La Gazzetta dello Sport

Finito un digiuno durato 25 corse Poi Iannone e Dovi

●Alla festa manca Rossi, soltanto 6o: «Gara negativa». Ritirato Marquez, colpito da Zarco

- Paolo Ianieri INVIATO A PHILLIP ISLAND (AUS)

Ha vinto la gara, ma perso i capelli, come da scommessa con gli uomini del suo team. Per Maverick Viñales e la Yamaha tutta questo 2018 era diventato un tunnel dal quale non ci si intravvede­va la via di uscita: 25 gare senza vittorie, il primato negativo che pesava sempre più sullo score di Iwata. Phillip Island, in questo senso, pista amata sia da Maverick sia da Valentino Rossi, ma sulla carta parecchio amica anche della M1, con quei curvoni lunghi e l’assenza di staccate violente fatti apposta per esaltare le caratteris­tiche tecniche di una moto che ha nel telaio il suo punto di forza, era stata cerchiata come l’ultima possibilit­à per provare a raddrizzar­e anche se solo parzialmen­te la stagione.

INCIDENTE Missione compiuta, alla fine di una gara condiziona­ta pesantemen­te dall’incidente che dopo 5 dei 27 giri i programma ha eliminato Marc Marquez, tamponato violenteme­nte sul rettilineo d’arrivo a 300 orari da Johann Zarco mentre i due erano nella scia della Ducati di Jack Miller. Un botto terrifican­te, con la Yamaha del francese disintegra­tasi nell’impatto (Andrea Iannone che tallonava i due si è salvato di un nulla, un detrito ha invece colpito alla mano operata lo scorso anno Aleix Espargaro), mentre Marc è miracolosa­mente rimasto in piedi, ma con la sella rotta ha dovuto ritirarsi il giro successivo. «Non capivo, e mi ero anche arrabbiato, ma al box rivedendo le immagini ho realizzato che è stato un incidente di gara. Ho parlato con Johann, siamo solo stati tutti e due fortunati a farci nulla» ha spiegato Marquez, la cui statistica personale dice che, quando vince il Mondiale in Giappone, come già nel 2014 e 2016, poi non termina la gara qui in Australia.

FUGA VINCENTE A quel punto, col campione del mondo out, e Danilo Petrucci subito lungo alla prima curva dopo una gran partenza per la rottura della frizione, si è scatenata la rincorsa alla vittoria: ha provato l’allungo Dovizioso, con una Ducati molto più a proprio agio da queste parti che non nel recente passato; ha tentato di inserirsi Rossi, ci ha seriamente pensato Andrea Iannone, ma alla fine, dopo un lungo alla curva 4 che ha ricacciato indietro l’abruzzese della Suzuki quello che davvero sembrava avere il passo giusto per vincere – a prendere il largo è stato Viñales, che giro dopo giro ha costruito un bottino di qualche secondo che più nessuno è riuscito a erodere. «Quando alla partenza mi sono ritrovato decimo mi sono detto che ero uno stupido, però sono rimasto concentrat­o. Sapevo che ero veloce, quando ho preso la testa mi sono rilassato e cercato di gestire. È una stagione difficile, io avevo bisogno di questa vittoria e la Yamaha anche». Sorride, Viñales , come non si vedeva da tanto tempo, «lo scorso anno a Le Mans o quest’anno a Silverston­e. Amo questa pista, ma quando sono arrivato non ero così

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VITTORIE

Le vittorie di Viñales in MotoGP, di cui 4 con la Yamaha: è la sua prima del 2018, dopo le 3 del 2017

motivato, ci hanno pensato le persone intorno a me a farlo. Però il risultato non ci deve fare abbassare la guardia in vista del 2019».

DOPPIO ANDREA La gara per il resto del podio è proseguita fino all’ultimo metro, con Iannone capace di spuntarla su Dovizioso. Alle loro spalle un grande Alvaro Bautista, che ha ereditato al meglio per questa gara la GP18 ufficiale di Jorge Lorenzo. Quinta la seconda Suzuki di Alex Rins, solo sesto Rossi. «Sin dal giro di riscaldame­nto ho sentito che la gomma posteriore non aveva il solito grip. È stata una gara negativa: speravo di lottare per il podio, invece ho perso punti da Dovizioso per il secondo posto nel Mondiale e Maverick si è avvicinato».

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