La Gazzetta dello Sport

L’urlo del capitano «Mai arrendersi Si poteva vincere contro i migliori»

●Il centravant­i al 3°gol in quattro gare: «Vogliamo passare il girone, ci prenderemo i punti a Londra»

- Davide Stoppini MILANO

La Mauro League funziona così, prendete appunti: il primo tempo è un’illusione ottica, serve giusto per mandare fuori strada gli avversari, che osservano il dito invece di ammirare la luna. Guardate qui, quel centravant­i non fa paura, toccherà sì e no otto palloni in tutta la partita, tranquilli. Palla c’è, palla non c’è. Ecco il secondo tempo, quando i difensori abbassano la guardia, se la sentono in tasca la vittoria. E arriva lui, l’inventore della Mauro League: 45 minuti fatti per bene, quelli giusti per sistemare le cose, apparecchi­are la serata e addobbare la classifica. E pure lamentarsi, perché un capitano per definizion­e non può esser contento di un pareggio: «Alla fine avremmo dovuto far meglio, potevamo pure vincere. Vogliamo passare il girone, ci servono altri punti. Vorrà dire che li faremo a Londra».

SOTTO LA NORD Tottenham avvisato, ma non si illuda Pochettino, perché di mezzo salvato con Icardi non c’è nessuno. Maurito è la fotografia della Champions dell’Inter. E’ il debuttante che si affaccia in un mondo nuovo, un lunapark nel quale entri e non sai da che parte iniziare, per quanto sei emozionato. E allora l’intelligen­za sta nel non cambiare modo di giocare: semplice, faccio il mio, il gol, che basta e avanza per avvicinare l’Inter alla porta segreta del lunapark, quella che dà accesso ai giochi per gli eletti, quelli che si fanno da febbraio in avanti. Icardi è il segno con la mano ai compagni, dopo il gol subito: dai, si recupera. Icardi è il cenno d’intesa con Lautaro, sarà mica un caso che il connaziona­le/amico mette dentro quel pallone che Vecino lavora e sul quale Mauro fa lo scultore: sente il pallone, lo accarezza, lo modella a suo piacimento e poi lo regala ai 73.428 spettatori di San Siro, divani di casa esclusi. Icardi è l’uomo dei tre tocchi per imbambolar­e il Barcellona e dei tre gol in quattro partite della Mauro League, tutto nel secondo tempo, tutti decisivi: senza di lui oggi si raccontere­bbe un’eliminazio­ne scontata e una corsa al massimo per l’Europa League. Forse, si raccontere­bbe un’altra Inter. La mia ragazza è magica, cantava Jovanotti. Quella porta è magica, per suonarla alla Maurito. Sotto la Nord ha cambiato la stagione nerazzurra con una girata al volo al Tottenham che il prossimo anno farà parte della sigla della Champions, ai sorteggi di agosto 2019: non ci credete? Sotto la Nord non si può dire che abbia fatto il Diego Milito del 2010, sennò Luciano Spalletti sI offende con i paragoni in stile Triplete. E allora mettiamola così: Maurito ha preso in giro Sergi Roberto e con tre carezze al pallone ha regalato altri 900 mila euro alle casse dell’Inter (tanto vale un pareggio per l’Uefa), non bastasse il record d’incasso di sempre per un’italiana.

CON VECINO Unico tiro in porta nerazzurro, tanto basta. Oddio, a Mauro neppure bastava: dopo il pareggio s’è involato verso il centrocamp­o perché voleva un’altra occasione. «Quello è un segnale forte», racconta pure Spalletti. Mauro voleva vincere, così appena l’arbitro fischia la fine lui corre a commentare: «Peccato». Ma come peccato, Mauro. Non c’è rimpianto, solo cuore gonfio: «Dico peccato perché dopo il pareggio in qualche occasione avremmo potuto anche far meglio, gestendo il pallone e andando a cercare la vittoria». Non è sempre Tottenham, però. E’ sempre Icardi, questo sì, anche stavolta con la partecipaz­ione di Vecino: «C’è sempre lui di mezzo, è un amuleto, o fa gol o fa assist - scherza Icardi -. Vorrà dire che non lo sostituire­mo mai, deve restare sempre dentro». Magari un applauso andrebbe fatto anche ad Handanovic, perché è merito dello sloveno se l’Inter è rimasta dentro la partita a lungo. Mauro lo sa, a pareggio acquisito corre ad abbracciar­e il suo portiere. L’inizio e la fine dell’Inter. «Ma dobbiamo ancora migliorare, si deve crescere - spiega Icardi -. Come al Camp Nou anche stavolta nel primo tempo non abbiamo fatto bene, poi siamo andati di più a “cercare” la partita ed è venuto fuori questo risultato. Vogliamo passare il girone, ci servono altri punti nelle prossime partite. Vorrà dire che a Londra dovremo ripetere quanto di buono fatto qui a San Siro». E ancora: «La cosa che mi è piaciuta di più di questa Inter è stato il fatto di non aver mollato dopo il loro gol: non ci arrendiamo. Il Barcellona è una delle squadre migliori al mondo e l’hanno fatto vedere. Ma l’esempio del match con il Tottenham ci è servito. E infatti è arrivato il pareggio. Come da programma della Mauro League: nessuna sorpresa, qui le partite non finiscono mai.

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AFP Mauro Icardi, 25 anni, ha segnato il terzo gol nella sua quarta presenza assoluta in Champions
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