La Gazzetta dello Sport

Mare mosso a Livorno I NUMERI

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UNA CITTÀ SFIDUCIATA SI AGGRAPPA A LUCARELLI LA SQUADRA NON GIRA, LA GENTE VIVE UNA PROFONDA CRISI ECONOMICA. MA L’ALLENATORE È UNA BANDIERA E NON SI ARRENDE: «NON SI VIVE PIÙ DI PALLONE»

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I campionati di Serie A a girone unico disputati dal Livorno nella sua storia: il primo nella stagione 1929-1930, l’ultima nel 2013-2014 73

I gol di Cristiano Lucarelli in A: nessuno come lui con il Livorno. Protti è invece quello che ha segnato di più (123 reti) in tutti i tornei a girone unico 19

Gli anni di presidenza di Aldo Spinelli, che prese il Livorno nel 1999 quando era in Serie C e lo portò anche a disputare la coppa Uefa nel 2006-2007

● ● ● dei ragazzi seri, c’è un esperto come Alino Diamanti. Possiamo riprenderc­i».

VOCI DELLA CITTÀ Spinelli sta dando tempo a Lucarelli, la città offre un palcosceni­co per ora tranquillo. Nell’anno di grazia 2004 gli abbonati erano quasi 12mila, in Serie B nel 2015 erano scesi a 4.363, in Lega Pro a 3.200 e 3.900, nell’ultima campagna acquisti sono risaliti a 4.200. Nelle ultime stagioni la media del pubblico è stata di 5.450 persone a partita, ma in molti dicono che è questo il calcio ai tempi della crisi. «Con i risultati tornerà un po’ di entusiasmo», dice Marco, il titolare dell’edicola davanti allo stadio.

«Ora il pubblico è sfiduciato, ma attaccare Cristiano è quasi impossibil­e».

«La squadra è lo specchio di una città in crisi», sostiene Maurizio Bellandi, esperto di Modigliani.

Lavora al mercato, è fra i fondatori delle Bal 99, le brigate livornesi, e tra gli eredi delle teste di Modigliani custodite in un caveau livornese in attesa della fine di una complicata questione legale. «La squadra è stata costruita con poca logica, nessuno si aspettava granché. Lucarelli fa quello che può. I risultati non invogliano la gente ad andare allo stadio, ma la crisi economica incide. Livorno è una città che sta vivendo un buon momento dal punto di vista culturale, non si può dire lo stesso del calcio e non ci facevamo illusioni. Io continuo ad andare allo stadio, ma capisco che non ci possa essere lo stesso entusiasmo». «Questa è una città complicata», aggiunge Maddalena Winspeare, direttore

● Cristiano Lucarelli, 43 anni, prima stagione da tecnico a Livorno

● I bagni Pancaldi, uno dei simboli della città Aldo Spinelli, 78 anni, presidente dal 1999 ● Il club manager Igor Protti, 51 della casa editrice Sillabe specializz­ata in arte. «Qui ci sono eccellenze che non riescono ad affermarsi. Non direi che si tratti di una città rassegnata, ma manca una certa progettual­ità, un tessuto. E’ una città che fa fatica in tutto, e la squadra la rispecchia. Forse è colpa anche di noi livornesi che ci siamo un po’ appiattiti».

LA VOCE DEL PROTAGONIS­TA E’ difficile però pensare a un Lucarelli diverso da se stesso, anche in panchina. «Diciamo che abbiamo problemi negli ultimi 109 metri», scherza. Dopo tanto girovagare è arrivato alla panchina amaranto: è stato profeta in patria da calciatore, ora tenta un’altra scommessa. «In questi anni ho sempre cercato di evitare questa possibilit­à per una serie di motivi. Tante volte si era accostato il mio nome alla panchina del Livorno più che altro come suggestion­e, poi è arrivata la possibilit­à di allenare in B. Ho accettato perché allenare è difficile dappertutt­o, quindi tanto valeva provare a casa.I rischi più grossi qui me li sono presi da calciatore». Eppure, dopo 7 partite è già tutto complicato. «Non mi sono mai illuso. Sapevo che avremmo potuto avere dei problemi, magari non così tanti...». 33 giocatori da allenare, un presidente ingombrant­e. «Spinelli? Il rapporto era molto più difficile da calciatore, quando ci sentiamo adesso è sempre costruttiv­o. E con Igor c’è un rapporto strettissi­mo, lavoriamo bene». La coppia di eroi della promozione in A, idoli duri da abbattere. «Non è che viva molto Livorno, lavoro 12 ore, riguardo le partite, EDICOLANTE

le preparo. Sinceramen­te è questo che rimpiango della mia vita di calciatore: allenando sei sempre impegnato. So che cacciare l’allenatore è la soluzione nel calcio, ma io conosco le mie qualità. Non ho mai basato l’autostima sulle opinioni degli altri. Bado poco ai discorsi. Certo, vado poco in giro ma mi rendo conto che a Livorno non si vive più di pallone, però ci sono ancora i malati, fra virgolette, c’è lo zoccolo duro che ci crede e ci segue. Il lavoro alla lunga paga, prima o poi finirà la serie di infortuni che ci perseguita. Tutti i tifosi hanno il diritto di sognare, ma i casi Leicester sono eccezioni. Però la quota salvezza è a tre punti, e ci mancano trenta partite». Livorno ha due punti e ancora un po’ del suo spirito. Sui muri vicini allo stadio hanno scritto «Pisano vegano». I tempi cambiano.

L’ALTRO IDOLO Protti: «Abbiamo dei ragazzi seri e c’è un giocatore esperto come Diamanti: possiamo riprenderc­i»

CON I RISULTATI TORNERÀ UN PO’ DELL’ENTUSIASMO DI UN TEMPO

C’È SFIDUCIA, MA ATTACCARE CRISTIANO È QUASI IMPOSSIBIL­E

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