Il destino bussa ancora Cutrone studia nuovi gol e sfida il tabù trasferta
●Senza Higuain, i rossoneri si affidano al comasco che segna reti pesanti. Ma le ultime 9 sono arrivate tutte a San Siro...
È
come se il destino lo cercasse continuamente. Come se volesse proseguire a mettere alla prova i suoi vent’anni per capire se davvero le spalle sono così larghe. Il dio del pallone è di nuovo lì, che bussa alla porta di Patrick Cutrone e gli chiede se è pronto all’ennesima grande responsabilità. La risposta ovviamente è un dettaglio, perché come direbbe qualcuno che a Milanello ha giocato e allenato, Patrick si sente nato pronto. Non per snobismo o presunzione, ma per carattere. È il suo modo di affrontare il lavoro: aggredirlo, come fa in campo col pallone. E allora stasera ci sarà di nuovo un club che si affida fiducioso a lui. Il mesto arrivederci di Higuain lascia al ragazzo di Parè il ruolo di primattore in una delle partite più delicate della stagione. Al Villamarin è vietato fallire, perché il girone diventerebbe un giardino sfiorito pieno di spine.
ASSISTENZA Nemmeno il tempo di gustarsi il giro in tandem con Gonzalo, che Patrick si ritrova senza il suo compagno di viaggio. Non dovrà fare tutto da solo, certo. La vittoria di Udine dimostra che l’intelligenza tattica non manca. «È stato molto bravo, il 90% delle volte da quella posizione calcia», lo ha elogiato Gattuso parlando dell’azione vincente in cui Patrick ha svolto un lavoro fondamentale di assistenza. È stato un segno di maturità: al settimo minuto di recupero è facile che l’istinto prevalga sulla testa, soprattutto in un attaccante. Stasera però Gattuso spera di veder andare in buca lui. D’altra parte i gol pesanti fin qui non sono mancati. Anche in Europa League. Gli ultimi sono stati i due all’Olympiacos in una di quelle partite che corrono su binari molto pericolosi.
ENTUSIASMO Piuttosto, occorre un cambio di tendenza in trasferta. Riuscirci stasera ripagherebbe di tutta l’attesa perché Patrick da un po’ di mesi sta flirtando solo con San Siro. Gli ultimi 9 gol – fra campionato e coppe – sono arrivati in casa. L’ultima firma lontano dal Meazza risale a Roma-Milan dello scorso febbraio. Dettagli, forse, rispetto a quanto gli chiede Gattuso, che punta soprattutto sull’aspetto caratteriale: «Voglia e veleno li ha. Quando non gioca mette il muso, quando gioca è teso, bisogna saper parlare con la sua anima: se non si sente protagonista lo puoi perdere. Deve migliorare un po’ quando non è protagonista, perché nello spogliatoio è una cosa che si nota». Il messaggio è molto chiaro, mentre i pensieri di Patrick vanno al gruppo: «Abbiamo perso il derby, ma da vera squadra siamo rimasti compatti – ha detto ieri –. Lo spogliatoio è molto unito. Higuain? Lo aspetto, lo aspettiamo. Sappiamo tutti che attaccante è, ma essendo una grande squadra abbiamo giocatori che possono sostituire chi non c’è e cercheremo di portare a casa la vittoria». Lui è uno di questi, e la domanda alla fine è la stessa della scorsa stagione: è giusto che il Milan finisca sulle spalle di un ragazzo di vent’anni? All’inizio la risposta era un prevedibile no, adesso è diventata una piacevole certezza.