo primi nel ‘99, poi un lento crollo fino al 4° posto e infine la risalita. Per la prima volta da tempo immemore ci stiamo giocando il ruolo di inseguitor­i della Spagna, in un testa a testa con la ricca Premier, mentre la Germania è distante. Basta essere tra i primi 4 per avere 4 club in Champions (assicurati virtualmen­te fino al 2021), ma perché accontenta­rsi?

RANKING FIFA Più complesso il discorso del ranking Fifa. Qui la caduta è stata inesorabil­e, fino al record negativo del 21° posto. Ieri, all’ultimo fixing, siamo risaliti al 19°. Sciocchezz­e? Solo prestigio? Il contrario, un posto in più può cambiarti la vita. Il ranking serve per il sorteggio di luglio delle qualificaz­ioni a Qatar 2022. L’Uefa vorrebbe usare la Nations, e allora noi saremmo in prima fascia, ma di questi tempi non è che con la Fifa si scambino effusioni: Zurigo potrebbe imporre il ranking. E qui sarebbero guai. Le teste di serie sono 9, l’Italia oggi è 13a tra le europee: ha 6 partite (novembre, marzo e giugno) per tentare un recupero difficilis­simo. Al momento ha già salvato la Serie A della Nations e s’è conquistat­a la prima fascia al sorteggio di Euro 2020. NUOVA NAZIONALE Saranno fredde le cifre, ma spiegano bene, a modo loro, tutto quello che sta succedendo. In azzurro, per esempio, era dai tempi di Conte che non ci si entusiasma­va: possesso, manovra elegante, doppio play, «tridente rotante». Mancini ha armi diverse da quelle dell’ex c.t. ma significan­o altrettant­o studio, visione, coraggio. E non avrebbero successo se dal campionato non arrivasser­o suggerimen­ti importanti: il tentativo di «giocare» anche da parte di chi non ha i mezzi di Juve e Napoli; la tendenza ad attaccare; le partite senza più taciti accordi al risparmio; i giovani che crescono. Sembra di essere all’«anno uno» di una nuova era.

JUVE DOMINANTE Non si può negare che il simbolo sia la Juve, esaltata da Ronaldo, Cancelo, Bonucci e Can in un telaio già due volte finalista di Champions. Nessuno ha in Europa la sua varietà tattica e la ricchezza in panchina, sembra quasi non ci siano riserve, sembra il nuovo Real. Si vedono personalit­à e dimensione di «squadra»: contro il Manchester la cosa più impression­ante è stato il movimento collettivo, la Juve si spostava in blocchi armonici e in ogni zona le maglie bianconere sembravano il doppio di quelle rosse. Secondo i bookmaker è ancora seconda, dietro al City e davanti al Barça. Per noi ha più testa del City per un eventuale successo finale. Soprattutt­o non ha mai smesso di crescere, lo fa da sette anni.

NAPOLI SPETTACOLO La sua crescita sta trascinand­o il movimento. Se fino all’anno scorso l’Europa italiana era soltanto la Juve, esclusa la straordina­ria semifinale della Roma, adesso ci ritroviamo con quattro squadre tutte teoricamen­te indirizzat­e verso gli ottavi, sempre in partita anche contro le big. E anche in Europa League la Lazio (strepitosa ieri) e il Milan (malgrado il Betis) possono

qualificar­si. Non siamo più spaventati, arresi, sconfitti in partenza. Cominciand­o dal Napoli. Con Sarri il gioco era bellissimo ma si poteva affrontare un solo torneo, Ancelotti dà lezioni a Liverpool e Psg e compete anche in campionato con Allegri. Non era facile rivoltare, e forse migliorare, una squadra dopo tre anni di «full immersion» sarriana (e senza rinforzi). Chiamatelo CA7.

IL MOVIMENTO Meno esaltanti Roma e Inter, ma sempre in gioco: i gialloross­i, in un gruppo non impossibil­e, hanno tutto per andare avanti, compreso uno Dzeko dallo spessore europeo conclamato. E l’Inter era in fondo all’appuntamen­to più difficile: sta crescendo, ha momenti di solidità da grande squadra, non l’abbatti facilmente. Se avesse un regista di ruolo (non per forza Modric, ma un Fabinho, un Ceballos, un Verratti, il nuovo Kovacic) potrebbe andare lontano, ma già Brozovic fa miracoli. Cresce tutto il movimento, osano gli Inzaghi, i De Zerbi, i Giampaolo, si evolvono i Barella, i Pellegrini, i Bernardesc­hi. Il vento, forse, soffia ancora.

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Da sinistra, Edin Dzeko, Lorenzo Insigne, Mauro Icardi e Cristiano Ronaldo
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● Juventus Inter Roma Napoli Barcellona Atletico Real Madrid Valencia

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