Il giorno di Frustalupi jr Nicolò va in panchina nel ricordo di papà Mario
figlio dell’ex centrocampista blucerchiato sostituirà lo squalificato Mazzarri nello stadio in cui il padre fu una bandiera
Un applauso tutto per lui. Intenso, caloroso, proveniente dalla Gradinata Sud: magari Nicolò Frustalupi se lo aspetta, magari no ché tanto tempo è trascorso dal biennio (2007-09) in cui ha lavorato nel club blucerchiato. Di sicuro sarebbe un gran bel gesto. Perché oggi il vice di Walter Mazzarri (squalificato) guiderà il Toro dalla panchina dello stadio che per 8 stagioni, tra il 1962 e il 1970, è stato il teatro delle geniali giocate del papà. Mariolino nella Samp ci era proprio cresciuto e aveva debuttato in serie A, guarda te che razza di incroci, a 20 anni proprio contro il Torino, in trasferta, realizzando il primo dei suoi 22 gol blucerchiati.
CAMPIONI IN LOTTA Seguirono 7 stagioni di lotta e sacrificio, con la retrocessione come spettro costante e pure amara realtà (1966), ma riscattata dall’immediata risalita da primi della cadetteria. Accanto a quel piccolo (166 centimetri) grande regista si alternarono in quegli anni ‘60 altri elementi ricchi di classe, come Azeglio Vicini e Sergio Brighenti, ad esempio. E ancora Barison e Salvi, Francesco Morini e Romeo Benetti, i portieri Battara e Sattolo, gli attaccanti Sormani e Lojacono, Nicolé e Carniglia, Nielsen e Roberto (Bob) Vieri. Senza contare quel Fulvio Bernardini in panchina. Le presenze complessive di Frustalupi saranno 202: per quei tempi, una bandiera. Nell’estate del 1970 lo vogliono Juve, Milan e Inter, che la spunta offrendo a parziale conguaglio niente di meno che Luisito Suarez… Rimpiazzarlo a Milano diventa ben presto un macigno troppo pesante da sopportare per uno spirito libero, un compagnone qual è Frustalupi. Per giunta Sandro Mazzola è arretrato a centrocampo e di fatto gli porta via spazio e mansioni.
GLI SCUDETTI Mariolino soffre e sbuffa tra panchina e campo. Ma la sua vena di allegro compagnone, di ottimista, fa pari con lo sconforto del giocatore. Che, sia pure da comprimario (22 presenze) conquista comunque lo scudetto del 1971. Maggiori soddisfazioni gli darà il primo tricolore della Lazio (1974), questo vissuto da gran protagonista: «Con lui ho sistemato il centrocampo, il gioco scorre fluido, disegna geometrie perfette e ha intuizioni fulminanti per le punte», gli elogi dell’allenatore Tommaso Maestrelli. Alle quali si aggiungono le lodi di Fulvio Bernardini: «Prima che con i piedi, Frusta gioca col cervello».
IN PROVINCIA Lasciata Roma, Mariolino spende le sue ultime stagioni in Provincia, portando il Cesena in Uefa (massimo risultato della sua storia) e quindi la Pistoiese al debutto in Serie A (obiettivo mai più centrato). Però il primo amore non si scorda mai e chissà quanti amici del calcio avranno raccontato al giovane Nicolò, nel biennio alla Samp, di quel lungo periodo genovese del papà, fatto di gesta sportive, sì, ma pure di straordinaria simpatia. E dell’incontro con Carla, che diventerà sua moglie.
LA DOPPIA TRAGEDIA Proprio la consorte quel 14 aprile del 1990 lo stava aspettando a Cervinia (si erano conosciuti a una gara di sci) per trascorrere insieme la Pasqua. Ma il destino mandò tutto all’aria sotto forma di una Golf che, facendo un’inversione vietata in autostrada, si mise sulla traiettoria della Lancia Thema bianca su cui viaggiava Mariolino. Erano le 13.30 ma nei pressi di Ovada pioveva a dirotto e la foschia rese assai scarsa la visibilità: la vettura di Frustalupi prese in pieno quell’ostacolo comparso dove non avrebbe potuto essere, l’autista non ebbe il tempo per tentare il dribbling. Sulla Golf viaggiava una famiglia di quattro persone: nessun superstite. Tra le lamiere della Thema fu trovata la confezione di un uovo di cioccolata destinato al figlio tredicenne. Mario aveva 47 anni, Nicolò in quel tragico ‘90 perderà anche la mamma. Il vice allenatore del Torino di Mazzarri (con cui c’è un rapporto ventennale di stima e affetto) è nato nel 1976, la data dell’ultimo scudetto granata: il papà era in campo con la maglia del Cesena il giorno del trionfo di Claudio Sala, Pulici e Graziani.
RMario morì a 47 anni, nel 1990, in un incidente stradale vicino a Ovada