La Gazzetta dello Sport

«Non avevo più voglia di sciare È come aver vinto»

●Federica rinasce dopo la «crisi» estiva e il recente infortunio: «È stata durissima, ma ora sono serena»

- INVIATO A SOELDEN (AUSTRIA) si.ba.

«Le gambe mi tremano ancora». Federica Brignone, seduta in sala stampa in mezzo ai giornalist­i, fatica a mandar giù anche solo mezzo panino. Il muro del Rettenbach, le buche, la nebbia nella prima manche, la neve nella seconda. Quella di Soelden è stata una battaglia. «Una gara così difficile penso di non averla mai affrontata. Nei giorni scorsi l’avevo vissuta bene e anche stamattina ero tranquilla. Alla partenza invece ero tesa, con lo stomaco bloccato, mi veniva da vomitare. In gara faticavo a respirare. Non potevo far altro che sciare e combattere».

TRANQUILLA L’avviciname­nto è stato difficile: la microfratt­ura al piatto tibiale della gamba sinistra, patita in agosto, ha concesso alla valdostana solo 8 giorni di sci prima dell’infortunio e 17 prima di Soelden. «La stagione scorsa è stata un incubo, sono arrivata al termine distrutta. Quest’estate non avevo voglia di sciare. Di allenarmi sì, di fare atletica anche, ma non di sci. Quando mi è tornata mi sono fatta male. All’inizio ero nervosissi­ma: pretendevo tanto, ero convinta di poter andare in Argentina anche se giravo ancora con le stampelle. Poi di colpo, quando mi sono resa conto che non era possibile, me la sono messa via e ho iniziato a lavorare con serenità. Tornare in squadra non è stato facile, ma grazie a mio fratello e agli allenatori sono arrivata tranquilla. Avevo pochi giorni di sci alle spalle, vero, ma quei pochi li avevo fatti stando bene. L’anno scorso con la pubalgia vivevo nell’incubo di non poter fare tutto. La settimana scorsa a Hintertux è stata dura, ma lavorare giorno per giorno mi ha permesso di arrivare qui con un più di convinzion­e. Ero già contenta di esserci. Quando ci sono, però, ci provo davvero. Questa è sempre stata una gara di testa, una gara da combattime­nto. Qui non capita di dire: guarda quella lì come ha sciato bene, come ha tirato le curve».

IL RUOLO DI DAVIDE Il secondo posto ha molti padri. «Ringrazio chi mi ha aiutato, a casa come ad Asti, ringrazio Marcello (il preparator­e Tavola, ndr) che c’è sempre stato. La presenza di mio fratello Davide è stata importanti­ssima. Mi segue, stiamo lavorando e ci stiamo divertendo tanto. Si fa in quattro per me, in pista e fuori. In questi giorni s’è allenato con me, siamo andati a correre insieme. E’ una compagnia importante, mi aiuta, mi vuole bene, so che qualsiasi cosa accada lui c’è». Ora la Brignone si concederà qualche giorno di vacanza. Poi, il 7, la partenza per il Nord America. «Per fortuna ora ho un mese di lavoro davanti, così nelle prossime gare sarò più tranquilla. Voglio lavorare bene sulla velocità, voglio sentirmi bene in gigante a Killington. Questo secondo posto vale una vittoria. Dalla prossima proverò a vincere davvero. Per me ora questo sport non è legato tanto alle ore di allenament­o, ma all’intensità e alla tecnica».

HA DETTO

«Mai affrontata una gara così difficile: non potevo far altro che combattere»

«Ero già contenta di esserci. Quando ci sono, però, io ci provo davvero»

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