STRAINTER SPETTACOLO, 5 GOL E SETTEBELLO AVVISO ANCHE AL BARCELLONA
Chi è fuori in Europa vola col Genoa: Gagliardini fa doppietta, Joao Mario è il migliore. Spalletti ai blaugrana: «A noi due»
Ok, il Genoa non sarà il Real Madrid, ma se il Barcellona ne ha fatti 5 nel Clasico e manda a dire che Messi forse recupera per martedì, una buona risposta era segnarne altrettanti con molti titolari fuori e dimostrare che Nainggolan ha recuperato di sicuro. Fatto. Ma la manita al Grifo è un messaggio indiretto anche alla Juventus. Perché la settima vittoria consecutiva, contro l’unica squadra che ha tolto punti ai campioni, ha riportato i nerazzurri al secondo posto, accanto al Napoli, e soprattutto ha mostrato poderosi segnali di crescita. Diciamo da tempo: l’Inter ha Icardi, il più spietato uomo d’area, CR7 compreso, e la migliore difesa del torneo (solo 6 gol subiti), ma a centrocampo la concorrenza è superiore. Ieri il meglio lo si è visto proprio in mezzo: con Brozovic, illuminato come a Roma, e con Gagliardini e Joao Mario, tre gol in due e tanti applausi da San Siro che in passato li ha crocefissi. Due reduci che hanno avuto il merito di risorgere e riproporsi. Se confermeranno qualità e corsa, Spalletti si ritroverà una batteria d’interni di assoluto valore. Vecino, Nainggolan e lo stesso Brozo potranno tirare il fiato e le prospettive di titolo cambieranno. Non poter schierare Gaglia e Joao in Champions, fuori lista per vincoli Uefa, è una beffa dolorosa.
REDUCI Anche con nuovi interpreti, l’Inter ha dimostrato la facilità di gioco sbattuta in faccia alla Lazio: 4-3-3 in costruzione, con Politano e Perisic spesso stretti a sostegno di Lautaro. In fase passiva: 4-2-3-1, con Brozo e Gagliardini che si avvicinano e Joao Mario che sale per sostenere il pressing delle punte. Transizioni puntuali. Se chiedete qual è la vera forza di Gagliardini, Gasperini, che l’ha brevettato, vi risponderà: «Galoppare da un’area all’altra per 90’ senza soste e senza cali, recuperando palloni dietro e attaccando l’area davanti». Un pendolo che sfianca alla distanza. Inchiodarlo davanti alla difesa, come gli imponeva spesso il 4-2-3-1 voleva dire snaturarlo. Come tenere un leopardo in salotto. Ritrovata la corsa lunga, il ragazzo ha ritrovato quasi tutto, anche il gol che cercava dal marzo 2017 e che ha festeggiato con lacrime liberatorie. Il bergamasco ha sbloccato il risultato al 14’ e ha chiuso il match a inizio ripresa con il 3-0. Due gol alla Icardi, con i piedi nell’aera piccola. Ma chi ci guadagna di più dalla mediana a 3 è Brozovic, che non si ritrova più a lanciare da solo come un quarterback, circondato da piranha in pressing. Ora può salire spalleggiato da interni e, con Politano e Perisic più stretti, si ritrova davanti altre due opzioni di scarico. Spalletti gli ha costruito attorno una rete di palleggio che ha cambiato l’Inter. Con questa rete dovrà fare guerra al Barcellona, meglio di quanto abbia fatto al Camp Nou dove la palla era introvabile. Peccato non poter spendere il tocco e le idee del nuovo Joao Mario che ieri è stato il migliore. E’ entrato in 4 gol su 5, uno lo ha segnato, è stata una presenza preziosa e continua. Ha scelto sempre la soluzione più semplice e di più utile per legare i reparti e dare verticalità.
SPOT Il secondo gol di Politano è stato uno spot: da De Vrij a Brozovic, a Joao Mario a Politano che fulmina Radu. Una coltellata al centro della torta. Un inno al calcio verticale. Così si può spaccare anche il Barça, maestro del calcio orizzontale. Non sfugga la prima impostazione di De Vrij. Altre volte ha impostato Skriniar. Significa che se prima l’Inter soffriva l’imprescindibilità creativa di Brozo, ora ha distribuito deleghe a interni e difensori. Anche a Dalbert, la terza riscoperta della giornata. Un altro fischiato spesso a San Siro, ieri sicuro e applaudito. Dalbert e Joao Mario possono recuperare tante cose perse con Cancelo e Rafinha. Non tutte, ovvio. L’archeologo Spalletti deve ora riportare alla luce il vero Perisic che ha talento puro, ma pigro. Serve una potente alternativa offensiva a Icardi. Lautaro ha dimostrato di aver bisogno di rodaggio. Qui Nainggolan, subito a segno, aiuterà parecchio. Nel nuovo 4-3-3 può occupare una casella da interno o una più avanzata, in un possibile 4-32-1, per spendere meglio il suo bagaglio offensivo. Sta già attaccando l’area del Barça.
POCO GRIFO Il Genoa? La sintesi più lucida l’hanno cantata i tifosi: «Non giocate più». Il Grifo si è compattato dietro, attorno a un affannato Sandro, incapace di salire. Ha subito 5 gol senza cambiare faccia. Neppure arrabbiato o cattivo. Può esserci Genoa senza grinta? Juric è già in ansia, anche perché Piatek ha incornato il primo tiro in porta del Genoa un minuto dopo essere entrato nella ripresa. A Preziosi non deve essere piaciuto vederlo in panca. San Siro è una vetrina. In tutti i sensi.