Si alza Correa El Tucu è pronto Lui protagonista la Lazio in orbita
●Titolare contro il Marsiglia per prendersi la scena Sedicesimi sicuri se i romani vincono (e l’Apollon no)
Il momento è adesso. Perché va bene raccogliere sempre apprezzamenti. Va bene risultare determinante ogni volta che entri in campo. Va bene sentirsi parte integrante di un progetto. Va bene qualsiasi cosa, ma andrebbe meglio essere protagonista a tutto tondo. Che è quello per cui, la scorsa estate, Joaquin Correa decise di abbracciare la Lazio. Il momento è adesso. Contro il Marsiglia Inzaghi lo schiera titolare. In palio c’è la qualificazione al turno successivo di Europa League. Che può essere centrata già stasera, con due turni di anticipo (se la Lazio vince e l’Apollon non batte l’Eintracht). Per Correa, insomma, l’occasione giusta al momento giusto.
LO SCATTO Il suo impatto sulla Lazio è stato positivo. Sia dal punto di vista umano (si è inserito alla perfezione nello spogliatoio) ed anche a livello tecnico. Perché pur giocando solo in un paio di occasioni da titolare ha comunque già avuto modo di lasciare il segno, con due gol entrambi decisivi (a Udine e Parma) e, più in generale, con spezzoni di partite tutti interessanti. L’avventura in biancoceleste è dunque iniziata in maniera più che incoraggiante, ma non basta. Non può bastare ad un calciatore che ha già assaporato l'atmosfera della Champions (col Siviglia) ed ha pure debuttato in nazionale. E non in una nazionale qualsiasi, ma in quella (l’Argentina) che col Brasile è la più difficile al mondo in cui trovare posto. Non può bastare a lui e non può bastare neppure alla sua società. Che ha pagato 19 milioni per riportarlo in Italia, l’investimento più alto fatto per un giocatore durante la gestione Lotito, secondo solo a quello messo in atto per Zarate (22 milioni).
L’ORGOGLIO No, non può bastare a nessuno questo impiego part time. Anche se El Tucu, da ragazzo umile e con la testa sulle spalle, non fa una piega: «Abbiamo una rosa lunga - osserva l’argentino con una qualità media molto elevata. Sapevo che non sarebbe stato facile trovare spazio. Io comunque cerco di farmi trovare sempre pronto, come i miei compagni. L’importate è che la Lazio vinca». Ed in effetti ogni volta che è stato impiegato, sia dall’inizio sia a partita in corso, Correa ha quasi sempre lasciato il segno. «Cerco sempre di fare la differenza sia quando entro dalla panchina sia quando gioco dall’inizio. La voglia è sempre la stessa». Ed è sempre la stessa a prescindere dal ruolo chiamato a svolgere. «Nella mia carriera ho giocato da attaccante esterno, da prima punta e da mezzapunta. Quest’ultima è la posizione che preferisco, ma vanno bene pure le altre. L’importante è dare il massimo, ed è quello che voglio fare per questa squadra e questa società.
LA LACUNA A cominciare ovviamente dalla partita di questa sera col Marsiglia, che sarà la sua terza gara da titolare da quando è arrivato alla Lazio. Nella prima (a Udine in campionato) ha messo a segno il primo gol con la maglia biancocelste (poi bissato da quello realizzato a Parma). Nella seconda, a Francoforte in Europa League, è invece arrivata la prima espulsione. Quella di stasera sarà la prima dall’inizio nel suo nuovo stadio, dove non ha ancora segnato. Ci è andato vicino domenica contro la Spal, ci riproverà stasera col Marsiglia. Anche perché in Europa League non ha mai segnato. I suoi unici gol europei (2) li ha infatti realizzati in Champions col Siviglia. Le motivazioni, insomma, non mancano. Sì, il momento è proprio adesso.
IO ESTERNO, MEZZAPUNTA O ATTACCANTE? MI VA BENE TUTTO
JOAQUÍN CORREA IL «JOLLY» BIANCOCELESTE