LEICESTER, 4 MORTI OLTRE AL BOSS
Il silenzio avvolge Leicester in questa domenica di lutto. La notizia della morte di Vichai Srivaddhanaprabha, 60 anni, proprietario del club di calcio dal 2010 e protagonista nel 2016 della conquista dello storico titolo con Ranieri in panchina, è diventata di dominio pubblico nelle prime ore del mattino, anche se fino a ieri sera non sono state fornite comunicazioni ufficiali. Nella caduta dell’elicottero AW 169, valore 2 milioni di sterline e acquistato nel 2016, sono morti, oltre al presidente delle Foxes, i due piloti, il suo assistente Golf e una donna, Nusara Suknamai, ex modella e finalista Miss Thailandia Universo nel 2005. I quattro figli, i fratelli Aiyawatt – vicepresidente – e Apichet e le due sorelle, Voramas e la più giovane Arunrung, sono salvi: al momento della tragedia erano in Thailandia. Nelle informazioni convulse di sabato sera, si era sparsa la voce che tra le vittime ci fossero Aiyawatt e una delle figlie, ma ieri mattina da Bangkok è arrivata la smentita. L’elicottero doveva trasportare Vichai Srivaddhanaprabha all’aeroporto di Luton, dove lo attendeva un volo per la Thailandia. Ora, sopra una parte dei resti carbonizzati del velivolo la polizia ha steso un telone verde. L’inchiesta per le cause dell’incidente potrebbero richiedere tempi lunghi. Testimoni hanno visto l’elicottero fermarsi all’improvviso subito dopo aver oltrepassato la tribuna Est dello stadio e cadere in picchiata, a spirale. Le informazioni ufficiali sono ridotte all’osso, tra il tradizionale riserbo della polizia britannica e la privacy, con un velo d’imbarazzo, della famiglia.
PROCESSIONE La reazione emotiva della gente di Leicester ad una tragedia che ha colpito al cuore il tessuto della città è la faccia più limpida di questa storia. Un omaggio commovente. La processione verso il King Power è cominciata all’alba. I primi mazzi di fiori sono stati deposti di fronte al settore Nord, tra i cancelli 53 e 54. Un tributo spontaneo, inarrestabile, silenzioso. Uomini, donne, giovani, anziani e bimbi percorrono a piedi il viale che porta allo stadio e adagiano maglie, sciarpe, lettere, bigliettini, immagini religiose. C’è chi arriva dal centro città, attraversando il parco intitolato a Mandela. Il dolore supera i confini di Leicester e del calcio: raggiunge gli altri club e altri sport. Una casacca dello United è stesa accanto a una delle Foxes. C’è la maglia rossa della nazionale con il nome di Vardy.
BUIO All’improvviso, avanzando in fila indiana, appare una squadra giovanile thailandese. I ragazzi posano i fiori, pregano e vanno via, inseguiti dalle telecamere. Una voce di donna sussurra: «Non sarà più come prima». Un uomo regala la frase da titolo: «E’ il nostro giorno più oscuro». Nel dolore, si nasconde una paura: non solo la conclusione definitiva di una straordinaria favola che nel 2016 appassionò il mondo, ma anche l’inizio di un’epoca incerta che potrebbe riportare il Leicester ad una dimensione più modesta. Un anziano fan racconta: «Seguo le Foxes da quando ero bambino e quello che mi ha fatto vivere Vichai è stato una felicità immensa. Oggi il dolore è altrettanto forte». Una piccola folla è radunata di fronte al lato East e allunga lo sguardo verso il parcheggio B. L’area dove è caduto l’elicottero è però inaccessibile. La polizia vigila. C’è un via vai continuo dei mezzi di soccorso. I pompieri, accorsi 2 minuti dopo la chiamata, hanno cercato di fare l’impossibile, ma l’esplosione ha bruciato l’elicottero e le cinque vittime in pochi secondi.
LE PREGHIERE Tutta Leicester è in lutto. Nella cattedrale, molti fedeli seguono la funzione religiosa con maglie e sciarpe delle Foxes. L’arcivescovo, Martyn Snow, interrompe l’omelia per chiedere un minuto di preghiera per le vittime dell’incidente. Il sindaco, Peter Soulsby, osserva: «Dobbiamo essere riconoscenti a Vichai e alla sua famiglia non solo per quello che hanno dato alla squadra, ma anche alla città. La generosità non si è limitata al calcio».
TESTIMONIANZE Il centro tecnico del Leicester è chiuso. Le gare della squadra femminile e delle riserve sono state rinviate.
Lungo le vie della città, le tracce dell’impresa del 2016 sono visibili dappertutto. Un murale vicino l’Università De Monfort mostra un Vichai raffigurato con la tunica arancione. A poche centinaia di metri, il Nagarjuna Kadampa Buddhist Centre ha appena celebrato un evento. Nessuno ha mai incrociato i rappresentanti della famiglia Srivaddhanaprabha. Santino, manager italiano del ristorante San Carlo, racconta che diversi anni fa Vichai portò a Leicester il Dalai Lama. «Il presidente non si faceva vedere molto da queste parti. Venne qui per festeggiare il titolo. C’era anche Ranieri naturalmente».
IL FUTURO L’allenatore italiano non vuole parlare. Il rapporto con Vichai s’interruppe il giorno dell’esonero: il proprietario del Leicester non si fece più sentire con il tecnico che aveva appassionato il mondo con una straordinaria storia di sport. Dietro il silenzio della famiglia non si legge solo il dolore, ma anche l’improvvisa gestione della quinta ricchezza della Thailandia. Partito con il primo duty free a Bangkok nel 1989, Srivaddhanaprabha aveva costruito un impero da 3,3 miliardi di sterline di fatturato e occupava la posizione numero 388 nella classifica degli uomini più facoltosi al mondo. Il patrimonio è quantificato in 4,9 mld di dollari. Vichai era un uomo potente, temuto e rispettato. Dietro al sorriso che gli procurava molte simpatie, c’era un carattere di ferro. Viveva a Londra, nel quartiere di Belgravia. Ora toccherà al figlio Aiyawatt occuparsi della squadra, ma il futuro, in queste ore, appare davvero un’incognita.
PETER SOULSBY
I TIFOSI
«Ciò che mi ha fatto vivere Vichai è stato una felicità immensa come il dolore oggi»
«Vichai si vedeva poco in giro, una volta portò in città il Dalai Lama» NOI GLI SIAMO RICONOSCENTI PER QUANTO HA DATO ANCHE ALLA CITTÀ SINDACO DI LEICESTER
1 CONFERMATO IL DECESSO DEL N.1 DEL
CLUB NELLO SCHIANTO DI SABATO DEL VELIVOLO. A BORDO OLTRE
AI DUE PILOTI ALTRE DUE PERSONE. MIGLIAIA DI TIFOSI IN LACRIME IN CITTÀ
LA SUA GENEROSITÀ ERA ILLIMITATA: È IL NOSTRO GIORNO PIÙ OSCURO
ALCUNI TIFOSI DAVANTI ALLO STADIO