«C’è enorme disordine nel calendario globale La Fifa ascolti i club»
●Agnelli, presidente pure dell’Eca, evidenzia le criticità: «Servono un’armonizzazione dei tornei e un mese di riposo per i giocatori»
Indossando la doppia veste di presidente della Juventus e dell’Eca, l’associazione dei club europei, Andrea Agnelli invoca l’unità del calcio italiano e, nell’esaltare lo spirito di cooperazione del Vecchio Continente, non nasconde le frizioni con la Fifa. Gli equilibri del football mondiale, le prospettive di crescita della Juve e dell’intero settore sono in cima all’agenda politica agnelliana. E se finora l’asse a matrice europea Figc-Uefa-Eca ha marciato spedito restituendo centralità al sistema Italia, il feeling tra il neo presidente della Federcalcio Gravina e il capo della Fifa Infantino potrebbe cambiare le carte in tavola. Per dire: la sospensione di Michele Uva da d.g. federale avrà un qualche effetto boomerang, visto che Uva, da vicepresidente Uefa, siede nell’esecutivo di Nyon assieme allo stesso Agnelli e a Evelina Christillin?
RIFORME Prima i fatti di casa nostra. «In questi ultimi anni spiega Agnelli - è stato un susseguirsi di ricorsi, controricorsi, situazioni paradossali, campionati che partono con società fallite. Il calcio deve unire, il calcio non è politica, abbiamo tutti lo stesso obiettivo: far crescere il movimento, rendere il campionato piu esaltante, vincere la Coppa del mondo, vedere trionfare le nostre squadre nelle coppe. Serve una visione strategica di insieme. Miccichè e Gravina hanno una sfida importante: riportare il calcio italiano a una sua armonia». Per farlo ognuno deve avere una mission. La Serie A come torneo d’élite, B e C serbatoio di giovani, «con un numero sempre maggiore di seconde squadre, che dovrebbero poter salire e scendere», Dilettanti divulgatori della pratica amatoriale. Il monito del n.1 bianconero: si lavori senza curare il proprio orticello, mutuando il modello europeo che ha appena portato alla definizione delle coppe 2021-24 attraverso un compromesso grandi-piccole. E basta veleni. «Lo sfottò è una cosa, l’odio un’altra».
ARMONIZZARE Dal 2024 liberi tutti ma la guida dell’Eca assicura che nei cassetti non c’è un progetto di Superlega, considerata la totale sintonia di vedute con Aleksander Ceferin, presidente Uefa. «Bisogna capire cosa vogliono i consumatori di calcio tra 10-15 anni», spiega Agnelli, favorevole a un maggior numero di partite a dimensione globale per valorizzare il marchio bianconero. Innanzitutto va messo mano al calendario internazionale. «C’è un enorme disordine. La volontà dei club è di avere un’armonizzazione dei tornei confederali, idealmente negli anni pari nei mesi estivi, in modo che si rilascino nello stesso momento i giocatori concedendo loro un mese di vacanza negli anni dispari: sono eroi ma hanno bisogno di riposo». Altri obiettivi: ridurre le finestre di rilascio per le nazionali concentrando le partite e ripensare il format dei campionati domestici evitando che un club inglese, per esempio, giochi più gare di uno tedesco. Ma un’ipotetica Serie A a 18, nella visione di Agnelli, andrebbe immaginata in una rif lessione europea e non semplicemente italiana. Così come il piano, su cui cominciano a esserci delle aperture, di creare leghe regionali, per esempio in Scandinavia, «per dare la possibilità ai mercati minori di fare massa critica».
L’AMICO GIANNI Per il post2024 il ragionamento del capo dell’Eca è di mettere ordine alla struttura esistente prima di poter immaginare nuove competizioni. Da qui le parole forti contro la Fifa. «Gianni è un amico», precisa Agnelli, che però non digerisce il proposito annunciato di inserire due nuovi tornei (una Nations League globale e un Mondiale per club allargato). «La Fifa segue un suo percorso, non ascolta le componenti. Infantino ha auspicato maggiore trasparenza e condivisione, ma alle sue dichiarazioni vorremmo che seguissero i fatti. Attendo con curiosità l’esito del consiglio Fifa a Kigali. In questo momento i rapporti con la Fifa sono tesi».
LE FRASI
«Il calcio deve unire, lo sfottò è una cosa e l’odio un’altra»
«La Fifa non ascolta le componenti, in questo momento i rapporti sono tesi»