La Gazzetta dello Sport

STOP NAPOLI, +6 JUVE El Shaarawy spaventa il San Paolo Mertens trova il pareggio solo al 90'

●●iallorossi tosti, la squadra di Ancelotti ha costruito tanto ma con poca lucidità al tiro

- Luigi Garlando INVIATO A NAPOLI

Insigne innesca l’azione, svirgolata di Callejon, gol di Mertens. Nei cromosomi della felicità di questo Napoli c’è il genio di suoi tre nanetti. Non si scappa. Possono cambiare i tecnici, gli schemi, ma questa verità viene sempre a galla. Però Ancelotti ha già cambiato molto. Il tabù della Roma, per esempio, che nei due ultimi passaggi al San Paolo si era portata via 6 punti. Un gol del belga al 90’ ha interrotto la tradizione. Un punto può sembrare bottino magro, ma intanto permette al Napoli di evitare il sorpasso dell’Inter che però oggi può agganciarl­o. Il secondo posto è al sicuro. Può sembrare magro anche alla Roma, che al 90’ si vedeva già a ridosso della zona Champions, ma è stato un punto eticamente importante: sacrificio e concentraz­ione. Questo chiedeva Di Francesco, prima di tutto. Stavolta senza bisogno che «le tirassero robaccia addosso», la sua Roma è entrata tosta in partita, ha segnato presto con El Shaarawy e ha lottato bene per difendere il vantaggio. Se confermerà questa anima, con la qualità che ha in rosa, risalirà presto.

PIPITA DOVE SEI? Il Napoli ha pagato la notte intensa di Parigi più nella testa che nelle gambe. Ha costruito tanto, concluso a raffica, ammassato 14 corner, ma è mancata cattiveria e lucidità al tiro. Gli undici fuorigioco sono la spia di ridotta attenzione al momento del passaggio o dello scatto. Se tanta produzione non ha portato a un gol prima del 90’, al terminale Milik deve prudere la coscienza. Facile che ieri molti napoletani abbiano ripensato a Higuain. La Roma ha pagato l’infortunio di De Rossi. Cristante non ha la stessa tempestivi­tà nello scarico verticale. Nella ripresa infatti la Roma ha fatto più fatica a ripartire.

AVANTI, NAPOLI Il copione Ancelotti ce l’avrebbe nel cassetto. Squadra che attacca di corsa la profondità, specie laterale? Il Liverpool. Ma la Roma non merita lo stesso rispetto tattico e poi il Napoli è cresciuto, arriva dalla lussuosa notte parigina, non può compattare due linee dietro e vivere di attesa come contro Klopp. E infatti Carlo alza la zona recupero-palla nella trequarti gialloross­a e, rispetto al Psg, sostituisc­e la fisicità di Milik al movimento di Mertens: progetta cioè una partita di aggression­e e offesa. La cosa riesce bene per una decina minuti perché De Rossi e Nzonzi, stretti nel sandwich azzurro mediana-attacco, faticano ad alzare la palla. L’occasione che Fabian Ruiz porge a Insigne (7’) è grossa. La Roma resta umilmente arroccata dietro. Subisce gioco e corner. Ma intanto, tra una respinta e una chiusura, cova una convinzion­e profonda: se riuscirà a scavalcare gli incrociato­ri di Ancelotti, potrà scatenare il tridente creativo e Dzeko in mare aperto e riuscirà a imporre la superiorit­à numerica. Infatti la prima volta che la Roma salpa, fa gol. Under, preferito all’acciaccato Florenzi, affonda a destra. Sul traversone basso, la difesa azzurra si fa trovare scomposta: solo Hysaj a centro area tra Dzeko che fa velo ed El Shaarawy che segna (14’). La seconda volta che salpa, Albiol deve salvare sulla linea (35’). Roma umile, concreta e capace di soffrire dietro, arroccata attorno a un ottimo Manolas.

BOLLICINE Il Napoli il suo lo fa, intendiamo­ci. Pressa, costruisce e calcia. Milik e Hamsik scaldano i guanti di Olsen (19’, 21’). Il polacco prima incorna fuori di poco (21’), poi si fa anticipare da Manolas sul più bello (32’). Manca poco. Centimetri, appunto. O grammi di cattiveria al tiro. Ma spesso quei centimetri e quei grammi fanno la differenza. Insigne, ad esempio, sembra avere ancora nella testa le bollicine parigine: gioca e calcia con troppa leggerezza. I gol che si divora al 21’ e al 26’ della ripresa lo confermano. A quel punto Ancelotti ha già sostituito il trasparent­e Milik con Mertens. Affilerà ulteriorme­nte il Napoli con la spinta di Malcuit e le idee di Zielinski che immette il 4-3-3. Di Francesco si difende presidiand­o la fascia (Florenzi) e dando il cambio allo stremato e ottimo Manolas (Fazio). Olsen si salva con l’aiuto del palo (15’). La Roma, che respinge angolo su angolo, sembra poter resistere. Non c’è più Milik a spaventare in cielo. E invece al 90’ la beffa arriva via terra, dai tre nanetti terribili. Il Napoli che, dopo 5 successi, per la prima volta in stagione non vince al San Paolo, vede la Juve sfumare a +6. Ma il punticino non è così brutto come è sembrato a Roma e Napoli sotto la doccia.

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In rete Stephan El Shaarawy e Dries Mertens
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LAPRESSE Sopra, il tiro di Stephan El Shaarawy, 26 anni, che finisce sul palo e poi in rete e che porta in vantaggio la Roma A destra, il pareggio azzurro di Dries Mertens, 31 anni, nel finale di partita ANSA
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LAPRESSE Carlo Ancelotti, 59 anni

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