La Gazzetta dello Sport

Verso il board 2019 In arrivo il giallo per gli allenatori

●La novità che avrà più impatto: potrà essere giocata la palla in area su rimessa del portiere

- F.li.

Cartellino giallo per gli allenatori in panchina (e non subito «rosso»). Uscita dal campo dal punto più vicino, e non tra le panchine, in caso di sostituzio­ne. Possibilit­à di giocare la palla in area su calcio da fermo. E poi Var, fallo di mano, lotta alle perdite di tempo. Il prossimo non sarà un Internatio­nal Board epocale come quello che ha introdotto la Var: ma anche nel 2019 possiamo aspettarci dai legislator­i del pallone qualche novità interessan­te, sempre nel segno della tradizione. Se n’è discusso in questi giorni a Londra, alla prima riunione preparator­ia che sarà seguita da un meeting il 22 a Glasgow (Scozia).

L’AGENDA 1) Cominciamo dall’ammonizion­e per allenatori e staff in panchina: l’espulsione a volte era sproporzio­nata, ma non c’era via di mezzo. Così si cerca di correre ai ripari. 2) Uscita dal campo del giocatore dal punto più vicino a dove si trova: le sostituzio­ni ormai fanno perdere quasi un minuto, era il momento di agire.

3) Ricerca di una definizion­e più precisa per il fallo di mano, per restringer­e sempre più il campo di discrezion­alità arbitrale.

4) No alla proposta di evitare le sostituzio­ni durante i recuperi.

5) Anche per i rigori resta tutto come prima: c’era l’idea, in caso di parata del portiere o di palo e traversa, di interrompe­re il gioco e non consentire un nuovo tiro.

PALLA IN GIOCO La novità che forse avrà più impatto, se approvata, è quella che consentirà di giocare la palla in area su rimessa del portiere. Oggi la palla deve uscire dall’area per essere in gioco: il difensore che vuole sfuggire al pressing può oltrepassa­re la linea e così fermare l’azione. Una situazione antisporti­va. Da domani, la palla sarà subito in gioco e cominciare palla al piede sarà più facile, perché gli attaccanti resteranno fuori dall’area.

A GLASGOW

Il 22 si parlerà dei falli di mano e della discrezion­alità dell’arbitro e anche del tempo perso nelle sostituzio­ni

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