La Gazzetta dello Sport

Maratona da Djokovic Nole è implacabil­e Un grande Federer rinvia il centenario

1Il serbo vince dopo 3 ore: in finale trova Khachanov Per Roger sfuma l’appuntamen­to col 100° trionfo

- Luca Mariananto­ni

C’era in palio molto più di una finale e tutti lo sapevano. Per Djokovic la supremazia nella rivalità per legittimar­e una stagione straordina­ria, per Federer il futuro prossimo di un campione che ancora una volta ha avuto dal campo risposte che nessuno alla sua età è in grado di ricevere. Questo mix ha reso la semifinale di Parigi Bercy l’incontro dell’anno, match che il numero 1 del mondo si è assicurato al fotofinish dopo 3 ore e 2 minuti di puro spettacolo tra campioni al top della forma.

EQUILIBRIO La trama è quella di sempre: Djokovic cerca il campo aperto per saggiare la mobilità di Federer che va subito in difficoltà annullando la prima di una lunga serie di palle break (alla fine saranno 12 su 12). Con la risposta Nole fa male e Federer fatica a controllar­e gli scambi, sebbene si ostini sempre a rispondere con i piedi sulla riga di fondo. Djokovic tiene il centro del campo e martella con una sicurezza disarmante. Sul 4-3 la precisione di Federer è messa a dura prova e per quattro volte è costretto a salvare palle break prima di arrampicar­si sul 4 pari. Qui un nastro devia il passante di Djokovic verso il volto di Federer che fa in tempo a metterci la racchetta e a chiudere un punto da cineteca. Si arriva al tie break e per due volte Federer va avanti un mini break: prima 2-0 e poi 4-2, ma Nole non molla un centimetro, recupera i due svantaggi, salva sul proprio servizio un set point rossocroci­ato (risposta in rete di Federer) e poi chiude 8-6 con l’errore conclusivo di Federer.

CARATTERE Ci potrebbe stare, a questo punto, il crollo del 37enne di Basilea che inizia il secondo set annullando ancora due palle break. E invece Federer cresce piano, soprattutt­o con il rovescio. Con un dritto si procura la prima palla break del match, ma Djokovic chiude a rete su un tweener dello svizzero. Sul 5 pari Federer salva l’ottava palla break complessiv­a con la combinazio­ne servizio-dritto; l’occhio di falco dice che ha pizzicato mezza riga e così sale 6-5. L’occasione sprecata distrae Djokovic che ha l’unico passaggio a vuoto della partita. Va sotto 15-40 e cede servizio e set all’indivolato Federer.

NERVOSISMO Quando il nastro benevolo salva Federer nel primo game del terzo set, le palle break annullate diventano dieci. Ma nonostante tutto lo svizzero è ancora saldamente in partita. Con il rovescio lungolinea mette in apprension­e Nole che invece comincia ad andare fuori ritmo. Sul 4 pari il serbo fa un punto spaziale sfondando sul dritto di Federer che ancora una volta è costretto a salvarsi da 15-40; l’ace e una risposta sbagliata di Djokovic mandano al manicomio il serbo che sfracella la racchetta a terra per la frustrazio­ne, beccandosi il warning dal giudice di sedia Carlos Bernardes. Sarà il tie break a decidere la sfida stellare, giocata da entrambi al massimo delle possibilit­à. Ma Federer mette un dritto lungo e poi commette il secondo doppio fallo dell’incontro. Con Nole avanti 6-1, lo svizzero cancella i primi due match point, ma sul terzo non regge di rovescio e Djokovic, con merito, si assicura la partita dell’anno. I PRECEDENTI Federer non riesce a battere il rivale dalle Atp Finals del 2015 quando superò il serbo nella fase a gironi per 7-5 6-2 prima di perderci in finale, cinque giorni dopo, per 6-3 6-4. Da allora si sono incontrati tre volte e ha sempre prevalso l’attuale numero 1 del mondo: semifinale Australian Open 2016, finale Cincinnati 2018 e ora semifinale Bercy. Nella finale odierna Djokovic affronterà il russo Karen Khachanov che ha battuto 6-4 6-1 uno spento Dominic Thiem. Una vittoria, per il 22enne moscovita, che vale triplo: la prima finale in un Masters 1000, il nuovo best ranking (n° 12 o 11 se vince il torneo) e la possibilit­à, in caso di doppia rinuncia di Del Potro e Nadal, di essere la seconda riserva alle Atp Finals di Londra. Uno schiaffo per il nostro Fabio Fognini protagonis­ta della migliore stagione della carriera; il ligure aspirava a migliorare il proprio primato e invece si dovrà accontenta­re di chiudere l’anno in 13ª posizione che comunque rimane il miglior risultato di un tennista italiano dal 1978 in avanti quando Corrado Barazzutti chiuse l’anno da numero 10 del mondo.

RÈ dalle Finals del 2015 che Roger non batte Djoker che da domani torna n°1

R Il russo con la prima finale in un Masters 1000 si porta a ridosso della Top10

Parigi Bercy (4.300.000 , sintetico indoor), semifinali: Khachanov (Rus) b. Thiem (Aut) 6-4 6-1; Djokovic (Ser) b. Federer (Svi) 7-6 (6) 5-7 7-6 (3). Oggi (15, Sky Sport 1), finale: Djokovic-Khachanov.

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Novak Djokovic, 31 anni, esulta nella semifinale di Bercy: è a 22 vittorie di fila EPA
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Roger Federer, 37 anni, non riesce a battere Djokovic dalle Atp Finals del 2015 AP

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