Ecco Spalletti: «Garanzia Zhang Tra le prime 4 vale un trofeo»
● Il presidente torna nello stadio che ha cambiato la sua storia nerazzurra
La scenetta è simpatica e simbolica. Luciano Spalletti lascia la sala stampa e si chiude nella stanza di Appiano Gentile destinata alle interviste tv, ma fa avvertire tutti i giornalisti: «Non ve ne andate, vi devo dire qualcosa». Dieci minuti scarsi, il tecnico rientra e fa, di fronte a taccuini che all’improvviso si riaprono: «Mi piaceva sottolineare questo: Steven Zhang è una garanzia per i tifosi dell’Inter, il fatto che sia diventato presidente è un passaggio fondamentale. Sono stato in Cina, ho avuto modo di conoscere anche suo papà, ho capito la loro lucidità nel fare business. Ogni volta che vedo Steven e ci parlo, lui riesce a trasmettermi la sua voglia di Inter. Sembra dirti, con la sua espressione, “io ci sono mister, sono con lei”».
PIÙ SU Parole al miele, Spalletti non voleva sprecare l’occasione nella settimana della svolta. La carezza è fisiologica, verrebbe da dire. Meno però quando Spalletti fa la fotografia di quello che il presidente si aspetta da lui e dall’Inter tutta: «Dobbiamo regalargli la qualificazione alla Champions. È un trofeo per noi, vale come quelli che si alzano con le mani. E poi dobbiamo cominciare a giocare e a vincere le grandi partite, come in parte già abbiamo iniziato a fare. Non mi fermo al Lazio-Inter della scorsa stagione, quel tipo di partite vogliamo ripeterle. E andare a vincere gare anche più importanti». C’è tutto, in queste parole di Spalletti. C’è la consapevolezza che le parole di venerdì del neo presidente hanno alzato l’asticella delle aspettative. O forse è più giusto dire che quelle dichiarazioni ambiziose hanno messo nero su bianco i programmi di vertice nerazzurri. Oggi Zhang sarà all’Olimpico, nello stadio che ha cambiato la sua storia e la sua percezione del club. Le lacrime a fine partita sono l’Immagine con la I maiuscola: senza quella vittoria, non è detto che oggi Steven sarebbe presidente. Grazie a quella sera la famiglia Zhang ha assaporato la Champions, ha capito una volta di più l’importanza (anche economica per il gruppo Suning) di calcare certi palcoscenici e la voglia adesso di tenerseli stretti. Di più: la necessità di riuscire a viverli da protagonisti e non da comparse. Questo viene chiesto a Spalletti: abituare l’Inter a non spaventarsi, neppure al Camp Nou, neppure di fronte al Barcellona che pure stravince il Clasico quattro giorni dopo.
IN TRASFERTA L’Inter è un esame continuo, verrebbe da sintetizzare. «Ma in allenamento ho avuto le risposte che volevo – ancora Spalletti – per intensità e partecipazione, la squadra ha reagito non volendo accettare passivamente il corso degli eventi, quella è la medicina migliore per superare qualsiasi difficoltà». E magari continuare una tendenza simpatica almeno tanto quanto la scenetta di Appiano: in Serie A l’Inter ha vinto le ultime tre trasferte, sei delle ultime sette considerando la scorsa stagione. Considerando, appunto, quel Lazio-Inter delle lacrime di Zhang.