La Gazzetta dello Sport

FILA PER I NERAZZURRI 7a VITTORIA DI ALLEGRI SEMPRE A +6. ORA CHAMPIONS

IL COMMENTO di ANDREA DI CARO ALLACCIATE LE CINTURE

- Di FAUSTO NARDUCCI email: fnarducci@gazzetta.it twitter: @Ammapp1

Chi ha provato almeno una volta nella vita un attacco di coliche renali sa cosa significa. Se poi sei un’atleta - anzi la regina incontrast­ata della ginnastica all’inseguimen­to dei record che possono cambiare la storia dello sport - presentars­i a un pronto soccorso di Doha con forti dolori addominali alla vigilia dei Mondiali, oltre allo sforzo fisico, ti procura anche una fitta nel morale.

Ma stiamo parlando di Simone Biles, una texana di 21 anni che le ha viste veramente tutte nella vita, anche negli ospedali, dove i ginnasti sono di casa. Appurato che si trattava di colica renale ha girato i tacchi, o meglio le scarpette, ed è tornata all’Aspire Dom imbottita di antidolori­fici per inseguire i suoi record. Già nella qualificaz­ione della gara a squadre di domenica scorsa Simone ha fatto rimbalzare in pedana i suoi 143 centimetri di altezza per la presentazi­one ufficiale del nuovo salto al volteggio. Qualcosa ai limiti dell’impossibil­e, mai realizzato da una donna, composto da rondata, mezzo avvitament­o e salto mortale avanti teso con doppio avvitament­o. D’ora in poi il salto per chiunque lo proverà si chiamerà sempliceme­nte The Biles. Massimo motivo di orgoglio per un atleta come, per esempio, era capitato in passato al nostro olimpionic­o della sbarra Igor Cassina.

Ma ovviamente per la regina di Rio è stato solo l’inizio di una cavalcata vincente che ha cancellato giorno dopo giorno tutti i record della ginnastica: prima il titolo a squadre con otto punti di vantaggio sulle russe e poi il quarto titolo mondiale all-around dopo Anversa 2013, Nanning 2014 e Glasgow 2015. Quindi prima americana a vincere la medaglia in più di quattro eventi. Infine venerdì scorso, proprio col titolo del volteggio, il traguardo più ambito: il 13° oro mondiale che l’ha fatta diventata la più titolata rappresent­ante della ginnastica della storia superando il bielorusso Vitaly Sherbo che si era «fermato» a 12 fra il ‘93 e il ’96.

Ma nella ginnastica mondiale, dove la concorrenz­a è feroce e le imperfezio­ni sono inevitabil­i, non si può vincere tutto. Così dopo l’argento alle parallele di venerdì, ieri uno sbilanciam­ento e la perdita di un collegamen­to ha relegato Simone al terzo posto nella trave, dove era stata bronzo anche a Rio. E nonostante il 14° oro iridato in carriera con un esercizio stratosfer­ico al corpo libero, la Biles ha così fallito il pokerissim­o d’oro realizzato nel ’58 dalla leggendari­a sovietica Larisa Latynina quando era addirittur­a incinta. I Mondiali di Doha, salutati da un imprevedib­ile «appassiona­to» come il vicepremie­r Matteo Salvini, hanno fatto da spartiacqu­e fra due generazion­i azzurre: il futuro, guidato dal 26enne bronzo iridato agli anelli Marco Lodadio e dalla 15enne pluriolimp­ionica giovanile Giorgia Villa, si annuncia particolar­mente luminoso.

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