Steven oggi presidente E ora Marotta si avvicina
●Il manager varesino deve ancora risolvere il contratto con la Juve Aiuterà il rampollo Suning a crescere, come fece col giovane Agnelli
Nel giorno di Steven Zhang, l’Inter volta pagina per davvero. Addio dopo cinque anni a Erik Thohir (in attesa che venda il suo 31% di quote) e un benvenuto al 21° presidente nerazzurro, il più giovane (26 anni) dell’era moderna. L’assemblea dei soci oggi ratificherà sia la nomina del rampollo di Jindong Zhang sia l’approvazione del bilancio al 30 giugno, con un rosso di «appena» 18 milioni di euro: viatico per un futuro in grande, lontano dalle restrizioni del Fair Play finanziario. Saranno diversi anche alcuni dei nove nomi del nuovo consiglio d’amministrazione. Ma all’orizzonte ci sono delle novità ancor più croccanti. E il nome di Beppe Marotta è ormai sempre più ricorrente, a rafforzare le indiscrezioni delle ultime settimane.
PRESIDENTE Dopo un apprendistato di quasi due anni, Steven Zhang ha preso confidenza con l’ambiente nerazzurro ed è entrato nella parte con entusiasmo, voglioso di lasciare il segno. Soprattutto Zhang junior è impaziente di dare un colpo d’acceleratore sui progetti ambiziosi del gruppo Suning. In agenda c’è, in particolare, l’aggancio al ma nager varesino che ha contribuito in maniera considerevole ● gli anni di Steven Zhang, nato il 21/12/1991. Nell’era moderna solo Alessandro Ruggeri fu presidente in A (Atalanta, nel 2008) più giovane: 21 anni. ai successi in serie della Juve in questo decennio. Il feeling è sempre più evidente, anche se l’ormai ex a.d. bianconero deve ancora risolvere il contratto con la società degli Agnelli. Da direttore generale, infatti, è legato a tempo indeterminato con la società juventina e serve un’intesa per definire la buonuscita. Le parole al miele di ieri del presidente campione d’Italia verso Marotta dimostrano che c’è voglia di chiudere il rapporto all’insegna delle buone maniere, ma in attesa del cosidetto «nero su bianco»…
TEMPI Anche per questo motivo in corso Vittorio Emanuele prevale la cautela sull’argomento. A dispetto delle voci che parlano addirittura di un’intesa EPA già raggiunta su base triennale. Probabile che alla lunga finisca proprio così, ma ci sono ancora un po’ di gradini da scalare. Di sicuro un aggancio c’è già stato e ha permesso di rompere il ghiaccio. In conversazioni rigorosamente in inglese sono stati messi subito in chiaro i concetti più importanti in vista del possibile matrimonio. Ad esempio alla famiglia Zhang piace l’idea che il sessantunenne dirigente lombardo aiuti Steven a plasmare le proprie qualità da dirigente. Un po’ com’è avvenuto a Torino. Nel 2010 la famiglia Agnelli chiese a Marotta di accompagnare la crescita professionale dell’allora trentacinquenne Andrea. E ora la storia è destinata a ripetersi in salsa interista. Tuttavia la sensazione è che per i passi formali si debba attendere il nuovo anno, sebbene ormai il vento soffi alle spalle dei protagonisti di questa vicenda. Ad esempio Steven Zhang intende riflettere su come suddividere i compiti tra i componenti del suo attuale staff. L’amministratore delegato Alessandro Antonello appare destinato a proseguire la sua esperienza in casa Inter. Così come non viene messo in discussione il cfoo Giovanni Gardini. Semmai bisognerà capire come verranno spalmate le mansioni nel nuovo organigramma con il brand Marotta. Sono dettagli non da poco e ciò spiega il passo felpato dei pro- tagonisti della trattativa.
RUOLI Un discorso a parte va fatto per il direttore sportivo Piero Ausilio che evidentemente conserverà la sua leadership nell’area tecnica. E gli stessi interessati escludono rischi di pericolose collisioni. A tal proposito va ricordato che l’a.d. uscente della Juve nella sua carriera ha sempre lavorato in coppia con un direttore sportivo di peso. L’ascesa di Fabio Paratici è esemplare, ma anche in precedenza Marotta aveva avuto dei partner di fiducia sul versante tecnico. Aggiungiamoci che la stima tra i due è di vecchia data. Era stata più complicata, invece, la simbiosi tra Ausilio e Walter Sabatini, dimessosi a inizio d’anno. In quel caso, infatti, i due dirigenti avevano un background professionale molto simile e fatalmente erano finiti su sponde opposte. Quell’esperienza indubbiamente ha indotto la proprietà cinese a muoversi con accortezza su questo fronte. L’impressione, però, è che il savoirfaire di Marotta abbia lasciato il segno. L’idea di potenziare il management va di pari passo con la voglia di dare alla squadra uno schermo e di disegnare un progetto all’insegna della crescita. Sia nei ricavi, ma soprattutto nei risultati.
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>L’assemblea dei soci odierna eleggerà il cinese come successore di Thohir
● anni per Beppe Marotta nel suo primo ruolo di direttore sportivo, nel 1979 al Varese. Alla Juve era arrivato nel 2010, dopo otto anni alla Sampdoria
L’ex bianconero si aggiungerà agli attuali dirigenti: Antonello, Gardini e Ausilio restano
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