RECORD JUVE
FATICA MA VINCE MAI FATTI TANTI PUNTI NELLE PRIME 11 GIORNATE Dybala segna dopo 42” e Ronaldo ispira (3-1) Però a Torino il Cagliari è pericoloso fino alla fine
Ma sì, tanto ci sono Dybala, Ronaldo, Cuadrado, Douglas Costa o comunque lo juventino del giorno. Tanto c’è sempre qualcuno che risolve la situazione. Un pensiero che deve insinuarsi spesso nella testa dei bianconeri quando giocano in campionato. Non è altrimenti facile spiegarsi come possa esistere una Juve così bipolare: concentratissima e fin qui invincibile in Champions, superficiale e troppo compiaciuta della sua superiorità in Serie A. In teoria non si può darle torto: la classifica resta da record, 31 punti in 11 giornate è il miglior avvio bianconero di sempre, e il vantaggio sulla strana coppia Inter-Napoli è comunque di 6 lunghezze, un’enormità che in altri tempi sarebbe sembrata un’assicurazione sulla vita. Ma come spiegarsi uno United annichilito nel suo tempio, un Valencia umiliato pur se in inferiorità, uno Young Boys scherzato, e poi questo 3-1 al Cagliari con lo spettro concretissimo del 2-2 scacciato soltanto al 42’ del secondo tempo?
DYBALA E IL RESTO È stata davvero una partita stranissima. Cominciando dal gol di Dybala dopo 42 secondi. Un tocco, una finta, la difesa del Cagliari da una parte e il bianconero che, quasi scivolando, infila di destro. La squadra di Champions avrebbe costruito un monumento su un’occasione così: avrebbe avuto l’intelligenza di far scoprire il Cagliari, di costringerlo ad abbassare le difese, e poi avrebbe colpito senza pietà. Qui è successo il contrario, anche per una serie di situazioni «originali». Intanto il ricorso alla Var in almeno tre occasioni, con tempi insostenibilmente lunghi, e un errore grave dell’arbitro Mariani che sul 2-1 non ha visto un braccio di Bradaric in area e non ha cambiato idea alla moviola. L’1-1 di Joao Pedro su un’ingenuità di Cancelo in area. Il 2-1 bianconero che non sarebbe forse mai arrivato se ancora Bradaric, il peggiore, non avesse infilato in scivolata il suo portiere. Il palo di Ronaldo. E infine il 3-1 di Cuadrado soltanto all’ultimo, su contropiede Dybala-CR7, quando il Cagliari era ormai tutto avanti e aveva costretto Allegri a inserire Barzagli.
SULL’ORLO DEL PARI Come contro Chievo, Parma ed Empoli, sembra che la Juve si diverta a mantenere il risultato in bilico. Il Genoa è l’unico riuscito nell’impresa di stopparla, ma lo 0-5 contro l’Inter non può che aumentare il rimpianto di Allegri. In tutto questo non va dimenticato il Cagliari che la sua partita l’ha giocata e ha avuto la forza di reagire a quella botta violentissima di Dybala che avrebbe steso un bufalo. Non s’è mai chiusa la squadra di Maran, non ha fatto barricate, e quando è riuscita a pressare con intensità sulla trequarti ha messo in ansia la Juve. Oltre al gol, due occasioni irripetibili sotto rete di Pavoletti: Szczesny lo ha neutralizzato, neanche lui sa come, a un metro, e Benatia s’è immolato sul tiro a botta sicura. Altrimenti staremmo raccontando una partita diversa. Poi la qualità ha fatto il resto.
CHI SALE, CHI SCENDE Neanche si può parlare di pressione psicologica, dopo le due goleade di Ancelotti e Spalletti: la Juve ne ha viste troppe per soffrire il fiato delle inseguitrici. Piuttosto, ancora una volta, la tattica del soffocamento lento dell’avversaria non è riuscita alla perfezione. Sono mancati due elementi chiave, Cancelo generoso ma mai così sfasato da quando è in bianconero, e Pjanic poco in partita fino al cambio comprensibile. Non irresistibile Bonucci. Non ha segnato Ronaldo ma, oltre al palo, un bel tiro e l’assist a Cuadrado per il 3-1: nei momenti cruciali fa sempre paura. In compenso Dybala dà il meglio nella formula con un solo attaccante al fianco, Bentancur ha avuto strappi da grande mezzala, e Douglas Costa, in campo solo 45’ pare per affaticamento, ha sempre creato la superiorità, anche se l’ultimo tocco non è stato all’altezza.
L’ESULTANZA
LA CHIAVE Paulo segna in 42” di destro, poi Joao Pedro, autogol di Bradaric e Cuadrado
I bianconeri mantengono i 6 punti di vantaggio su Inter e Napoli
ALLEGRI E I SISTEMI Non è il caso di fare troppo i pretenziosi se poi tabellini e statistiche raccontano storie più piacevoli. Alla fine è 3-1. Allegri ha gente e preparazione per schierare il 4-3-3, passare al 4-4-2 e chiudere col 3-5-2. Soltanto la Roma 2013-14 e il Napoli dell’anno scorso avevano conquistato 31 punti in 11 giornate (senza vincere lo scudetto). Alla qualificazione in Champions manca davvero poco. E sarà utile potersi dedicare soprattutto al campionato, ora che arrivano le squadre fin qui risparmiate dal calendario: cominciando dal Milan, domenica a San Siro, e poi Inter, Roma, Samp, Atalanta, Fiorentina, in teoria un po’ peggio di quasi tutte quelle affrontate finora. Ma forse la Juve ha bisogno di loro per esaltarsi.