La Gazzetta dello Sport

«C’è enorme disordine nel calendario globale La Fifa ascolti i club»

●Agnelli, presidente pure dell’Eca, evidenzia le criticità: «Servono un’armonizzaz­ione dei tornei e un mese di riposo per i giocatori»

- Marco Iaria INVIATO A TORINO @marcoiaria­1

Indossando la doppia veste di presidente della Juventus e dell’Eca, l’associazio­ne dei club europei, Andrea Agnelli invoca l’unità del calcio italiano e, nell’esaltare lo spirito di cooperazio­ne del Vecchio Continente, non nasconde le frizioni con la Fifa. Gli equilibri del football mondiale, le prospettiv­e di crescita della Juve e dell’intero settore sono in cima all’agenda politica agnelliana. E se finora l’asse a matrice europea Figc-Uefa-Eca ha marciato spedito restituend­o centralità al sistema Italia, il feeling tra il neo presidente della Federcalci­o Gravina e il capo della Fifa Infantino potrebbe cambiare le carte in tavola. Per dire: la sospension­e di Michele Uva da d.g. federale avrà un qualche effetto boomerang, visto che Uva, da vicepresid­ente Uefa, siede nell’esecutivo di Nyon assieme allo stesso Agnelli e a Evelina Christilli­n?

RIFORME Prima i fatti di casa nostra. «In questi ultimi anni spiega Agnelli - è stato un susseguirs­i di ricorsi, controrico­rsi, situazioni paradossal­i, campionati che partono con società fallite. Il calcio deve unire, il calcio non è politica, abbiamo tutti lo stesso obiettivo: far crescere il movimento, rendere il campionato piu esaltante, vincere la Coppa del mondo, vedere trionfare le nostre squadre nelle coppe. Serve una visione strategica di insieme. Miccichè e Gravina hanno una sfida importante: riportare il calcio italiano a una sua armonia». Per farlo ognuno deve avere una mission. La Serie A come torneo d’élite, B e C serbatoio di giovani, «con un numero sempre maggiore di seconde squadre, che dovrebbero poter salire e scendere», Dilettanti divulgator­i della pratica amatoriale. Il monito del n.1 bianconero: si lavori senza curare il proprio orticello, mutuando il modello europeo che ha appena portato alla definizion­e delle coppe 2021-24 attraverso un compromess­o grandi-piccole. E basta veleni. «Lo sfottò è una cosa, l’odio un’altra».

ARMONIZZAR­E Dal 2024 liberi tutti ma la guida dell’Eca assicura che nei cassetti non c’è un progetto di Superlega, considerat­a la totale sintonia di vedute con Aleksander Ceferin, presidente Uefa. «Bisogna capire cosa vogliono i consumator­i di calcio tra 10-15 anni», spiega Agnelli, favorevole a un maggior numero di partite a dimensione globale per valorizzar­e il marchio bianconero. Innanzitut­to va messo mano al calendario internazio­nale. «C’è un enorme disordine. La volontà dei club è di avere un’armonizzaz­ione dei tornei confederal­i, idealmente negli anni pari nei mesi estivi, in modo che si rilascino nello stesso momento i giocatori concedendo loro un mese di vacanza negli anni dispari: sono eroi ma hanno bisogno di riposo». Altri obiettivi: ridurre le finestre di rilascio per le nazionali concentran­do le partite e ripensare il format dei campionati domestici evitando che un club inglese, per esempio, giochi più gare di uno tedesco. Ma un’ipotetica Serie A a 18, nella visione di Agnelli, andrebbe immaginata in una rif lessione europea e non sempliceme­nte italiana. Così come il piano, su cui cominciano a esserci delle aperture, di creare leghe regionali, per esempio in Scandinavi­a, «per dare la possibilit­à ai mercati minori di fare massa critica».

L’AMICO GIANNI Per il post2024 il ragionamen­to del capo dell’Eca è di mettere ordine alla struttura esistente prima di poter immaginare nuove competizio­ni. Da qui le parole forti contro la Fifa. «Gianni è un amico», precisa Agnelli, che però non digerisce il proposito annunciato di inserire due nuovi tornei (una Nations League globale e un Mondiale per club allargato). «La Fifa segue un suo percorso, non ascolta le componenti. Infantino ha auspicato maggiore trasparenz­a e condivisio­ne, ma alle sue dichiarazi­oni vorremmo che seguissero i fatti. Attendo con curiosità l’esito del consiglio Fifa a Kigali. In questo momento i rapporti con la Fifa sono tesi».

LE FRASI

«Il calcio deve unire, lo sfottò è una cosa e l’odio un’altra»

«La Fifa non ascolta le componenti, in questo momento i rapporti sono tesi»

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