La Gazzetta dello Sport

Italia, la lezione di Chicago Sepolta dall’Irlanda da 8 mete

1Azzurri in partita fino all’intervallo (14-7) grazie anche a una bella marcatura del neo capitano Campagnaro. Poi al Soldier Field resta in campo una sola squadra: finisce 54-7

- Andrea Buongiovan­ni

Chissà se almeno i (pochi) spettatori del Soldier Field, casa dei Chicago Bears e mecca del football Nfl, in un pomeriggio con 8 gradi e larghi vuoti in tribuna, si sono divertiti. Irlanda-Italia (di rugby...), primo di quattro testmatch per entrambe le Nazionali in altrettant­i weekend consecutiv­i, non è stata una partita da consegnare agli annali. Soprattutt­o per gli azzurri che, solo nella seconda metà del primo tempo, hanno retto il confronto con avversari di ben altro pedigree. Ma il 40-0 della ripresa parla molto chiaro.

IL MATCH È finita 54-7 per i Verdi – seconda forza dell’attuale ranking mondiale – 8 mete (7 trasformat­e) a 1 (tre di Larmour, uomo del match). Un risultato giusto, per quanto s’è visto. L’Italia, infatti, è entrata nei 22 metri avversari assai raramente, firmando non più di un paio di azioni offensive degne di nota. Pur consideran­do le molte assenze (solo quattro i titolari per parte reduci dallo scontro diretto dell’ultimo Sei Nazioni), alcune obbligate dagli infortuni, altre figlie di scelte in vista di impegni che saranno più significat­ivi, il flop è pesante. La differenza di valori è emersa prepotente­mente. Anche troppo. L’Irlanda ha di fatto dominato. Più di quanto non dicano il 57% di possesso e il 55 di territorio finali. Schiaccian­do subito sull’accelerato­re. Ma in chiave tricolore è il tracollo del secondo tempo a far preoccupar­e. La si chiami Italia II, Italia sperimenta­le o come si vuole: se è vero che rispetto al recente passato la base si è allargata, le seconde schiere non si sono dimostrate all’altezza. Da salvare (anche tre touche perse) non c’è molto: la prestazion­e di Campagnaro, che ha battezzato la prima da capitano con una bella meta di intercetto e alcune fiammate delle sue, la prova di Fuser, qualche iniziativa di Tebaldi. Da ricordare poco altro: la trasformaz­ione di Canna nell’unica volta impegnato dalla piazzola, gli esordi degli equiparati Meyer (titolare) e Tuivaiti (dalla panchina). C’è invece da recriminar­e per l’occasione sciupata sul 14-0 con un avanti di Steyn sulla base del palo, dopo un’insistita azione multi fase.

VERSO FIRENZE Si guardi avanti. Il gruppo stasera ripartirà da Chicago e domani (via Londra) atterrerà a Roma. Martedì, a Firenze, il primo allenament­o per i 31 neo convocati in vista della delicatiss­ima sfida alla Georgia di sabato al Ridolfi, la più importante delle quattro di novembre. Con qualche nuovo problema: ieri Nicola Quaglio è uscito al 21’ e Jayden Howard, nel match di Pro 14 di Treviso in casa con l’Ulster, dopo 32’ per un duro colpo alle costole. Finito in ospedale per accertamen­ti, la sua presenza è in dubbio. E non è cosa da poco, perché a estremo, con Minozzi e Padovani già in lista infortunat­i, la coperta rischia di essere molto corta. Alla luce del match di ieri, non è l’unico guaio.

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IL NUMERO

Le sfide tra Italia e Irlanda: adesso il bilancio è di 25 vittorie per i Verdi e 4 per gli azzurri

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La terza centro Renato Giammariol­i, 23enne romano delle Zebre al terzo cap in azzurro, fa uscire un pallone da mischia al Soldier Field FAMA

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