La Gazzetta dello Sport

I LIMITI DELL’INTER I PROGRESSI DI MAX

Champions, il punto sulle quattro italiane

- Di ARRIGO SACCHI

L’Inter perde, non ripete la partita contro il Milan, ma il Barcellona è un’altra realtà. Il tradiziona­le calcio italiano, prima non prenderle poi si vedrà, ha subito una dura lezione: i blaugrana hanno dominato, divertito e vinto. Mancava Messi che è il plusvalore, ma c’era il valore fatto di conoscenze e collaboraz­ione che hanno esaltato la tecnica e la fantasia dei blaugrana. D’altronde gli spagnoli, avendo un possesso di circa il 70%, è evidente che anche in questa partita hanno raccolto molto di più dei rivali. I nerazzurri si sono visti nei primi cinque minuti del secondo tempo, poi si sono comportati da sparring partner. I blaugrana erano tutti ben collegati e collocati, chi aveva la palla poteva contare come minimo su quattro o cinque possibilit­à di passaggio, al contrario il giocatore nerazzurro in possesso di pallone ne aveva al massimo una. Il saper leggere le situazioni, l’essere un blocco che avanza e indietregg­ia compatto, permette pressing e raddoppi, nutre il possesso palla. I calciatori spagnoli hanno imparato a puntare l’avversario quando la situazione è per loro favorevole, ma quando non lo è, subito si liberano della palla passando al compagno che in genere è molto vicino a loro. I passaggi sono sempre di soli cinque-dieci metri eccetto qualche cambio di gioco. La stessa cosa non succede con i nerazzurri. C’è tanto lavoro da fare per Spalletti, sempre che ci sia la volontà e la modestia dei giocatori.

Psg-Napoli è stato un confronto tra due entità completame­nte opposte: il Psg basato prevalente­mente sui fuoriclass­e che dal nulla possono tirar fuori il golazo alla Di Maria, mentre il Napoli si appoggia sul collettivo e su un’idea di gioco che fa da guida. Gli azzurri, forti delle loro conoscenze, hanno giocato come le grandi squadre impadronen­dosi del pallone e del campo, una cosa impensabil­e per la mentalità italiana. Come sarebbe, vai a giocare contro i campioni e li attacchi? Purtroppo questo atteggiame­nto coraggioso non ha permesso una vittoria che sarebbe stata meritata. Gli azzurri di Carlo hanno messo in difficoltà il blasonato rivale: da una parte c’era una trama con un senso, dall’altra soltanto improvvisa­zione e pressapoch­ismo. Il gol subito al 93’ è un brutto segnale che Insigne e compagni potranno annullare soltanto con un’altra grande impresa. Dovete farlo, lo meritate.

La Juventus, convincent­e e divertente come mai, travolge il Manchester United. La squadra di Mourinho è stata annichilit­a dagli scatenati uomini di Allegri, più aggressivi, veloci e organizzat­i. I bianconeri sono apparsi in gran forma, fisica e mentale, interpreta­ndo la gara come le «grandi» squadre fanno. Il primo tempo è stato splendido, il secondo più di contenimen­to, ma mai passivo. La formazione mandata in campo da Max era già un inno al coraggio, all’ottimismo e alla fiducia nel proprio lavoro e nella squadra. Un elevato spirito di squadra e un’ottima organizzaz­ione di gioco

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Super Massimilia­no Allegri, 51 anni

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