Tanta corsa e qualità: Allan ha conquistato il Brasile
●Prima convocazione per le amichevoli con Uruguay e Camerun, che non inficiano la possibilità di scegliere la maglia azzurra
Secondo il ct Tite la prima, e tanto sospirata, convocazione di Allan nelle file della Selecao è merito del suo collaboratore Sylvinho, ex interista: «Ha insistito tanto», ha spiegato ieri in conferenza. Per i napoletani, invece, il merito è da ascrivere a Neymar, cui Allan non ha dato tregua mercoledì in Psg-Napoli. Sul web impazzano i fotomontaggi del mastino azzurro che azzanna O’ Ney e di sicuro la loro sfida è stato molto seguita in Brasile. Tra gli spettatori interessati c’era proprio Tite, visto quanto ha rivelato: «Allan può giocare nel 4-3-3 come nel 4-4-2, lo si è visto contro il Psg. Da un po’ di tempo lo stiamo monitorando, come stavamo facendo con Jorginho, è uno che non scherza»
«ALLANMAO» Già, Allan non scherza. Al massimo sorride, lo fa con la moglie Thais e i figli ma più raramente in campo. Lì, anche in allenamento, pedala a testa bassa. Per questo a Napoli molti lo paragonano ad Alemao, che per via della capigliatura era soprannominato il brasiliano-tedesco. Allan è diventato “Allanmao” perché ha una applicazione teutonica e ricorda appunto il suo connazionale che a Napoli fu grande protagonista della Coppa Uefa vinta nel 1989. Paradossalmente, Allan in Brasile lo conoscono poco: è arrivato presto in Italia e ora impareranno ad apprezzarlo a partire dalle amichevoli con Uruguay e Camerun del 16 e 20 novembre. LA SCELTA Due test che, in teoria, non trattandosi di competizioni ufficiali, non pregiudicano la possibilità che anche Mancini possa convocare in futuro Allan per la Nazionale. Tuttavia, è davvero difficile immaginare che il brasiliano rinunci alla Seleçao dopo aver raggiunto l’agognato traguardo rappresentato dalla maglia verdeoro. Un obiettivo centrato meritatamente e che ieri ha festeggiato con i suoi, tanti, amici napoletani. «È una gioia immensa, ringrazio la società e l’allenatore», ha detto via social.
PUMA Del resto, Allan a Napoli si sente davvero a casa. Si è legato alla maglia, ai luoghi e alla gente che semplicemente lo adora. Lo scorso anno a Firenze, raccontano i bene informati, ha pianto più di tutti per quella sconfitta con i viola che ha infranto i sogni scudetto del Napoli. Poi, però, ha ricominciato a correre e a contrastare gli avversari diventando intoccabile per Ancelotti come lo era per Sarri. Così ora le squadre che incontrano il Napoli lo temono e lo studiano. Lo sta facendo anche Di Francesco che alla Roma nel 2000-01 ha giocato con Emerson, un idolo per Allan in gioventù. A pensarci bene, un po’ il mastino Allan e il Puma si somigliano.