L’OMBRA DI IBRA E IL 4° POSTO CUTRONE ORA GIOCA SU 2 TAVOLI
1A Udine Gattuso conferma i due attaccanti: «Il 4° posto va difeso, dovremo lottare tanto» Zlatan incombe, ma l’azzurro segna ogni 65’...
A Udine sarà ancora accanto a Higuain per difendere la posizione in classifica Con Zlatan che incombe
Quando c’è di mezzo Patrick Cutrone, qualcuno gira sempre la clessidra prima che la sabbia abbia finito di scendere. Lui ha meno tempo degli altri, per qualsiasi cosa: dimostrare di poter giocare in prima squadra (la tournée estiva con Montella in panchina), scavalcare altri attaccanti nelle gerarchie (capitò con Kalinic e André Silva), convincere Gattuso a dargli spazio da titolare in questa stagione, accanto al totem Higuain. Cutrone è un idolo della San Siro rossonera: le magliette col numero 63 si sprecano, e quando lo speaker annuncia le formazioni, il Meazza risponde a «Patriiiiiiick…» con un boato paragonabile solo a quello per il Pipita. Ma ancora una volta, stasera a Udine, le lancette dell’orologio per il 20enne comasco correranno più veloci che per gli altri.
SE ARRIVA ZLATAN La prima ragione è di natura tattica. Il 44-2 con cui il Diavolo si presenterà alla Dacia Arena è stato sdoganato a furor di popolo proprio per il rendimento eccellente della coppia HiguainCutrone, nei momenti di utilizzo contemporaneo. E sia chiaro, Gattuso non è il genere di tecnico che cambia rotta solo per accontentare le folle. Ma quanto durerà il «doppio nueve»? Impossibile prevederlo. Difficile che il 4-3-3 venga riposto in soffitta definitivamente, perché è il sistema di gioco più caro a Rino, quello che gli dà le migliori garanzie di copertura del campo. Vietato perdere tempo, dunque, anche per il secondo miglior marcatore stagionale del Milan, con 5 centri tra campionato e coppa. L’altro motivo, invece, è legato al mercato. Quello in entrata. L’ombra di Ibrahimovic incombe all’orizzonte. E Zlatan è ingombrante, non è il classico campione a fine carriera che viene a svernare nello stadio in cui è stato il re.
LOTTA E MUSCOLI Gattuso ieri ha seccamente rifiutato di commentare il possibile ritorno dello svedese a gennaio («chiedetelo a Leonardo»). Poi ha ammonito sul pericolo principale che il Milan incontrerà affrontando l’Udinese: «Avversario forte fisicamente, con tanti uomini sul metro e novanta. Dovremo lottare tanto, andare sulle seconde palle». Considerazione che dà un indizio di formazione, viste le tante assenze: probabile mediana muscolare Kessie-Bakayoko, niente centrocampo a tre perché Calhanoglu «ha problemi a piede e caviglia, zoppica e necessita di 3-4 giorni di riposo». A Udine non ci saranno nemmeno Bonaventura («in miglioramento») e Calabria («fatica ancora nei cambi di direzione»), oltre ovviamente ai lungodegenti Biglia e Caldara. Tirerà il fiato anche Musac-
PATRICK È UNO CHE HA DENTRO IL VELENO, COME I GRANDI RINO GATTUSO SU CUTRONE DOPO MILAN-ROMA
chio, spazio all’ex Zapata: sono in arrivo i match durissimi con
Betis e Juve, le energie vanno gestite. Prima della sosta, Gattuso vuole risposte: «Ci abbiamo messo tanto per raggiungere il quarto posto e ora va difeso, non è il momento dei sorrisi, bisogna battere il ferro. Ma vedo lo spirito giusto, anche se l’allenamento di oggi (ieri, ndr) non mi è piaciuto per niente, eravamo vuoti anche mentalmente».
CHE MEDIA A suonare la carica, in questi casi, di solito ci pensa Patrick Cutrone. Spesso l’ha fatto alzandosi dalla panchina e cambiando le partite: la sua capacità di sfruttare il tempo a disposizione risalta bene nella classifica della media-gol per minuti giocati, dove è terzo assoluto nei 5 campionati top in Europa. Il recupero di campionato col Genoa ha lievemente peggiorato la statistica, che ora lo vede attestarsi a una rete ogni 65,4 minuti, dietro a due attaccanti della Bundesliga come Alcacer e Bellarabi. Ma davanti, tanto per fare due nomi, ai signori Mbappé e Messi, veri fenomeni del calcio mondiale. Gente che andava di fretta fin dal primo giorno nel calcio che conta, come piace a Patrick.
LA VIGILIA
Rino perde anche Calhanoglu: «Zoppica e gli serviranno 3-4 giorni di riposo»
Poi fa catenaccio sul ritorno dello svedese a gennaio: «Chiedete a Leo»