IL VOLO DI LUCIANO E IL RECORD DI MAX
Inter e Juve infiammano il campionato. La Roma esce
Gol e spettacolo a San Siro. Concretezza e record all'Allianz. Una giornata di segnali forti. Spalletti spicca il volo, ma Allegri mantiene calma e primato. Preceduta dalla doppia manita di Napoli (venerdì) e Inter, la Juve non ha sofferto la pressione: ha sbloccato il risultato col Cagliari dopo solo 44 secondi e, grazie a un autogol, ha segnato il 2-1 un minuto dopo aver subito il pari. Un modo muscolare di mettere le cose in chiaro, raggiungere il record di 31 punti dopo 11 gare e di lasciare intatto il vantaggio di + 6 sulle seconde. Ma non è stata una passeggiata, anzi. Merito dell’ottima e coraggiosa prova del Cagliari, rimasto in partita fino all’ultimo, tanto che il 3-1 di Cuadrado è arrivato in contropiede dopo una prolungata e pericolosa azione sarda in area bianconera. Dybala in gol, Ronaldo versione assist man, la coppia d’assi affina il feeling ed è pronta per chiudere in anticipo il discorso Champions col Manchester mercoledì.
Senza quattro titolarissimi, lasciati riposare in vista del Barça martedì, la sempre più convincente e avvincente Inter targata Spalletti, si libera in un quarto d’ora della pratica Genoa, si regala la settima vittoria consecutiva in campionato e aumenta l’autostima grazie a una prestazione strepitosa. Riavvolgendo il nastro della stagione, oggi si può dire che il grande merito dell’Inter (società, tecnico e squadra) è stato quello di resistere nel momento più difficile quando nelle prime gare stentava. Essere stati capaci di vincere partite sospese, di gettare il cuore oltre il gioco - che in alcune partite sembrava l’ostacolo - di migliorare e crescere ha permesso di diventare oggi quell’instant team capace di vincere subito che tutti prevedevano. Durante la tempesta l’Inter è rimasta aggrappata a se stessa e ai doveri imposti da una campagna acquisti importante e da un grande pubblico, innamorato e generoso. E ora vola. Grazie a un mix composto da giocatori tornati in forma (da Icardi a Brozovic), un carattere che è andato fortificandosi, una difesa divenuta cerniera (una rete subita nelle ultime 5 di A), l’inserimento dei leader attesi (da Nainngolan a De Vrij), il recupero di giocatori che sembravano a fine corsa (Borja Valero), avevano deluso (Gagliardini) o erano indesiderati tanto da aver cercato in tutti i modi di venderli (Joao Mario). Quanti sono i meriti di Spalletti? Tanti, tantissimi. Dopo aver puntato il dito sul tecnico nei momenti più duri, ora va riconosciuto che si vede finalmente la sua mano, le sue intuizioni, la sua capacità di rigenerare giocatori. All’Inter si chiedeva di migliorare la scorsa stagione, fare bene in Champions, mettere pressione alla Juve. Lo sta facendo, e può ancora migliorare. Chili, centimetri, carattere e qualità: la squadra adesso fa paura. E se la può giocare anche col Barcellona. Nota a margine: ogni tanto invece degli allenatori andrebbero esonerati i presidenti. L’addio a Ballardini che guidava il Genoa con Piatek capocannoniere, resta un mistero più assurdo che buffo. Dopo il cambio, due punti in quattro partite: 10 gol subiti e 4 fatti. Mah…
Continua l’andamento lento della Roma. Dopo il punto al San Paolo, il meritato pari in rimonta a Firenze (visto anche il rigore subito...) non accontenta la classifica ma evita ai giallorossi di ripiombare nella crisi. Però al distacco siderale dalla Juve si aggiungono ora i 9 punti da Napoli e Inter. Si devono già rivedere i programmi puntando al momento solo sul quarto posto: obiettivo minimo per qualità e quantità della rosa. Per arrivarci però serve un Dzeko modello Champions e non quello che latita in campionato. Dopo la rete nella prima giornata, solo un gol nelle sue restanti 9 prestazioni. Bottino magro a cui si aggiungono errori clamorosi, come ieri sullo 0-0 a Firenze. A Mosca contro il CSKA serve un risultato che blindi la classifica e dia un senso alla prima parte di stagione.