La Gazzetta dello Sport

MILAN OK MA QUANTI KO

●Il pari di Siviglia tiene i rossoneri in corsa per il passaggio ai sedicesimi. Deciderà la gara di Atene

- Fabio Bianchi INVIATO A SIVIGLIA (SPAGNA) @fabiowhite­s

Ringhio resta in corsa in Europa League però è emergenza in vista di domenica: Musacchio steso da Kessie che poi si fa male, Calha azzoppato. E Biglia è fuori per quattro mesi Mercato: spunta Pato

Contro il logorio dei muscoli, dei tendini e delle ginocchia e di tutto quello che si può rompere, c’è un cuore grande così che resiste, che reagisce, che pulsa a mille e tiene in piedi il Diavolo. Nella bolgia del Villamarin, il Milan esce a testa alta. Magari non nel gioco, ma nel carattere. Per come è incerottat­o e per come si era messa la gara, questo pari è quasi una vittoria. Ok, l’Olympiacos l’ha raggiunto. Ok, la sfida d’Atene all’ultima puntata del gruppo sarà con tutta probabilit­à decisiva per il passaggio del turno, dando per scontata la vittoria sul Dudelange a San Siro e se il Betis non si suicida coi greci. Ma con questo punto almeno il Milan ci arriva con due risultati su tre, essendo in vantaggio nello scontro diretto. Potrebbe persino passare perdendo con un gol di scarto, se le sfide vanno in un certo modo. Vedremo. Anyway, come gli succede spesso, Il Milan si fa bello, o meglio determinat­o, nel secondo round. Soprattutt­o in Europa, dove tutti e 6 i gol segnati sono arrivati dopo l’intervallo. Stavolta non c’è stato bisogno di aspettare l’ultimo respiro e Romagnoli, come in campionato. Ci ha pensato l’altro uomo che di solito risolve i problemi: Suso. In 14 presenze stagionali ha partecipat­o a 13 gol: 5 li ha firmati e 8 li ha fatti segnare. Lunga vita a Suso.

LA CHIAVE La giornata è cominciata male, con la tegola Biglia: 4 mesi senza regista sono tanti, troppi, oltre al resto dell’infermeria. E la serata sembrava partire sulla stessa falsariga. Sembrava che la lezione di San Siro si fosse perduta come lacrime nella pioggia. Se lasci giocare il Betis, ti frega. Il Milan ha permesso ancora una volta a Lo Celso, Canales e compagnia di manovrare con un certa libertà, senza mettere pressione, ed è stato presto punito. L’azione del vantaggio del campione argentino (girata al volo in area) è arrivata dopo almeno 6 passaggi tra limite e area, con assist finale di Junior Firpo. Centrocamp­o statico e difesa in sonno. Gattuso

LE CHIAVI

Suso fondamenta­le: in 14 presenze ha partecipat­o a 13 gol del Diavolo

I rossoneri fin qui hanno segnato tutti i 6 gol europei dopo l’intervallo

ha cambiato sei uomini rispetto a San Siro, per gli infortuni e un po’ per il turn over in vista Juve. Lasciare in panchina Romagnoli è stato un lusso, anche se la coppia Zapata-Musacchio quando è partita titolare non ha mai perso. Ora, la squadra era ordinata nel suo 35-2 anche se soffriva soprattutt­o Lo Celso che danzava tra le linee e aveva un Borini in fascia del tutto disorienta­to. Quasi sempre fuori posizione e sempre superato. Il gol è arrivato da lì, ma per una palla persa da Laxalt. Ci voleva ritmo, ci voleva pressing sui portatori di palla e velocità di manovra nelle ripartenze. Guarda caso, nelle due volte in cui al Milan è riuscito l’assalto, il Betis è andato in difficoltà. Protagonis­ta Bakayoko, in crescita fisica e di personalit­à, che si è anche procurato una punizione dal limite dopo essere stato servito da un delizioso tacco di Cutrone. Suso ha sprecato tirando una mozzarella contro la barriera. La verità è che forse ora questo Milan dimezzato e con gente in campo non a posto – pensiamo a Calhanoglu – non è che non vuole, non può proprio stare alto e sprecare energie in pressing. Almeno non per tutta la gara. All’alba del secondo round Gattuso ha modificato l’assetto facendo salire anche Calha dietro le punte e ha alzato il baricentro. Le cose sono andate meglio anche se il gol di Suso, su punizione-cross è stato un po’ casuale e regalato dall’incertezza di Pau Lopez tradito dall’incursione per la zuccata (fallita) di Bakayoko. Palla docile in porta e il Betis, beccato dal pubblico caldo ma impietoso per le disgrazie di Liga, è andato un po’ in crisi.

SANTO REINA Il Milan ha tirato fuori tutte le energie che aveva per arginare il ritorno confusiona­rio dei sivigliani, che Quique Setien ha cercato di rivitalizz­are con gli inseriment­i di Guardado e Moron. Il Diavolo ha rischiato soltanto in un paio di occasioni, in una di queste tuttavia c’è voluta la prodezza di Reina, sempre una garanzia, sulla sassata ravvicinat­a della vecchia conoscenza Tello. Ma non si è più lasciato schiacciar­e e ha cercato sempre di ripartire. Il cuore, appunto. Le brutte notizie arrivano ancora dagli acciacchi. Gattuso ha dovuto cambiare Musacchio e Calhanoglu, a questo punto a rischio pure loro di uno stop. Ringhio ha gli uomini contati per la Juve. Difficile immaginare un colpaccio. Però il Milan ci arriva con 4 risultati utili, un’Europa tenuta viva e un Pipita che schiuma rabbia. E mai dire mai, se si va dove porta il cuore.

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Gioia e dolore In alto Musacchio trasportat­o fuori dal campo in barella Qui l’esultanza dopo la rete di Suso
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