ROMAGNA MILAN
Altro gol nel recupero (97’) ormai è Zona Diavolo
Segna Romagnoli, sempre lui, confermando il quarto posto dei rossoneri. Sono 9 punti in
8 giorni. C’è l’allarme Higuain Gattuso: «Voglio più veleno»
Lo strano caso del difensore che vince al tramonto. Pipita si fa subito male? Cutrone e Suso sono in giornata no? Nessun problema Milan, c’è capitan Romagnoli che risolve i problemi, che mai dire mai, che coglie l’attimo. E che ti mantiene in zona Champions. Secondo gol all’ultimo respiro, stavolta col giallo Var. Quando l’arbitro convalida, l’esplosione di gioia dei giocatori la dice lunga sulla determinazione e l’unità di squadra, Gattuso incluso ovviamente. Questo ultimo Milan con qualche cerotto e con l’aggiunta dell’infortunio precoce di Higuain ha sette vite e un cuore grande. E Alessio Romagnoli come protettore. Contro il Genoa, strappa i tre punti al primo minuto di recupero. A Udine aspetta che la clessidra finisca di far scendere del tutto la sabbia per il suo show personale: ruba palla a Opoku in mezzo al campo, parte spedito verso l’area e poi gioca al torello con Suso fino alla sassata all’incrocio. Et voilà, terza vittoria di fila e, udite udite, porta inviolata dopo 16 gare. Diavolo nel giusto cammino verso le sfide tostissime con Betis e Juve.
LA CHIAVE E non è che l’impegno fosse facile. L’Udinese stavolta, con Pussetto vicino a Lasagna, è stata più compatta e pericolosa del solito. Per buoni tratti ha messo paura al Milan ma è stata imprecisa sotto porta. Spesso è sembrata una sfida d’altri tempi, abbastanza priva di accorgimenti tattici. Non tanto per la disposizione delle squadre ma per la, diciamo, spensieratezza nella fase di non possesso. La prova è nelle numerose occasioni da una parte dall’altra. A livello di numeri, ne ha avute più l’Udinese con un Pussetto vivace e sempre pronto al tiro. Ma in fatto di pericolosità, è stato il Milan a creare più brividi con il solito Suso. Per Higuain, toccato duro dopo mezzora da Mandragora tra fianco e schiena, Gattuso ha scelto come sostituto Castillejo e in sostanza non ha cambiato la tattica, anche se nelle volte in cui Cutrone si allargava in fascia, il Milan si tramutava in un 4-3-3. Al tramonto del primo round, è stato proprio il centravanti rimasto, lanciato da Laxalt, ad avere l’occasione di andare all’intervallo in vantaggio ma Musso ha respinto il tiro in corsa. Nel secondo round è partita meglio l’Udinese ma poi è uscito di forza il Milan, deciso a non fermare la sua corsa ai piani alti. È stato spinto anche dalle intenzioni di Gattuso, che ha inserito Borini al posto di Laxalt per un più deciso 4-2-3-1. La mossa decisiva è stata spostare Suso dietro Cutrone e lasciare Castillejo alle scorribande di fascia. Dopo qualche brivido subìto da Lasagna e Pussetto (bravo Abate a togliergli palla in area), il Diavolo avrebbe potuto risolvere prima il problema del gol. Ma Suso si è dimostrato molto più impreciso del solito. E così Romagnoli ha dovuto inventarsi il secondo «coup de theatre» per portare la squadra in porto.
UOMINI E TATTICA Il Milan non è ancora all’altezza di Juve, Napoli e Inter, questo lo sa anche Gattuso. Ma ci sta lavorando. E sa adattarsi alle diverse situazioni. All’alba della stagione piaceva per la facilità di palleggio, ora ci ha aggiunto ritmo e tanta, tanta determinazione. Oltre a una varietà tattica dovuta anche alle assenze. Si adatta al meglio, appunto. Senza Biglia e Calhanoglu, per dire, perde in manovra e in ultimo passaggio, ma si affida più agli strappi centrali e di fascia. Nel caso, Castillejo ha avuto un grande impatto sulla partita. Pasticcione a volte, ma molto incisivo. Se Higuain non si riprende, può essere un «atout» importante contro il Betis, che ha uomini di gran qualità in mezzo ma lenti. Però attento Milan: non ci sarà sempre un Romagnoli che balla al tramonto.