Decisioni colpo a colpo con la Var del tennis
●L’Occhio di Falco qui è usato live, mentre nei tornei tradizionali si aspetta la fine dello scambio: manca l’ok di Atp e Wta
In principio fu il cricket. Ma poco tempo dopo arrivò il tennis a prendersi il ruolo di pioniere nel mondo dell’arbitraggio elettronico, con l’ormai celebre hawk-eye, occhio di falco. Le Next Gen Atp Finals, però, fin dal 2017 hanno fatto un ulteriore passo avanti. Perché sul campo allestito in Fiera avviene tutto in presa diretta, tanto che i giudici di linea non sono più necessari. A raccontare il funzionamento di questa tecnologia è Peter Irwin, direttore del settore tennis di «Hawk-Eye Innovation»: «In sintesi, quello che viene usato a Milano è un sistema identico a quello che si utilizza nel Tour durante l’anno. Ma con una sostanziale differenza. Nei tornei tradizionali, usiamo tutte le informazioni che raccogliamo durante il punto alla fine del punto stesso, quando il giocatore chiama il “challenge”. Qui, invece, abbiamo un “live” che ci dà tutte le informazioni dettagliate in presa diretta a ogni colpo, senza aspettare la fine dello scambio».
FUTURO Il cuore è costituito da dieci telecamere, cinque per ogni metà campo. «Tutte “mirano” l’intero settore di loro competenza, ma da diverse prospettive. Sono telecamere ad alta velocità che viaggiano a 70 frame al secondo, quindi siamo in grado di creare un’immagine tridimensionale della palla. Ma le informazioni che prendiamo riguardano pure la velocità della palla stessa, le rotazioni, l’angolo del colpo. È più complicato raccontarlo che vederlo in azione...». Ma quanto lontano è, ancora, questo futuro in scena al padiglione 1 della Fiera? «Non è ancora approvato da Atp e Wta per i loro tornei, ma lo abbiamo testato su tante esibizioni, mettendo in atto una sorta di stress test rivelatosi utilissimo. Noi siamo già pronti, quando ce lo chiederanno potremo entrare in azione».
ARBITRI E cosa diciamo, agli arbitri che in questo modo perdono sempre più importanza? «Il discorso non è semplice, ma è chiaro che li si voglia aiutare. La priorità è dare sicurezza e tranquillità agli atleti. Oggi seguiamo 22 sport, persino il calcio con la goal-line technology». Un sistema che è sempre più preciso, ma non può essere del tutto infallibile. «Il margine di errore nell’ultimo test Itf, mediamente, era di circa 3 millimetri. Non è possibile, del resto, creare una tecnologia immune da errori. L’approdo alla terra battuta? In quel caso c’è una certa resistenza che poggia sulla tradizione. Sono i giocatori stessi che preferiscono dare un’occhiata al segno, ma noi siamo pronti anche a intervenire sul rosso».