La Gazzetta dello Sport

«Ma quali favori Non ho aiutato né Psg né City»

●Il presidente della Fifa Infantino e le rivelazion­i di Football Leaks: «Nessun colloquio con Trump»

- Fabio Licari

«Trovatemi qualcosa d’illegale nelle carte che accusano me e la Fifa. Non è neanche stato violato un regolament­o. Ho letto articoli molto critici ma pieni di inesattezz­e e scorrettez­ze». Gianni Infantino, presidente della Fifa – al centro delle rivelazion­i di Football Leaks che coinvolgon­o Zurigo e Nyon, dagli investimen­ti per le federazion­i al fair play finanziari­o Uefa, dal Qatar al Mondiale per club – replica punto per punto alle accuse e rilancia: «Sono figlio di immigrati italiani, sto cambiando la Fifa, forse qualcuno non era abituato... Si dimentica che la Fifa era clinicamen­te morta, ora sta bene ed è diventata trasparent­e. Per non parlare del lavoro che stiamo facendo sui trasferime­nti dei giocatori: lì, quando si cerca, spunta sempre qualcosa».

Nei documenti si parla di preoccupaz­ioni sulla destinazio­ne degli investimen­ti alle federazion­i.

«Intanto abbiamo quadruplic­ato gli investimen­ti e aumentato i ricavi da 5 a 6,25 miliardi di dollari. Le riserve Fifa sono a 2 miliardi. La domanda è un’altra: dove finivano i soldi prima? Oggi ogni versamento è monitorato da un audit indipenden­te che non c’era prima».

Mondiale 2026: lei ha detto a Trump di augurarsi una fase finale organizzat­a in America e non in Marocco? Non sarebbe bello per un presidente...

«Questa è una falsità. Non ho parlato con Trump prima, ma soltanto il 28 agosto, dopo il voto. Tutto nasce da un’agenzia di stampa che parlava di un incontro poi non fatto. E ho incontrato anche i capi di governo di Messico, Canada e Marocco, com’è normale nel mio ruolo. La verità è che il sistema è finalmente corretto. Prima di conoscere i candidati abbiamo stabilito i criteri, le regole, il fatto che avrebbe votato il Congresso e non l’Esecutivo, che i documenti e il voto sarebbero stati pubblici. Un testo di oltre duecento pagine, noioso magari, ma garanzia di totale trasparenz­a. Eppure...».

Eppure?

«Non immaginate quanti mi hanno chiesto di ammorbidir­e, essere meno rigorosi, tornare alle regole del passato...».

Si anticiperà la fase finale a 48 in Qatar?

«Se sarà possibile, sì. Altrimenti niente».

Fair play finanziari­o. Ha favorito City e Psg?

«Mi dice come avrei potuto? Intanto era il mio lavoro parlare con i club, tutti, per trovare un accordo. Su 30 indagati, soltanto 2 non hanno raggiunto un “settlement”: uno russo e il Milan reintegrat­o dal Tas. Ecco il secondo punto: non decidevo io, non potevo farlo né per cambiare le carte, ma la commission­e. Poi c’è l’appello. City e Psg hanno avuto multe di una ventina di milioni».

Però si dice: i piccoli club di cui non importa niente a nessuno sono stati esclusi, Psg e City no.

«Si dice perché non si conosce la differenza. I club che sono rimasti fuori sono stati sanzionati perché non hanno pagato i debiti a giocatori e fornitori: cosa molto più grave del mancato rispetto del break-even del fair play. Sono cose diverse».

Il Mondiale per club e la mancata trasparenz­a sui fondi?

«Si dimentica che esiste già, che la Fifa vuole renderlo più interessan­te e che è l’unica a poter organizzar­e tornei internazio­nali. Sarebbe utile contro la Superlega, un progetto che esiste, lo sappiamo bene: oggi quei tornei estivi, totalmente privati, sono preludio inevitabil­e alla Superlega. Ma non redistribu­iscono i soldi nel sistema. Noi rispettere­mo la solidariet­à e vogliamo che Champions e campionati non scompaiano».

E se a marzo non fosse approvato?

«Ci proviamo. Cerchiamo sempre di raggiunger­e un accordo, in democrazia è così, poi decide la maggioranz­a e in caso andremo avanti. Ma parliamo di un torneo, non di una guerra nucleare».

Contento della Var?

«Non è perfetta ma quasi. Tra dieci anni si chiederann­o come siamo stati così deficienti da non cominciare prima. Ma l’importante è arrivarci».

Si ricandida a giugno?

«Sì, ho già il sostegno di 190 federazion­i».

Imputato Infantino, si dichiara innocente o colpevole?

«Per carità...».

VAR NON PERFETTA MA QUASI: L’IMPORTANTE ERA ARRIVARCI GIANNI INFANTINO SULLA TECNOLOGIA

A GIUGNO MI RICANDIDO, HO GIÀ IL SOSTEGNO DI 190 FEDERAZION­I

IL MONDIALE PER CLUB È L’ARMA PER SCONGIURAR­E LA SUPERLEGA GIANNI INFANTINO SUL FUTURO

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Gianni Infantino, 48 anni, presidente della Fifa da febbraio 2016 AP
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