Italia, la lezione di Chicago Sepolta dall’Irlanda da 8 mete
1Azzurri in partita fino all’intervallo (14-7) grazie anche a una bella marcatura del neo capitano Campagnaro. Poi al Soldier Field resta in campo una sola squadra: finisce 54-7
Chissà se almeno i (pochi) spettatori del Soldier Field, casa dei Chicago Bears e mecca del football Nfl, in un pomeriggio con 8 gradi e larghi vuoti in tribuna, si sono divertiti. Irlanda-Italia (di rugby...), primo di quattro testmatch per entrambe le Nazionali in altrettanti weekend consecutivi, non è stata una partita da consegnare agli annali. Soprattutto per gli azzurri che, solo nella seconda metà del primo tempo, hanno retto il confronto con avversari di ben altro pedigree. Ma il 40-0 della ripresa parla molto chiaro.
IL MATCH È finita 54-7 per i Verdi – seconda forza dell’attuale ranking mondiale – 8 mete (7 trasformate) a 1 (tre di Larmour, uomo del match). Un risultato giusto, per quanto s’è visto. L’Italia, infatti, è entrata nei 22 metri avversari assai raramente, firmando non più di un paio di azioni offensive degne di nota. Pur considerando le molte assenze (solo quattro i titolari per parte reduci dallo scontro diretto dell’ultimo Sei Nazioni), alcune obbligate dagli infortuni, altre figlie di scelte in vista di impegni che saranno più significativi, il flop è pesante. La differenza di valori è emersa prepotentemente. Anche troppo. L’Irlanda ha di fatto dominato. Più di quanto non dicano il 57% di possesso e il 55 di territorio finali. Schiacciando subito sull’acceleratore. Ma in chiave tricolore è il tracollo del secondo tempo a far preoccupare. La si chiami Italia II, Italia sperimentale o come si vuole: se è vero che rispetto al recente passato la base si è allargata, le seconde schiere non si sono dimostrate all’altezza. Da salvare (anche tre touche perse) non c’è molto: la prestazione di Campagnaro, che ha battezzato la prima da capitano con una bella meta di intercetto e alcune fiammate delle sue, la prova di Fuser, qualche iniziativa di Tebaldi. Da ricordare poco altro: la trasformazione di Canna nell’unica volta impegnato dalla piazzola, gli esordi degli equiparati Meyer (titolare) e Tuivaiti (dalla panchina). C’è invece da recriminare per l’occasione sciupata sul 14-0 con un avanti di Steyn sulla base del palo, dopo un’insistita azione multi fase.
VERSO FIRENZE Si guardi avanti. Il gruppo stasera ripartirà da Chicago e domani (via Londra) atterrerà a Roma. Martedì, a Firenze, il primo allenamento per i 31 neo convocati in vista della delicatissima sfida alla Georgia di sabato al Ridolfi, la più importante delle quattro di novembre. Con qualche nuovo problema: ieri Nicola Quaglio è uscito al 21’ e Jayden Howard, nel match di Pro 14 di Treviso in casa con l’Ulster, dopo 32’ per un duro colpo alle costole. Finito in ospedale per accertamenti, la sua presenza è in dubbio. E non è cosa da poco, perché a estremo, con Minozzi e Padovani già in lista infortunati, la coperta rischia di essere molto corta. Alla luce del match di ieri, non è l’unico guaio.
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IL NUMERO
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