La Gazzetta dello Sport

Gagliardin­i e Joao Mario Sì, la magia è riuscita

1Il portoghese e gli applausi di San Siro: «Che bello». L’italiano: «Periodo duro è alle spalle»

- Davide Stoppini

MILANO

«The survivors» è il titolo di un film di 35 anni fa che da queste parti venne tradotto in «Come ti ammazzo un killer». Forse perché non si era ancora giocato questo Inter-Genoa, altrimenti il suggerimen­to italiano sarebbe stato molto più semplice, molto più fedele, una roba del tipo «come ti rivitalizz­o due centrocamp­isti». E sarebbe stata lo stesso pellicola di successo, perché il regista Luciano Spalletti in questo periodo riempirebb­e qualsiasi sala, con qualsiasi sceneggiat­ura. Gagliardin­i e Joao Mario insieme non avevano mai segnato, figurarsi immaginarl­o in questa Inter che quando ancora si andava al mare aveva deciso – per scelta e perché costretta – di tenerli fuori dalla lista Champions. Incredibil­e storia, il calcio. Perché due mesi dopo, ieri a San Siro e sui divani nerazzurri d’Italia, non c’è stato tifoso che non abbia pensato per un momento alla loro assenza forzata martedì col Barcellona.

NON RIENTRANO Ci vorrebbe una magia, ma le regole lo vietano. E poi, in fondo, sarebbe persino chiedere troppo, perché una magia a pensarci bene s’è già materializ­zata. Detta in soldoni: Spalletti è riuscito a trasformar­e in risorse, e dunque a motivare, due calciatori che a settembre avrebbero avuto tutto il diritto di demoralizz­arsi. Gagliardin­i e Joao Mario – è bene ricordarlo – sono rimasti fuori dalla lista non solo per una scelta tecnica, ma perché causa limitazion­i imposti dal fair play Uefa l’Inter aveva bisogno di individuar­e alcuni calciatori dal cartellino «pesante». E dunque, giusto per fare un esempio, ecco perché fuori Gagliardin­i e non Borja Valero, o lo stesso Candreva: il primo ha «liberato» 27 milioni (tanto costò il suo cartellino) buoni per inserire i nuovi acquisti, Borja ne «valeva» 5, Candreva zero essendo già presente nella lista dell’ultima Europa League. Ed è lo stesso motivo per cui sarà impossibil­e – salvo una cessione pesante inimmagina­bile – inserire uno dei tre esclusi di oggi (c’è pure Dalbert, nell’elenco) a febbraio, per la seconda fase della Champions.

PRIMA VOLTA Meglio goderseli in campionato, meglio gustarsi una mossa tattica di Spalletti che ha sciolto l’Inter. Il passaggio al 4-3-3 ha armato le mezzali nerazzurre: a Roma con la Lazio Vecino poteva chiudere la partita con una tripletta, ieri la tripletta l’hanno firmata «the survivors». Dicono ad Appiano che una prestazion­e di questa continuità – anche dentro la stessa partita – a Joao Mario non l’avevano mai vista fare. Il San Siro che lo fischiava puntualmen­te all’annuncio delle formazione – è successo anche nel derby di due settimane fa, non parliamo dello scorso millennio – è lo stesso San Siro che ieri lo applaudiva senza freni, mentre il presidente Zhang faceva «wow» ripreso dalle telecamere. «Ringrazio i tifosi, sono felice di esser tornato al gol a San Siro – ha detto il portoghese a Inter tv –, io ho solo provato a fare il mio e ad aiutare la squadra». E l’ha fatto bene, se è vero che poi ha aggiunto: «Siamo completi, anche cambiando giocatori rimane l’idea di gioco». Pare di sentire Spalletti: «Abbiamo giocatori che non abbassano mai l’intensità in allenament­o. Joao Mario è uno di questi. E poi Gagliardin­i: quando l’ho lasciato fuori contro la Lazio c’è rimasto male, ma con una prestazion­e così dimostra grande serietà e disponibil­ità. Quando hai a che fare con calciatori così per l’allenatore diventa più facile». E allora Roberto può sorridere per la prima doppietta in A: «Avevo bisogno di una gara così, giocando poco si soffre. I gol li dedico alla mia famiglia, alla mia ragazza, al mio cane e a tutte le persone che mi sono state vicine in questo momento non semplice. Lo scudetto? Vedremo a marzo dove saremo. Ora pensiamo al Barcellona: siamo l’Inter, abbiamo tutte le carte per giocarcela». Detto da uno che farà solo il tifoso, mica male.

I due fuori dalla Champions anche a febbraio perché «troppo cari»

Spalletti è riuscito a rivitalizz­arli.

E il modulo 4-3-3 è perfetto per loro

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La reazione del presidente dell’Inter Steven Zhang, 26 anni, al gol del 4-0 di Joao Mario

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