La Gazzetta dello Sport

Rilancio azzurro Sono anelli di bronzo! Lodadio

●Il 26enne romano riporta l’Italia maschile sul podio dopo 8 anni: «Sono nato in palestra»

- Andrea Buongiovan­ni

La voce, sul pullman che nel dopo-gara lo trasporta dall’Aspire Dome in albergo, è ancora rotta. E non è colpa del raffreddor­e figlio dell’aria condiziona­ta di Doha. Marco Lodadio, 26enne frascatano, ha appena compiuto un’impresa. Nel solco della grande tradizione azzurra, col personale di 14.900, ha vinto il bronzo mondiale agli anelli. Riportando l’Italia maschile su un podio iridato dopo otto anni. L’ultimo a riuscirci era stato Matteo Morandi, stesso attrezzo e stessa medaglia. Al vertice assoluto, intanto, pronostico rispettato: l’oro è del greco Eleftherio­s Petrounias (15.366), campione uscente, campione olimpico e campione europeo, l’argento del sempreverd­e brasiliano Arthur Zanetti (15.100). Ma la sorpresa è tricolore.

GLI INIZI «Questo risultato – racconta Marco con la sua bella cadenza – è frutto del lavoro di molti, di un team. E dei tanti anni che ho trascorso in palestra. Tra le pedane sono praticamen­te nato: a Frascati, mamma Antonella, ex mezzofondi­sta con qualche trascorso nell’artistica e papà Massimo gestiscono da sempre l’Asd Gym Point. Quando avevo 8-9 anni, per farmi star tranquillo, mi hanno fatto provare e poco dopo ho cominciato con le gare. Era il 2001 e l’anno dopo ho fatto un provino all’Acquacetos­a di Roma. Lì mi ha preso solo la sua ala Luigi Rocchini, mia guida ancora oggi. Allenament­i al mattino e al pomeriggio, scuola alla sera. Prima accompagna­to dai genitori, poi utilizzand­o i mezzi pubblici».

LA STORIA Il ragazzo prometteva. Soprattutt­o al volteggio, tanto da arrivare al bronzo agli Eurojunior­es di Birmingham 2010. Il cambio di categoria, però, non è stato indolore. E nemmeno, al seguito di Rocchini, il trasferime­nto, del 2014, a Civitavecc­hia, dove Marco fa base tuttora. È in quella stagione che è avvenuto il passaggio agli anelli. «Da Frascati sono un centinaio di chilometri – spiega –, ma quando posso torno a casa, anche perché se no Eleonora, la mia fidanzata personal trainer, mi lascia... Gli anelli? Mi son sempre piaciuti, coi lavori di forza non ho mai avuto problemi: Jury Chechi e Matteo Morandi, che spesso mi danno ottimi consigli, sono da sempre i miei idoli». Negli ultimi mesi l’esplosione, con ottimi piazzament­i tra prove di coppa del Mondo, Giochi del Mediterran­eo e Assoluti. Solo un flop: in luglio, agli Europei di Glasgow, per un errore in qualificaz­ione.

LA GARA «Sono arrivato a Doha preparato, carico e con tanta voglia di riscattarm­i – afferma –: il 6° posto nella qualificaz­ione di venerdì scorso mi ha ulteriorme­nte motivato. Ma la medaglia era un sogno, nulla più». Grazie a una prova dal valore base elevatissi­mo e senza sbavature, è diventata realtà. Marco, in gara per penultimo nella finale a otto, è stato pressoché perfetto: esecuzione pulita, tutte le posizioni tenute. E pensare che, in ambito mondiale,

LE PASSIONI

I genitori gestiscono un impianto a Frascati, lui ama Eleonora, le moto e la Roma di capitan Totti

SOGNAVO UNA MEDAGLIA: È IL RISULTATO DEL LAVORO DI TANTI

MARCO LODADIO GINNASTA

era alla prima finale di specialità. Con relativame­nte poco da perdere, si è superato. Respingend­o rivali del calibro degli armeni Artur Tovmasyan, 4° (14.866) e Vahagn Davtyan, 6° (14.666) e del russo Nikita Nagornyy, 5° (14.633).

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