La Gazzetta dello Sport

Finalmente Gallo! «Abbiamo fatto un patto tra noi E’ solo l’inizio»

●>otto il digiuno di 479’: «Dato un segnale importante. La Nazionale? Ero rimasto male per l’esclusione. Io sono pronto»

- Filippo Grimaldi GENOVA TOCCHI PER ZONA TIRI DA AREA PRECISIONE

Il Gallo in volo verso l’infinito: «Peccato, avrei potuto segnare una tripletta, allora sì che sarebbe stata davvero una giornata unica, ma ho colpito la palla al volo in maniera troppo... perfetta, diciamo così. Ma va bene ugualmente, posso essere assolutame­nte contento di me stesso e della squadra». Andrea Belotti rompe un digiuno che durava da 479’ (l’ultima rete il 23 settembre scorso con il Napoli) e dopo sette mesi esatti dalla gara di aprile con il Crotone segna due gol nella stessa partita. Normale, dunque, che ora sia leggero anche nelle parole, lasciato da parte ogni timore di essere in qualche modo dialettica­mente troppo sfrontato. È l‘ora perfetta per tirar fuori la verità. Il vero Toro che Mazzarri inseguiva da tempo è questo, aggressivo e scintillan­te.

LIBERAZION­E «Ci serviva proprio una grande prestazion­e su un campo difficile, tutti hanno giocato benissimo, i miei gol sono soltanto una ciliegina sulla torta», spiega, mentre Iago Falque parla di «partita perfetta». Serviva un segnale forte da dare al campionato, per raccontare al mondo che questo è davvero un gran bel Toro, al di là di qualche battuta a vuoto e di un paio di incompiute, inevitabil­i quando studi per rientrare nell’elite della serie A. «Venivamo da due gare contro Bologna e Fiorentina nelle quali avevamo fatto prestazion­i importanti, ma purtroppo eravamo riusciti a raccoglier­e solo due pareggi. Questo, invece, è un segnale importante dato su un campo difficilis­simo, perché la Sampdoria è tecnicamen­te davvero valida. Noi, però, siamo venuti qui a Genova e abbiamo imposto il nostro gioco», riconosce Belotti. È un successo con molti padri, primo fra tutti la determinaz­ione di una squadra che ha ciecamente creduto in quello che Mazzarri seminava da settimane. E pazienza se il Gallo era stato rimandato dal Mancio nell’ultimo giro di convocazio­ni azzurre, con la prima gara dell’Italia giocata proprio al Ferraris: «Il c.t. è lui e gli spetta il compito di fare delle scelte. Io penso solo a far bene per me e per il Torino. Certo, ci sono rimasto male quando sono stato lasciato fuori dall’elenco dei convocati, perché la maglia azzurra è il massimo per chiunque, ma potevo solo rispondere sul campo».

NO LIMITS Nulla è per caso, e si intuisce quando il Gallo alza la voce e con timbro forte racconta come «nelle ultime settimane ci siamo guardati tutti Il colore è più intenso nelle zone in cui ci sono stati più tocchi di palla Media ruolo 1 negli occhi, abbiamo preso delle decisioni importanti. Da lì in poi abbiamo puntato tutti verso un unico obiettivo». Ecco perché «nelle ultime tre gare la nostra crescita è stata davvero esponenzia­le ed ora possa proseguire ancora».

CONVINZION­E E così sono venuti qui a giocare da padroni, in casa di una squadra che sin qui in casa aveva preso solo tre gol e ne aveva fatti altrettant­i al Napoli. «Eravamo coscienti delle qualità dell’avversario, perciò abbiamo deciso di aggredirli alti e ci è riuscito in modo fantastico». Ora si spalancano nuovi orizzonti, anche a livello tattico: «Il tridente in attacco? Il mister ci ha detto che quando staremo tutti bene (Zaza sabato notte ha sofferto di gastroente­rite, n.d.r.) si potrà fare. Con Simone ho un bel rapporto costruito in Nazionale, siamo sempre pronti a darci un consiglio l’un l’altro». C’era un Gallo da ricostruir­e, Mazzarri ci è riuscito: «Lui è un vero esperto di calcio, mi ha sempre supportato, sentirgli dire che mi paragona a Cavani… Sinceramen­te non può che farmi piacere, parliamo di un campione che ha segnato trenta gol all’anno nel Napoli e poi è andato al Psg». Gallo in decollo, il bello inizia adesso.

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LAPRESSE Andrea Belotti, 24 anni, fa festa
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