Gattuso: «Squadra e club sono con me Troppa pressione»
●>ino: «Chiacchiere esagerate. Se avessi segnali negativi dai miei, sarei io a fare un passo indietro»
Una banda di cani rabbiosi guidati da un gatto, pardon, un Gattuso dalle sette vite: a immaginarsela alla lettera, potrebbe venirne fuori un mini trattato di etologia piuttosto interessante. Depurata dalle metafore, invece, la situazione è chiarissima: aveva ragione Rino, il suo Milan non era morto ma vivissimo e lo ha dimostrato nello spirito messo in campo contro la Samp. E pure lui, che alla vigilia di questo esame da brividi aveva assicurato di essere più che acceso, ha motivi per tornarsene a casa decisamente più sereno e a petto in fuori. Lo testimoniano le parole usate in conferenza stampa, che non sono quelle di un allenatore in bilico ma di chi guarda molto più in là del singolo momento: «E’ stata una gran bella partita, vinta perché abbiamo abbinato tecnica e veemenza, mi servono altre 7-8 partite per capire se la squadra ha trovato un’identità». CON ME Rino parla da tecnico che ha il gruppo in pugno e ribadisce i concetti, forte di un tris che dà ossigeno, morale e migliora la classifica, perché la Champions ora è vicina. «Complimenti ai ragazzi, io non devo più ringhiare ma preparare le gare nel modo giusto. Viviamo in un mondo che è un frullatore e ultimamente ci finisco ALLENATORE MILAN sempre dentro, ma va bene così. La società mi appoggia e la squadra mi segue, se avessi letto dei segnali negativi in questo senso avrei fatto un passo indietro – spiega -. Su di noi c’è una pressione eccessiva e ho sentito troppe chiacchiere su di me, voi giornalisti scrivete e alla fine i giocatori ci cascano…». La pressione, quella dei 90 minuti e non solo, l’allenatore rossonero l’ha scaricata anche correndo addosso al quarto uomo al fischio finale: «Non avevo capito che avessero allungato il recupero di trenta secondi. Chiedo scusa, non è stato un bel vedere».
MODULO E TESTA La luce Gattuso l’ha trovata con un cambio di modulo che ha esaltato i due fari ad alto voltaggio lì davanti ma il sistema andrà testato ancora, perché non tutto ha funzionato a dovere: il Milan a tratti ha perso in palleggio e sofferto come sempre dalle parti di Gigio. «Abbiamo preso due gol su due tiri in porta, ma sarei preoccupato se ne avessimo subiti dodici di tiri, non siamo l’Ajax degli Anni 70 che faceva il calcio totale. Io preferisco sottolineare il fatto di aver segnato tre reti a una squadra che ne subisce pochissime. Il modulo? È riduttivo spiegare questo successo solo con il passaggio al 4-4-2, anche perché Suso e Laxalt si sono mossi da mezzali». Il suo Milan, invece, si è mosso con la mentalità giusta, perché è lì che si torna alla fine per Rino, che sia tridente o doppio centravanti: «Quando si perde un derby in quel modo, o ti rialzi subito o quella sconfitta te la porti sempre dietro. Dobbiamo essere bravi ad accantonarla, con i nostri alti e bassi». Già, meglio guardare in su: prossimo scalino, mercoledì col Genoa.
ABBIAMO ABBINATO TECNICA E VEEMENZA, VOGLIO CONFERME
RINO GATTUSO