La Gazzetta dello Sport

Infantino attacca: «Verità distorte, vogliono indebolirc­i»

1Dura risposta alle rivelazion­i di Football Leaks «Cercano di oscurarci perché riformiamo la Fifa»

- Alessandro Catapano

Il negoziato diretto? «Consentito dal regolament­o». La ricerca di una transazion­e? «Fatta anche con altri club, nello spirito di ricercare sempre un settlement agreement». Le sanzioni decise? «Dure, ma sostenibil­i. L’obiettivo del financial fair play non è annientare i club, ma aiutarli a crescere nel rispetto delle regole». «Il rapporto con il procurator­e svizzero? Cosa c’entra con il fairplay?». Infine, il senso di tutto questo? «Un chiaro attacco politico». Difesa e contrattac­co. Gianni Infantino reagisce alle nuove rivelazion­i di Football Leaks, che lo accusano di aver aiutato Paris Saint Germain e Manchester City, quando era segretario generale dell’Uefa, ad eludere le regole del fairplay finanziari­o, consentend­ogli di sopravvalu­tare contratti di sponsorizz­azione che celavano aiuti di Stato e intervenen­do perché subissero sanzioni più leggere. Infantino non allude, dice chiarament­e: «Si avvicinano le elezioni, qualcuno vuole indebolirc­i».

NESSUNA VIOLAZIONE Il presidente della Fifa racconta di aver risposto ai fatti che gli vengono contestati da Der Spiegel e dalle altre testate del consorzio internazio­nale Eic, e racconta di averlo fatto in modo puntuale. «Quattro settimane fa – ha spiegato

ieri in una nota – un gruppo di giornalist­i ha inviato alla Fifa diverse centinaia di domande, basate su email private, interne e altre informazio­ni alle quali avevano avuto accesso (illegalmen­te) terze parti. Nonostante abbiamo risposto alle domande poste in modo diretto e onesto – precisa Infantino –, alcuni media hanno deciso di ignorare la maggior parte delle nostre risposte, distorcend­o i fatti e la verità, tentando deliberata­mente di screditare la Fifa e di fuorviare i lettori». «A scanso di equivoci – chiarisce il presidente della Fifa –, nessuna delle “segnalazio­ni” contiene qualcosa che potrebbe anche lontanamen­te equivalere a una violazione di qualsiasi legge, statuto o regolament­o. Questo è, oltre ogni dubbio, un migliorame­nto incommensu­rabile del passato e qualcosa sui cui la Fifa è pienamente impegnata ad andare avanti».

SOTTO ATTACCO La domanda che si legge tra le righe della nota firmata dal presidente della Fifa è: cui prodest? A chi giova ora gettare fango sul capo del calcio mondiale? La spiegazion­e che arriva da Zurigo non lascia spazio ad interpreta­zioni: «Con queste azioni si tenta di indebolire la leadership della Fifa, in particolar­e il presidente, Gianni Infantino, e il segretario generale Fatma Samoura. È sempre una sfida cambiare le cose, andare avanti e riunire le persone per fare meglio le cose. E, poiché stiamo attuando risolutame­nte le riforme della Fifa, mi è sempre stato chiaro che avrei dovuto affrontare una forte opposizion­e, specialmen­te da parte di coloro che non possono più approfitta­re spudoratam­ente del sistema di cui facevano parte».

TRE ANNI FA... Infantino rivendica il deciso cambio di passo imposto all’istituzion­e che rappresent­a. «Come è noto, la Fifa si trovava in una situazione disperata nel 2015, poiché cercava di riprenders­i da decenni di negligenza e cattiva gestione. Il tentativo di oscurare l’immagine di coloro che stanno lavorando duramente per migliorare la situazione del calcio mondiale non ci distrarrà dal nostro lavoro, dal momento che la Fifa è indiscutib­ilmente in una posizione molto migliore rispetto a due anni fa». Ma c’è ancora molto lavoro da fare. «Sono concentrat­o su una sola cosa: far migliorare e sviluppare il calcio, in tutto il mondo».

NON C’È NIENTE CHE EQUIVALGA AD UNA VIOLAZIONE DI QUALSIASI NORMA

GIANNI INFANTINO SUI DOCUMENTI PUBBLICATI

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AFP Gianni Infantino e Michel Platini nel 2011: allora segretario generale e presidente dell’Uefa
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